Siamo, poetiamo, e al mondo diamo un’ anima, come un’ aurata rosa, che il suo arcano profumo spande qualunque sia il suo nome.
E siamo qui, a cercare brillanti nella mota, a separare il grano dalla pula.
Abbiamo visto secoli e millenni sfilare vuoti o pieni di dolore. Restiamo rocce o liquidi pioviamo altrove , a contar petali, a rimembrar gli sguardi lievi e silenti.
Non abbiamo padroni, non altro che il tempo senza fine, a proteggere le stille di eterno che il Creato ci riverbera nel cuore, e son parole di universo afflato e tinte forti, iridescenti moti dell’ anima e graffi e morsi di vita calpestata.
Non gloria e gratitudine,ne’ rispetto si coglie, solo segni nell’ aria. Solo vento.
Quel senso intiero che alla Vita dà la Vita sola, quel conoscere che vibra di destino. Chi colse la prima mela? Ma tutti ne mangiarono. Chi si stracciò le vesti? Ché tutti ne scansarono. Di quel securo il fulmine non va dietro il baleno,
Ma fulgido risplende, ovunque sia la pena, la gioia, la speranza, la lingua dello Spirito disvelante l’ occulto.
È musica, è magia, è il fiat che tutto causa? Poco cambia.
Noi si pratica l’ Arte, noi pieghiamo le pietre, siamo nel flusso quantico spiegandolo ai raminghi, noi gridiamo le assenze e additiamo le stelle.
Chiamammo i giorni per nome e le anime , le galassie dipingendo con mani bambine, e l’Opra dispiegando a ciechi intravedenti scintille nel buio arido dell’ utilità.
Salviamo tutti i soldati Ryan, guidiamo in porto navi senza meta.Quali Caronti! Menar dal vecchio al nuovo , plasmando orci da franti cocci. Questa è l’ impresa, questa la Carretta.
Per noi si va nelle città dolenti, si evolvono le genti, si mutano pensieri.
Araldi del possibile, pionieri di umanità sensibile e senziente, miriamo al Tutto e puntiamo all’ Uno. Danzando le cadenze su Archetipi in attesa, sigilli ineluttabili, eroi senz’altre armi del sogno d’un Dio,
nulla più evanescente nè più vero,
Siamo, poetiamo, e al mondo diamo un’ anima, come un’ aurata rosa, che il suo arcano profumo spande qualunque sia
il suo nome.