Non è solo una questione di interessi. Nella vita se ne possono abbandonare alcuni, seguendone altri, per i più disparati dei motivi.
Le contingenze economiche, familiari, di età o di altro tipo, possono essere le molle, gli incentivi, le necessità, la realtà è che il migliore dei cambiamenti è imperniato su un profondo cambiamento interiore. E di questo si ha sempre bisogno perché ogni esperienza ha il suo termine e andare incontro alla vita è come cambiar pelle: da bruchi si può diventare farfalle
Dipingo, scrivo, mi occupo di cultura, sono presidente di una associazione artistica. Spirito inquieto, indagatore. In questo non ci sono cambiamenti. Ma tutto ha ormai cambiato il suo senso, come se una lunghissima gestazione abbia partorito un nuovo senso della esistenza. Un nuovo modo di viverla ed esprimerla. E questo, in realtà, ha cambiato tutto.
Di interessi io ne ho seguiti molti, tutti artistici, tutti collegati tra loro. Ma non solo. Al fianco di ogni curiosità vi era un senso più profondo, una insaziabile sete di sapere, una esigenza che non si placava mai, che travalicava il comune senso della conoscenza e trascendeva il quotidiano.
Mi sono accorta presto però che la mia sensibilità mi apriva porte che non si concedevano a tutti, baluginii della vera essenza della materia, dimensioni che lo spirito traduce per enigmi, lasciandoci liberi di interpretare. E a poco a poco ho iniziato a leggere la realtà come quei rebus in cui in una sola vignetta ci sono strani elementi apparentemente discordanti, in cui il vero nesso non è palese ma sottinteso, accenato appena. Eppure descrive appieno tutta la vignetta e ne costituisce il reale significato.
Ma questo non sottrae nulla della strana armonia che scaturisce da quella compresenza di elementi apparentemente senza senso, presenti nella vignetta medesima. E non è forse cosi , la vita? Armonia d’ insieme, al di là del suo apparente non senso.
Così, attraverso l’eloquenza dei sottintesi e dei contrari, ho affinato l’ ascolto, e più che cercare risposte, le ho raccolte .
Ho portato l’ anima di questo pensiero nei miei quadri, nella mia poetica: “ciò che vedo è più di quel che vedo“, anche una marina, anche un ritratto, anche una performance, una poesia, sono in realtà il mio modo di riportare nella dimensione del quotidiano tratti che appartengono all’ anima delle persone, dei luoghi, delle situazioni. È empatia, condivisione di un substrato animico comune.
Chi ristagna in preconcetti e non si dà concessioni sul sapere fa un torto a se stesso. Questa la mia opinione. L’ Io periodicamente si modifica, fisiologicamente. In genere l’ Io viene confuso con la parte più profonda che ci costituisce ma in realtà esso è solo una struttura portante, una impalcatura, non è l’ essenza. È l’ essenza è fluida, in divenire perpetuo, accumula sapere. Perciò cresce. Poi preme e l’ Io diviene un abito stretto che si sgretola. È un ciclo che si presenta molte volte nella vita . Questo mi riguarda certamente, poichè la vita interiore di un’ artista è un ribollire continuo,un magma simile ad una nebulosa dalla quale verranno fuori stelle e pianeti, e il risultato finale sarà la nascita di qualcosa di nuovo e bello, unico e forse terribile oppure splendido: che sia un quadro o una scultura, una performance o una poesia, sarà un nuovo pianeta, una nuova faccia che il mondo potrà guardare di se’ stesso, mai vista prima.
Dal 2015 mi sono scontrata sempre di più con aspetti dell’ egoismo del mio prossimo, soprattutto nel mio campo e tra colleghi, che non comprendevo molto, ritenendo allora che si trattasse di un aspetto del tutto soggettivo di persone poco rispondenti a quanto volevano sembrare, e pensavo d’ essere quasi irrealistica, nel voler vedere le persone migliori di quanto fossero. Finchè ho capito che vedere i pregi e i doni appartenenti a chi incontro è proprio una mia capacità, mentre in genere le persone hanno una pessima opinione di sè e sono sostanzialmente incapaci di vedere pregi in se’ stessi e anche di crederci, preferendo invece invidiare, mentire, fingendosi quello che non sono. La radice di tanti mali nella società odierna sta in questa incapacità di auto stima autentica che porta alla necessità di sminuire il prossimo per sentirsi qualcosa. Terribile spreco di energie e talenti che non si vivranno mai. Dolorosissima autocastrazione che priva l’ individuo di ogni gioia e autenticità.
Considerazione amarissima che mi ha spinto a tuffarmi con determinazione nella psiche umana, scegliendo di fare il più concentrato degli sforzi per comprendere il vero e più profondo senso dell’ umanità stessa e della vita. Ho messo perciò da parte tutto di me, per ascoltare il vuoto di questa umanità dolente. E intanto ho compreso che, simile ad un morbo diffuso, il problema del vivere male l’ esistenza, è proprio un marchio dei nostri tempi, ed è perciò fondamentale aiutare le persone a recuperare la propria integrità, quella psichica, quella emozionale, quella dell’ anima. A volte accade qualcosa di traumatico che non si può evitare, e l’ anima ne soffre tanto da rompersi, letteralmente andare in pezzi. La persona ne sarà diminuita, in qualche maniera. Eppure c’ è un modo per riunirla, ad esempio attraverso tecniche sciamaniche di Recupero dell’ anima.
Quindici anni fa circa, iniziai a seguire i seminari della antropologa Lorenza Menegoni e questo fu l’ inizio di un viaggio alla scoperta dei Mondi. Lo sciamanesimo entrò da allora nella mia vita arricchendola in modo incredibile.
Un artista è tanto un viaggiatore quanto un creatore di Mondi.La possibilità di continuare ad esplorare l’ animo umano anche attraverso le realtà cui può accedere, mi hanno aperto ulteriori orizzonti, da esplorare e da studiare.
Dopo aver creato un gruppo di studio e di lavoro con persone che mi hanno chiesto proprio di introdurle alla comprensione del pensiero sciamanico Lakota ( Nativi Americani ) e alla comparazione con altri antichi pensieri di molti popoli la cui cultura è di tipo sciamanico, dopo aver acquisito le comprensioni pluridimensionali ormai necessarie e inevitabili, mi accingo a compiere un passo più pubblico, in tal senso, e più condiviso. Questo per me vuol dire entrare in una nuova fase umana e artistica, più complessa ma anche più aperta e nel contempo più universale.
L’ arte dell’ Io si scioglierà in quella del Noi, transpersonale, transculturale.
Indubbiamente una nuova stagione della mia esistenza. Una evoluzione inserita in un flusso che considero universale.
Reinventarsi non può prescindere da una decisione squisitamente umana, ed anche da una vocazione. Nel mio caso la fortuna è che le mie scelte coincidono con l’ arte e i contenuti ”cosignificano” con l’espressione artistica stessa.
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