La autoindulgenza ha due facce, quella reattiva ad un ambiente moralistico e quella che porta invece a vivere serenamente le nostre caratteristiche.
Qualche tempo fa sono stata intervistata su Marie Claire su un tema molto particolare, la autoindulgenza. E il taglio era diverso da quello che sono solita trattare, si parlava della bellezza ma non di quella dell’anima, bensì di quella del corpo. Provo a mettere insieme parte di quelle risposte perché l’argomento di cui mi ero dimenticata è in realtà meno superficiale di quello che a prima vista potrebbe sembrare. La autoindulgenza ha due facce, quella reattiva ad un ambiente moralistico, giudicante, repressivo che ci spinge a nascondere quanto, a nostro parere, genera vergogna. E quella che porta invece a vivere serenamente le nostre caratteristiche o, addirittura, ad esibirle esaltandole.
Nel primo caso nel nostro immaginario nessuno dovrebbe accorgersi dei nostri chili in più, del nostro corpo inflaccidito, della pelle rovinata, delle rughe e pertanto ricorriamo a cure spesso punitive. Alla base di questo atteggiamento c’è comunque sia una sorta di resistenza al cambiamento o una mancata accettazione della realtà.
Ogni cambiamento porta con sé la caduta di alcune certezze divenute paletti ai quali vorremmo restare disperatamente attaccati, quelle certezze, reali o illusorie, sulle quali ci eravamo basati fino a quel momento. La pelle giovane e bella, ad esempio oppure il corpo tonico. Resistere al cambiamento vuole dire non accettare la trasformazione.. Nascondere significa rimuovere il problema e ogni rimozione non porta con sé consapevolezza : se la mia pelle, ad esempio, è rovinata perché sto facendo delle scelte sbagliate nella mia vita, coprirla per farla apparire più bella non mi consente di prendermi in mano ad un altro livello per affrontare quel salto di coscienza che veramente potrebbe fare la differenza nella mia vita. Se è ricoperta di macchie per via dell’età non credo sia fondamentale fingere di essere più giovani ma che sia meglio cercare di vivere la nostra età rimanendo giovani di spirito.
Autoindulgenza è anche accettarsi come si è, come si è fatti e quindi usare meno cosmetici di quello che ci vorrebbero far credere necessario e che diventano invece indispensabili se vogliamo a tutti i costi resistere al cambiamento fisico o continuare a vederci diversi da quello che siamo perché temiamo di non essere all’altezza dei cliches imposti da certo sociale.
– Siamo soliti ragionare in termini di Scarsità e non di Abbondanza: al posto di esaltare come siamo e cercare di valorizzarlo anche se non corrisponde ai canoni estetici di moda, finiamo col nascondere quello che siamo, rinunciando alle nostre caratteristiche per omologarci a quelle richieste. Ed allora ci votiamo alle rinunce facendo diete, scegliendo di non mangiare quello che ci fa male, anziché di mangiare quello che ci fa bene. Sono due approcci molto diversi, non è vero?
Salute e bellezza sono armonia e quella della rinuncia non è certamente una via armonica. Se scegliamo la via della Scarsità l’ essere autoindulgenti può coincidere con l’essere negligenti e spingerci alla trascuratezza, oppure ci può portare nella direzione opposta, ad una eccessiva attenzione a ridurre, eliminare, nascondere, creandoci sensi di colpa, confusione, preoccupazione. Se scegliamo, invece, la via dell’Abbondanza, anche dei cosmetici possono accompagnarci al piacere o al benessere perché diventano un appoggio in più al nostro desiderio di stare meglio e non un alleato per nascondere quanto stiamo male.
Il cosmetico che esalta quello che già siamo, e gli da’ più luce, può influenzare in positivo la percezione che abbiamo di noi stessi: è come se avessimo una gigantesca lente di ingrandimento, messa lì a farci da specchio e a ricordarci la nostra bellezza. Il cosmetico, viceversa, che nasconde quello che non ci piace di noi, è soltanto una falsa stampella perché ci abitua a fingere di avere dimenticato la nostra presunta o reale disarmonia, abituandoci a nasconderla ai nostri stessi occhi, prima ancora che a quelli degli altri,. Questo è molto pericoloso perché ci abitua a rinnegare parti di noi stessi, anziché accoglierci nella nostra unità e completezza.
– Se l’Immagine che io ho di me stessa dipendesse da un cosmetico, quando le aspettative fossero troppo alte e, ovviamente, la realtà si mostrasse ben diversa dal film che mi ero fatta, la mia autostima crollerebbe miseramente.
Quello che io sono non dipende da come mi mostro agli altri e da come gli altri mi vedono: quelli sono problemi loro, non miei.
L’equilibrio nella mia psiche è collegato ai passi avanti che io ho fatto nella consapevolezza, alle tappe che ho portato a coscienza, non certo ad una immagine rimandata dallo specchio o negli occhi di chi mi osserva.
E se credo alle false promesse di un cosmetico più ancora che alla mia armonia interiore, come posso pensare di avere fatto delle scelte in consapevolezza e coscienza?
Io credo che l’errore sia quello di darsi degli obiettivi irraggiungibili che nascono dal confronto con l’esterno più che dal desiderio di riprendere contatto con la nostra vera natura. Un pero non potrà mai diventare un melo, eppure quante volte cerchiamo di snaturarci e poi ci deprimiamo se non raggiungiamo l’obiettivo che, di per sé, è irraggiungibile? Che senso ha pretendere di ritornare ad essere esattamente come eravamo dieci, venti, trenta anni prima?
Ogni età ha la sua bellezza e se non la esaltiamo ma cerchiamo di imbavagliarla, ci perdiamo una parte di saggezza che farebbe del bene a noi e a quelli che sono più giovani di noi. E ancora non ha senso pretendere di diventare, a qualunque età, diversi da quello che siamo, ma ha senso cercare di diventare quanto di più armonico ci sia in quello che siamo. Ecco perché i buoni propositi di inizio anno faliscono, semplicemente perché sono sbagliati!
Vedo così tanta confusione in giro, da tanti punti di vista. La Vecchia Energia si nutre ancora di camuffamenti, di poca chiarezza e di paura di perdere il Potere, comunque sia espresso. C
hi si nutre ancora di Vecchia Energia, allora, preferisce mettersi in maschera e fingersi diverso da come veramente è.
Potrei definirla la rincorsa al mito di una bellezza effimera.
La Nuova Energia chiede chiarezza, verità e ritorno alla propria vera natura. E quindi cerca di trovare la bellezza dentro di sé e di portarla alla luce non perché sia bellezza ma perché è Verità.