Il tema ambientale sta uscendo prepotentemente dall’essere argomento di conversazione per circoli elitari radical chic per essere tema quotidiano di ciascuno di noi ; dalla casalinga all’impiegato allo studente.
di Adelaide Cacace
E’ di pochi giorni fa il risultato di una ricerca svolta dall’ONU attraverso 250 scienziati su quale sia l’impatto sulla salute degli abitanti del pianeta del non rispetto dell’ambiente da cui si evince che 1 decesso su 4 in giovane età sia imputabile all’inquinamento , alla mancanza di accesso all’acqua potabile , all’uso massiccio di pesticidi ed antibiotici oltre che ovviamente alla emissione di CO2 , una analisi che alla vigilia della più grande manifestazione mondiale per la protezione dell’ambiente ci porta a toccare con mano i dati quantitativi sulla durata e qualità delle nostre vite .
Il tema ambientale sta uscendo prepotentemente dall’essere argomento di conversazione per circoli elitari radical chic per essere tema quotidiano di ciascuno di noi ; dalla casalinga all’impiegato allo studente . Ognuno può , nella veste di consumatore e decisore della spesa familiare, indirizzare le proprie scelte verso l’acquisto di prodotti non solo facendosi orientare dal prezzo , ma anche dalla posizione dell’azienda nei confronti della sostenibilità ambientale .
Una direttiva comunitaria del 2016 recepita dai Paesi UE ha obbligato le aziende europee di interesse pubblico con più di 500 dipendenti a redigere il bilancio di sostenibilità o bilancio sociale che comprende più di 30 parametri
Aziende italiane sono sempre più attente a comunicare i dati del proprio bilancio di sostenibilità a fronte di consumatori sempre più consapevoli ed esifgenti, tra i parametri del bilancio di sostenibilità troviamo l’emissione di gas serra il consumo idrico, il consumo di energia ma anche il trattamento dei propri lavoratori all’interno del posto di lavoro .
Alcune aziende stanno andando anche oltre i parametri del bilancio di sostenibilità e si stanno impegnando per consolidare la cultura ambientale tra i propri quadri e manager per poterla poi diffondere a cascata nell’ambiente lavorativo.
Nasce all’interno del meraviglioso Parco di Monza , il parco recintato più grande d’Europa, già laboratorio ambientale, un lungimirante progetto di formazione manageriale dalla collaborazione profit/no profit tra Creda , centro ricerche educazione ambientale con una tradizione di formazione rivolta a famiglie e bambini e Green Manager Lab , scuola di formazione manageriale con l’ambizione di sensibilizzare la classe dirigente sul tema del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile .
Green Manager lab prende vita da un’idea di Mariateresa De Sanctis che dopo un background professionale nell’area marketing di Panasonic si è dedicata ad approfondire e sviluppare i temi ambientali.
Il metodo di formazione innovativo prevede un gioco a squadre tra manager con una immersione nella natura che sin dalla scelta del mezzo per giungere al Parco di Monza, dovranno misurarsi con la loro emissione di CO2 , banditi i cellulari e qualunque device, le squadre sono coinvolte in una caccia al tesoro che implica scelte etiche e sostenibili , quattro tappe su quattro temi : rifiuti , biodiversità, acqua e paesaggio .
La squadra di manager vincente potrà scegliere quale ricetta realizzare , sempre tenendo in considerazione l’impatto energetico , quanta acqua occorre , quanto impiego di suolo pubblico, che cosa significa in termini ambientali decidere di consumare un cucchiaino di miele oppure o un bicchiere di latte .
Questa formazione ai manager di aziende parte dal presupposto che motore dello sviluppo sostenibile sono le nostre scelte , ciascuna squadra decide quindi ,dopo avere vissuto questa esperienza, cosa modificare nella propria azienda e quali comportamenti virtuosi implementare .
Tra i nomi delle aziende che hanno deciso di inviare il proprio “green” management in formazione outdoor troviamo Unicredit , Pomellato , Lamborghini , PWC , ma molte altre si aggiungeranno presto.
Le azioni concrete che i manager di queste aziende hanno deciso di implementare una volta rientrati nei propri ambienti di lavoro vanno ; dalla eliminazione dei cestini per i rifiuti accanto alle scrivanie per poter invece procedere ad una suddivisione e raccolta differenziata dei rifiuti, alla eliminazione delle bottigliette di plastica dalle mense a favore delle antiche caraffe di vetro condivise ai tavoli da pranzo, al cambio menù a vantaggio di scelte di alimenti più sostenibili, agli incentivi aziendali a raggiungere il posto di lavoro con i mezzi pubblici o condividendo il mezzo di trasporto .
The world is a fine place and worth the fighting for.
(Trad: Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare ) Ernest Hemingway
Adelaide Cacace Nata nel 1968 a Firenze , cresciuta a Napoli dove ha compiuto i suoi studi , laurea in Scienze Politiche , vive in Lombardia da 25 anni con i suoi 2 figli . Esperienza professionale come senior account presso multinazionali americane specializzate in ricerche di mercato quantitative. Ha lavorato per anni in agenzie di lavoro come responsabile di filiale ,in Manpower ha gestito selezione di personale per aziende nazionali e multinazionali. Come presidente di Dcare, cooperativa per la fornitura di servizi alle famiglie ed al singolo lavoratore, ha organizzato selezione di personale domestico a supporto dei lavoratori dipendenti, progettando e sviluppando modelli di welfare aziendale volti a conciliare il tempo lavoro-famiglia dei dipendenti, in particolare delle donne, all’interno di società bancarie. Da alcuni anni associato in Europlacements agenzia specializzata nella ricerca e selezione di personale qualificato soprattutto madrelingua inglese . Appassionata di viaggi ha trascorso molto tempo negli ultimi 12 anni in USA a Miami dove risiedeva la sua famiglia di origine . Scrive per diverse riviste online soprattutto di quelle che sono le sue passioni : arte , letteratura , cinema , costume .