Luglio 1981, il mio esame di maturità. Sembra passato un secolo e allo stesso tempo pochi istanti: “Il tempo non esiste”, diceva il mio insegnate di matematica “è una convenzione umana” e forse, dopo tanti anni, posso dargli ragione.
I ricordi dei momenti topici della nostra vita sono indelebili tanto da diventare attimi di memoria senza tempo, attimi da ricordare e rivivere con un po’ di nostalgia ma soprattutto con la finalità di darci la giusta carica nei momenti difficili. All’epoca ci sembrava di dover superare chissà quale ostacolo, ci avevano fatto credere di dover passare il ponte, il primo vero scoglio, per diventare adulti. Saremmo diventati maturi, in realtà la maturità è un lento processo che si raggiunge e che investe solo certe parti di noi: per fortuna.
Il giovane, il bambino, l’immaturo ci accompagnano sempre e con loro possiamo riassaporare le piacevoli sensazioni della spregiudicata infanzia della vita. Notte prima degli esami, una canzone ormai celeberrima di Antonello Venditti di cui non mi sogno neppure di cercare il vero significato che può conoscere solo il suo autore, è diventato da subito un inno della maturità; la canzone è uscita nel 1984 quando per me i giochi erano fatti. Eppure la considero mia, immagino di averla cantata a squarciagola come atto liberatorio, come medicina contro la paura di quell’incontro con le mie angosce da maturanda. La notte prima degli esami non la potremo mai scordare, sono stati momenti in cui la vita degli altri andava avanti, ore in cui tutto intorno viveva o moriva, c’era chi si amava e chi si lasciava, il mondo continuava la sua corsa nonostante noi. Ma per noi il mondo era sospeso in quell’attesa dell’esame. Tutti dicono di stare calmi, che la nostra preparazione ormai è arrivata al suo apice: ma come diavolo si fa a stare calmi quando da un anno ti ripetono che quest’anno avrai la maturità? E se dovesse andare male? Tutto può accadere. Non dobbiamo arrenderci perché ci sarà sempre la seconda occasione: la vita sociale inizia con la maturità e continua per tutto il resto del tempo con una serie infinita di prove, errori e vittorie. Non dirò ai ragazzi di stare calmi, ma alle loro mamme di lasciar loro vivere la notte prima degli esami cantando, suonando, amando e festeggiando al di là di ciò che accadrà domani.