In ogni ciclo della mia vita ho inconsciamente piantato i semi del ciclo successivo. Ogni esperienza mi ha rivelato lo scopo del passo successivo, ed ogni volta lo scopo si faceva più ampio.
Nel mio primo ciclo, e parliamo dell’inizio degli anni ’90, sono stata una pubblicitaria. Direttore clienti – dopo qualche anno di gavetta – per la prestigiosa agenzia di pubblicità Saatchi & Saatchi. Sono diventata brava a comprendere i clienti, le loro esigenze inespresse e a cercare soluzioni adottando un rigoroso approccio strategico. Ma anche ad essere pioniera di approcci e metodologie nuove.
Nel 1996 ho fondato la Internet Unit dell’agenzia quando in Italia c’era ancora solo Nicola Grauso con il suo Videonline a concederci di navigare nel web e le connessioni avvenivano solo dopo alcuni tentativi di chiamata con il modem analogico e il suo buffo gracchiare. Ero affascinata dal web e il 1998 segnò la chiusura del primo ciclo da pubblicitaria e l’apertura del ciclo da donna di azienda. Sono stata la prima dipendente di Yahoo! in Italia, con la responsabilità, assieme ai miei colleghi, di fare una start up di successo. Da lì a Yahoo! Europe, come responsabile marketing per l’Europa, il salto è stato naturale.
Poi è arrivata la crisi, come accade a molte donne che si avvicinano ai quaranta anni. Non ero felice in Yahoo! e più mi guardavo in giro e più vedevo ambienti organizzativi disfunzionali. Persone stressate, maltrattate, che avevano smesso di portare tutte se stesse al lavoro. Ero certa che i capi, i leader non si svegliassero la mattina pensando a come avrebbero reso la vita dei propri collaboratori miserabile, ma il risultato finale era quello. Decisi di chiudermi alle spalle la porta delle corporation e di rientrare dalla finestra come agente di cambiamento. Dopo un periodo di formazione, decisi di aiutare i leader nelle aziende a diventare più consapevoli e più efficaci.
Nel terzo ciclo sono diventata un Executive Coach e un Facilitatore di Trasformazione. Ora tutte le esperienze che avevo fatto nella vita, anche quelle di profonda e dolorosa messa in discussione di me stessa, delle mie convinzioni, della relazione con i miei familiari più stretti, mi stavano indicando lo scopo più alto della mia presenza in questa vita: contribuire all’evoluzione dell’umanità supportando le persone a trasformare il loro modo di pensare, il loro modo di essere e le loro organizzazioni. Pubblicai il mio primo libro nel 2003: Dire di no ed essere ancora più apprezzati. Fondai Asterys, una società di sviluppo organizzativo, che oggi coinvolge circa 100 Executive Coach e Facilitatori in 25 paesi, e che lavora per il management delle più importanti multinazionali, e Asterys Lab, punto di riferimento per chi vuole apprendere le competenze di coaching e facilitazione e intraprendere questo mestiere.
Fondai la ICF Italia, chapter italiano della International Coach Federation, la più grande associazione professionale di coaching al mondo, e feci parte del Board of Directors internazionale per quasi 10 anni, quando fui eletta prima coach europea al ruolo di Presidente di ICF Global. Nel 2013 pubblicai il mio secondo libro: Il potere di cambiare. Come sviluppare la leadership personale (Rizzoli Etas, ora Mondadori).
Il quarto ciclo, quello che sto vivendo, è iniziato con un progetto di ricerca sull’Azienda del Futuro fatto assieme al mio socio Stefano Petti e con la realizzazione che è la struttura e la mentalità gerarchica che generano e rinforzano le dinamiche disfunzionali comuni alla gran parte delle aziende (burocrazia, mancanza di collaborazione, mentalità a compartimenti stagni, avversione al rischio, mancanza di responsabilità personale, e chi più ne ha, più ne metta). Ci siamo resi conto che nonostante l’efficacia del coaching e della facilitazione nell’aiutare le persone a diventare più consapevoli, più capaci nelle relazioni interpersonali, più efficaci come leader, non possono esserci risultati trasformativi duraturi se non viene abbattuta la gerarchia e la subordinazione e rimesso al centro dell’azienda l’uomo e non il potere e l’inegualità. Se volevamo realizzare lo scopo di aiutare le persone a trasformare se stesse e le loro organizzazioni non potevamo ignorare l’effetto della struttura sui comportamenti e sulle dinamiche dell’uomo. Ci siamo quindi cimentati in una impresa mai affrontata prima: mettere in discussione l’idea stessa di gerarchia e sviluppare un design organizzativo alternativo, senza capi. L’idea è raccontata nel libro AEquacy. Il nuovo modello organizzativo centrato sull’uomo per prosperare in un mondo complesso scritto a due mani con Stefano.
Chissà quale spunto troverò nei prossimi anni che mi traghetterà in un nuovo ciclo. E in quello dopo ancora. Nel frattempo, nei prossimi giorni inciderò un CD in cui canto 8 cover di canzoni funky/pop. Chissà che non mi reinventerò cantante nel prossimo futuro. Una cosa è certa… finché trasmuterò di ciclo in ciclo, sarò viva.