Un acronimo di quattro lettere racchiude il futuro dell’Umanità. Sì, perché le STEM – le discipline tecniche e scientifiche, dalle iniziali di Science, Technology, Engineering and Mathematics – non sono soltanto le materie più importanti da studiare per essere preparati ai cambiamenti del nostro tempo (e crearli). Sono, si è capito già da un ventennio, la nostra ancora di salvezza. Per restare al passo nell’economia globale, ma anche per creare nuovi posti di lavoro, che nei settori STEM sono in crescita esponenziale.
Eppure, nelle professioni STEM, la presenza femminile non è ancora significativa. A dispetto dell’altissimo numero di donne che ‘vive’ di tecnologia, quando si tratta di intraprendere un percorso di studi scientifico-tecnico, le studentesse scelgono soprattutto altre strade, lasciando campo libero agli uomini (che, nel settore IT, sono in numero tre volte superiore alle donne). Non certo per mancanza di volontà, di impegno, di capacità; ma forse perché, ancor oggi, gli stereotipi su cosa una donna “può” o “non può” fare sono forti. Per abbatterli, scendono in campo le Nazioni Unite, che si affiancano al Comune di Milano e ai suoi main partner Accenture, Intesa Sanpaolo e Lenovo nell’iniziativa #STEMintheCity: 30 giorni di aprile (più una ‘maratona’ ai primi di maggio), dedicati a scoprire come potenziare l’apprendimento delle STEM sin dall’infanzia, e soprattutto senza divari di genere.
E così, poiché il 2019 è l’anno di Leonardo da Vinci, morto 500 anni fa e genio dell’umanità sia in campo tecnico che scientifico che umanistico, #STEMintheCity mette al centro dei suoi oltre 100 eventi la ‘comunicazione’ tra tecnologia e arte, tra rigore scientifico e libertà umanistica, con il tema “Arte e Scienza”. Se Leonardo può essere simbolo dell’unione tra maschile e femminile (non tanto per la poco accreditata leggenda che lo vuole omosessuale, quanto per l’ambiguità del suo capolavoro La gioconda, che secondo alcuni ritrarrebbe non Monna Lisa ma un giovane apprendista), a #STEMintheCity si parte dalla collaborazione tra uomini e donne, impegnati in progetti comuni per far valere creatività e talento, per approdare alla necessità di frantumare il ‘soffitto di cristallo’ del laboratorio di Scienze. “Lavoriamo per continuare a invertire la rotta, dimostrando alle bambine, alle ragazze e alle giovani universitarie che hanno tutte le carte in regola per essere delle ottime professioniste nel mondo della tecnologia e della scienza, esattamente come i loro coetanei”, dice Roberta Cocco, Assessore alla Trasformazione digitale e ai Servizi civici di Milano.
Dopo l’evento di apertura “Geniali si diventa”, in piazza del Duomo nello storico caffè Giacomo a Palazzo Reale, #STEMintheCity propone al pubblico una serie di eventi rigorosamente ‘paritari’: seminari e corsi di formazione, incontri e dibattiti, sessioni di role modeling e spettacoli, in cui ragazze e ragazzi dei 9 municipi milanesi, dalla scuola dell’infanzia all’Università – ma anche genitori ed educatori – possono apprendere come superare il gap tra le competenze digitali attualmente in possesso dei giovani e quelle richieste dal mercato del lavoro, in costante cambiamento (da noi, solo il 41% dei 25-34enni ha usato un foglio elettronico per attività di base, contro una media europea del 50%; e solo il 29% ne ha usato le funzioni avanzate, rispetto al 34% europeo).
Iscrivendosi sul sito https://www.steminthecity.eu/, ci si può inserire nei percorsi STEM&Play e STEM&Science, nelle competizioni a squadre Rischiatutto della matematica e della grammatica, o immaginare la Milano del 2050 nel Vision Hackathon per gli studenti più grandi e i docenti. O partecipare a uno dei tanti workshop su informatica, social media, intelligenza artificiale, robotica, coding e cybersecurity, organizzati insieme al Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Milano.
A testimonianza del fatto che il coraggio e la determinazione possono tracciare nuove strade, la manifestazione si conclude con la Maratona delle STEM (che inizia il 6 maggio al Teatro alla Scala con “Geniali si diventa: storie straordinarie tra arte e scienza” e si conclude il 7 e l’8 con una full immersion formativa), in cui gli storytelling di donne di successo ispirano le giovani a non arrendersi di fronte a ostacoli e difficoltà, per raggiungere i propri obiettivi. Le donne del domani seguiranno le orme di Valeria Bellantoni, Chief Communications Officer di GOEL Gruppo cooperativo e portavoce del progetto “Cangiari”, che mette ricerca e innovazione al servizio dell’alta moda, per produrla al telaio a mano; o di Sue Black, docente di Scienze Informatiche e Technology Evangelist della Durham University, che ha creato la rete al femminile BCSWomen e ha guidato la campagna per salvare Bletchley Park, importante sito di crittoanalisi della Seconda Guerra Mondiale. O di Priya Burci, tra i fondatori del progetto Power.Coders, accademia di coding per i rifugiati qualificati ma senza lavoro che desiderano entrare nel mercato della tecnologia; o di Ellen Stofan, Chief Scientist della NASA dal 2013 al 2016 e attualmente direttore del National Air and Space Museum.
Come diceva Eleanor Roosevelt, “il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni”. Con un po’ di impegno, noi donne abbiamo il diritto, ma anche il dovere verso noi stesse, di farli diventare realtà.