L’ otto marzo trascorso a Roma ed è stata una giornata davvero intensa trascorsa Fiera dell’editoria femminista tra luoghi apparentemente diversi a portare però le stesse tematiche. Ho parlato anche di Disamorex.
Al mattino ho partecipato ad un interessantissimo convegno organizzato dal consiglio nazionale forense dal titolo “Le giornate del CNF per i diritti delle persone e delle famiglie” e con grande gioia ho fatto un intervento su Disamorex, “libro-farmaco” contro la violenza realizzato dall’Associazione Donne in Rete di Foggia, in collaborazione con l’associazione Logos, Matilda editrice e il comitato pari opportunità dell’ordine forense di Foggia.
Ho presentato Disamorex parlando dell’importanza di individuare forme nuove per parlare di contrasto alla violenza al contempo rifiutando una serie di rappresentazioni stereotipate che vedono le donne vittime e che parlano solo di violenza fisica, laddove la violenza verbale psicologica viene taciuta dimenticando quanto sia importante anche perché è molto spesso, anzi quasi sempre, preliminare a violenze fisiche e femminicidi.
Ho parlato anche dell’importanza della prevenzione della violenza sin dalla primissima infanzia, compito che cerco di svolgere con i libri che pubblico e che porto nelle scuole tra bambini e bambine. Disamorex ha riscosso grandissimo successo tra le avvocate dei comitati pari opportunità dell’ordine giunte da tutt’Italia.
Ho ascoltato anche con molto piacere l’intervento di Valeria Valente, la senatrice da poco novità nominata Presidente della commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere che ha parlato del gravissimo ritorno indietro che stanno subendo le donne in questi ultimi anni e soprattutto mesi sia dal punto di vista legislativo che sociale e culturale.
Dalla splendida sede di via del Governo vecchio nel cuore di Roma mi sono spostata con grande velocità, grazie alla compagnia di mia cugina Laura, anche lei avvocata e dotata di una splendida auto elettrica, in un luogo che da tempo sognavo di conoscere: la Casa internazionale delle donne.
Qui dopo aver allestito di fretta il banchetto con i miei libri, ho partecipato all’inaugurazione della fiera dell’editoria delle donne, Feminism, e ho avuto il piacere di ascoltare tra gli altri gli interventi di Max Dashu e Vandana Shiva. Madrine della manifestazione, due donne che hanno avuto un ruolo straordinario per le battaglie delle donne, per il femminismo, per la sua comunicazione e rappresentazione. Le emozioni che si vivono visitando la casa internazionale delle donne sono difficili da raccontare comunque credo che avrò ancora il tempo di viverne e assimilarne visto che ancora oggi e domani si terrà la fiera.
Nel pomeriggio si è tenuto un incontro tra editrici, autrici, illustratrici sui libri per l’infanzia e in particolare quelli sull’autodeterminazione delle bambine, definite nel titolo ribelli con un omaggio alla Jo di Piccole donne che un po’ tutte abbiamo amato. Sono felice che aumentino i momenti di incontro per parlare dell’importanza del lavoro che svolge l’editoria indipendente nel campo della letteratura per l’infanzia e soprattutto per l’autodeterminazione delle bambine, la visibilità del femminile, l’educazione alla libertà di scegliere e di decidere cosa e come essere, ruolo che è ancora più importante specie perché deve anche contrastare i modelli spesso stereotipati che arrivano dai libri di testo scolastici. In particolare ho accennato in veste di autrice e al contempo di editrice al libro Che forza la danza!, che spiega come i movimenti della danza siano condizionati ed influenzati dalle leggi della fisica rendendo necessario dunque conoscere la fisica per poter danzare al meglio; un libro che mette dunque a confronto una materia considerata maschile come la fisica con una attività considerata invece prettamente femminile come la danza per portare a riflettere che non esistono cose per maschi o per femmine ma cose che si desidera fare, superando a volte anche quelli che sembrano dei limiti.
Una giornata dunque splendida, ricca di emozioni, di conoscenze, di incontri che si è conclusa con un unico rimpianto: non aver potuto partecipare alla manifestazione che si teneva a poche centinaia di metri; una giornata che mi ha dato il senso di come siano importanti il lavoro e le pratiche delle donne in questo momento per tanti motivi cruciale per il loro futuro ma soprattutto per quello delle loro figlie.