Incontro a Milano di mercoledì 19 Giugno alle 18,30 nello Spazio Gilco Art&Bike, offerto per accogliere Lorena Fornasir, Gian Andrea Franchi più altri testimoni delle rotte balcaniche dei migranti.
Una serata di amicizia e grande solidarietà. Grazie a Lorena Fornasir, Gian Andrea Franchi, Francesco Cibati, Francesco Floris, Ronzi Mirko. Che i loro racconti di umana follia e crudeltà smuovano le coscienze e contribuiscano a renderci migliori.
Grazie a Gilco Art&Bike per l’ospitalità, agli amici volontari ex Sammartini e NoWalls e agli amici tutti che hanno partecipato all’incontro e aperto all’ascolto il loro cuore. Un grazie particolare a Silvana e Pia per l’aiuto nell’organizzazione. RESTIAMO UMANI
Fausta Chicca Omodeo Sale si occupa da anni di volontariato e ci aveva invitato ad ascoltare le varie esperienze di ,psicologi, videooperatori,giornalisti o filosofi come Franchi, che hanno vissuto e vivono a contatto con popolazioni di molte parti del mondo, iraniani, afgani, turchi,pachistani e altri che tentano di lasciare una vita che non è vita, per cercare di vivere in pace.Quello che abbiamo sentito e visto ci ha lasciato senza parole perchè,sommersi da notizie su persone che arrivano dal mare e conoscendo tutte le loro traversie, non sapevamo, nè immaginavamo questi orrori.
Gli orrori sono ovunque, sappiamo appunto dei viaggi nelle stive, dove molti muoiono per mancanza d’aria e assetati, i respingimenti, la cattiva accoglienza in molti centri, ma la differenza,o almeno a noi è sembrato così, è nella volontaria crudeltà della polizia e a volte anche dei civili, nei confronti di essere viventi.
Crudeltà, arroganza, disumanizzazione calcolata, umiliazioni a non finire, come lasciarli 48ore in un deposito tra i loro escrementi, poi rubare loro i soldi, spaccare il cellulare e riempirli di botte. Rubare le scarpe per impedire loro, d’inverno ,con anche 20gradi sottozero,di passare la frontiera croata o bosniaca.Abbiamo visto foto di un certo Alì ,iraniano,respinto nei boschi di neve il 7 febbraio 2019 con le dita dei piedi completamente nere,d ita che non saranno mai considerate, nè Alì, che viene poi sbattuto su una carrozzella,ma,visto che aveva osato muoversi, viene messo al pari della spazzatura dentro a una carriola.
L’immagine di Alì che, rovesciatosi per terra ,cerca con il suo corpo offeso di sporgersi verso l’esterno, l’aria da respirare,ci lascia con le lacrime agli occhi,perchè lui combatte,ma il silenzio attorno uccide le nostre coscienze.