Manuale per ragazze rivoluzionarie- Perché il femminismo ci rende felici” (Ed. Rizzoli).In questo saggio Giulia Blasi analizza le situazioni che le donne quotidianamente vivono e offre, mentre in una seconda parte “pratica” del libro, consigli concreti per mettere in atto un femminismo pieno di ottimismo e spirito di collaborazione che possa rendere tutti più sereni, rispettosi, appagati e felici, anche gli uomini.
A Grumo Appula presso la Sala della Cultura, i Presidi del Libro hanno organizzato la presentazione del libro di Giulia Blasi: “Manuale per ragazze rivoluzionarie- Perché il femminismo ci rende felici” (Ed. Rizzoli).
Ha introdotto la serata Maria Amoruoso, Responsabile del Presidio del Libro di Grumo Appula, ed ha dialogato con l’autrice Gabriella Falcicchio dell’Università di Bari.
In questo saggio Giulia Blasi analizza le situazioni che le donne quotidianamente vivono e offre, mentre in una seconda parte “pratica” del libro, consigli concreti per mettere in atto un femminismo pieno di ottimismo e spirito di collaborazione che possa rendere tutti più sereni, rispettosi, appagati e felici, anche gli uomini.
L’idea risale almeno a un paio d’anni fa, pre-Fertility Day, pre-#quellavoltache, pre-tutto ma post-un bel po’ di anni di femminismo attivo e dichiarato. Un femminismo, però, vissuto per buona parte in un relativo isolamento, maturato dal contatto con i blog americani e non nei collettivi nostrani, quindi un neo femminismo slegato dalla storia dello stesso, che ne eredita le conquiste, ma elabora schemi diversi di elaborazione ed attivazione. Forse senza un pezzo di conoscenza essenziale, ma con una marcia in più verso l’esterno, verso l’altro, verso l’uomo, non più visto come nemico.
Blasi:” Il blog #quellavoltache ha cambiato tutto: mi sono trovata a “fare” la femminista, oltre a esserlo, sui media nazionali. E man mano che andavo avanti, man mano che parlavo, avevo sempre più la percezione di un desiderio che vibrava intorno a me, di una necessità collettiva di azione, unità, direzione delle energie.”
Il Manuale nasce per provare a rispondere a due domande: “Dove siamo?”, e “Cosa possiamo fare?” È un manuale per chi si sente pronta al cambiamento e ad abbracciare la pratica di un femminismo gioioso, contemporaneo, aperto al mondo e non arroccato sulle sue posizioni, che abbraccia il dubbio e la complessità e prova a scioglierli, e non esclude nessuno, di nessun genere, di nessun orientamento. Il femminismo intersezionale, insomma, quello che da noi sta emergendo proprio ora, ma che fatica ad affermarsi a causa della persistenza di una narrazione del femminismo incentrata su una serie di stereotipi tagliati e cuciti per delegittimare chi lotta perché le persone non siano discriminate a causa del loro genere, o delle loro condizioni personali. Come peraltro vuole anche la Costituzione. Non è un libro per iniziate, anche se l’autrice spera che le femministe già formate ci trovino qualcosa di interessante e produttivo da portare nel dibattito già in corso. È un libro per chi è arrivato al femminismo da poco o ci arriva adesso, e che prova a fare quello che negli Stati Uniti si fa da sempre, ovvero portare il pensiero femminista fuori dai circoli accademici e dalle università in maniera avvicinabile ma non semplicistica. Manuale per ragazze rivoluzionarie parla di patriarcato, corpo, parole, sesso. Parla di pratica, di sorellanza, di vicinanza, di inclusione. Dei difetti di pensiero e di come liberarsi, o provare a farlo, per superare insieme questo momento: che non è solo un problema delle donne, ma che non verrà superato mai senza il contributo delle donne e l’inclusione attiva del femminismo nel dibattito politico e sociale, ma anche con la condivisione degli uomini se prima contaminati dall’esistenza della duplice e diversa cultura: femminile e maschile.
In definitiva Giulia Blasi ed il suo gruppo lancia l’appello ad una rivoluzione che sia idonea all’evoluzione di tempi ed ad una società che oggi è tecnologica, in rapida evoluzione, ma purtroppo non ancora paritaria fra i sessi in termini di rispetto, opportunità, trattamento. Certo nel Novecento sono stati fatti enormi passi avanti per le donne, basti pensare al diritto di voto o alle grandi battaglie per il divorzio e l’aborto. Ma dagli anni ’80 in poi il femminismo si è come addormentato, mentre il successo nel lavoro (e in politica, nell’arte…) ha continuato a essere per lo più riservato agli uomini e in tv apparivano ballerine svestite e senza voce. Per non dir di peggio: la violenza sulle donne non si è mai fermata e chi denuncia le molestie tuttora corre rischi e prova vergogna. Ecco perché oggi è giunto il momento, secondo Giulia Blasi, che le ragazze di ogni età raccolgano il testimone delle loro nonne e bisnonne per proporre un cambiamento epocale, per fare una rivoluzione che porti tutti – donne e uomini – a un mondo in cui ciascuno abbia le stesse occasioni per affermarsi secondo i propri talenti e non si senta più obbligato ad aderire ai modelli patriarcali – cacciatori e dominatori su angeli del focolare e muti oggetti di desiderio sessuale – che, spesso in forme subdole, continuano a esserci proposti.
Alcuni stralci del “Manuale”:
” Il sottinteso è che in un mondo pieno di stronzi, un uomo che lava i piatti, non ti mena e non ti licenzia è oro: la regola è un’altra, lo sappiamo benissimo, quindi ci conviene abbassare le aspettative. All’uomo- Muttley non viene mai in mente che forse il minimo non basta, e che c’è una certa arroganza (nonché una scarsa percezione del proprio privilegio) nel vantarsi di fare cose normalissime: anzi, ci ricorda che in altri paesi le donne non possono guidare o uscire di casa, e quindi dovremmo essere contente di come veniamo trattate qui, perché poteva andarci molto peggio. Insomma ragazze, non avete capito: altro che femminismo, qua tocca ringraziare perché ci lasciano vivere.”
“Può essere che tu sia giovane e che stia cercando un modo per ribellarti, o meno giovane e molto isolata nella tua lotta quotidiana. Forse sei una ragazza stufa del femminismo fatto di video motivazionali. Oppure potresti essere un uomo con o senza figlie o parenti femmine giovani, alla ricerca di stimoli nuovi. In ogni caso, questo libro va bene per te…”
“Il femminismo praticato dai maschi deve essere un percorso autonomo, una strada su cui incamminarsi avendo saldi dei principi e tenendo ferma la guida delle donne, almeno finché entrambi i generi non avranno pari diritti e dignità non solo formali.”
Giulia Blasi.
(…) La donna forte e femminista usa la sua forza per cambiare il sistema che tiene in scacco le più deboli, non le biasima per la loro fragilità, non scarica su di loro la colpa di aver ceduto davanti alle pressioni del patriarcato, e non permette alle “donne forti” che non sono femministe di sfruttare una qualifica che non si sono guadagnate per attaccare le altre. Non basta dirsi “femminista” per essere femminista, perché il femminismo è un’identità e una pratica che passa prima di tutto per la sorellanza. Se sei “una donna forte” ma non stai vicino alle tue simili, non le nutri e curi e rispetti, se la tua forza si basa sulla capacità di muoverti dentro un sistema senza cambiarne gli equilibri per rendere più facile la vita alle altre, sei sicuramente una che sa cavarsela, ma non sei una femminista.”
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