Gli uomini raramente parlano delle donne quando c’è da difenderle, ma ce ne sono sempre per avvilirle, fermarle o sottometterle, quando lei gli fa una domanda provocatoria ma giusta, scatta il panico.
Anche se faccio questo mestiere da tanti anni, a volte mi accorgo che ci sono personaggi che per me non esistono davvero, come se vivessero nello schermo della televisione, sulle foto dei giornali, in qualche post su facebook, sono per me brutte persone che fanno e dicono cose che non mi piacciono ma che in realtà nel mio piccolo egoismo quotidiano, non mi toccano.
Poi vai a un festival del giornalismo e te li ritrovi a pochi metri. Non sono il parto di un cartone animato brutto, ma sono in carne e ossa. Con il loro gruppetto al seguito. Si permettono di arrivare in ritardo al loro panel per evitare il confronto con gli altri relatori, e invece di dirgli “mi dispiace, magari un’altra volta”, gli si dà la possibilità di fare un monologo e quando un altro relatore donna, perchè gli uomini raramente parlano delle donne quando c’è da difenderle, ma ce ne sono sempre per avvilirle, fermarle o sottometterle, quando lei gli fa una domanda provocatoria ma giusta, scatta il panico.
In breve lei, relatrice che aveva parlato dei diritti umani qualche ora prima, viene bruscamente redarguita, e lui, il senatore Pillon che non so con quale autorità, un uomo possa parlare del corpo delle donne, tra l’altro condannato per aver parlato contro gli omosessuali, ha continuato il suo monologo, dimostrando che di famiglia ne sa meno di me che non ne ho una, probabilmente non è mai uscito dalla sua bolla da mulino bianco e vorrebbe vedere il mondo come lo vuole e non come è.
E un politico che non sta, non vede, non conosce la realtà, è pericoloso. Un senatore che parla di femminismo senza conoscerlo, di buon senso senza applicarlo, di donne probabilmente senza averle vissute, per me è pericoloso. Un uomo che si scaglia contro la scuola che parla di omosessualità, perchè per lui spetta ai genitori decidere cosa deve e come sapere un figlio, è anacronistica e pericoloso.
La scuola è il primo accesso alla società di un essere umano, è il posto dove i ragazzi imparano, sperimentano, comprendono, e sviluppano il loro senso critico. Anche per questo esistono le scuole.
La scuola è il primo esercizio di democrazia, convivenza e rispetto di un individuo. La famiglia è un nucleo casuale, dove c’è il mafioso, la brava persona, il violento, l’ignorante, l’intellettuale. Genitori amorevoli e attenti, ma anche quelli del klu klux klan.
Per questo serve, almeno in teoria, la scuola, per formare uomini e donne del futuro, non clan familiari dove si pensa quello che pensano i genitori. La famiglia può essere amore ma anche il cuore di una setta, per questo si va anche a scuola.
L’ho ascoltato, questo uomo dalla visione ristretta del mondo perchè sono educata, ma dentro avevo le ovaie che si rivoltavano. Se ne avessi più di due, forse sarebbero esplose.
Ho provato tristezza per questo paese, per il tentativo di passare una linea quando il giornalismo sano è quello che fa domande scomode, non che le blocca in virtù di una reverenza che il giornalismo non può mai avere verso la politica che si concordi o no.
Poi si può credere in quello che si vuole, che la famiglia sia fatta da un uomo e una donna, che una bambina messa incinta dallo zio non debba abortire. Può pensarlo ma non ha il diritto di imporlo perchè ci sono leggi, perchè l’aborto è legale, perchè due donne si possono sposare. Perchè la famiglia vera è amore e non il genere di chi dorme nello stesso letto. Abominio non è due uomini che si amano, ma chi non glielo permette. È chi non soccorre la gente in mare o chi dice che il posto di una donna è quello di fare la madre. E un politico lavora per tutti, non solo per quelli che lo hanno votato nel rispetto delle leggi.
E un’altra cosa che mi sembra importante, spesso gli uomini si dimenticano che le donne possono essere vulnerabili, ma non sono mai mai mai e poi mai deboli.
#maiosonstrana