Ieri la nazionale azzurra femminile è entrata nei quarti di finale. Fin qui tutto bene, ma le calciatrici hanno fatto appunti al modo di essere appellate sul campo. Non portiera ma portiere…
Che peccato, che splendida occasione buttata alle ortiche! Quante banalità e stupidaggini dette in un paio di minuti di telecronaca: “preferiscono passare una interpretazione neutra del ruolo” (il neutro non esiste nella nostra lingua), “portiera è cacofonico” (ma per la portiera del palazzo non lo è?), “non stravolgere il linguaggio” (si tratta di rispettarlo non di stravolgerlo), “vuole essere chiamata portiere” (come se potessimo decidere noi se applicare o no la grammatica).
Mie care bravissime giocatrici… perché allora non farvi chiamare anche giocatori? Perché portiere sarebbe neutro e giocatore no? E poi mie care calciatrici che giustamente battagliate per un maggior riconoscimento, una maggiore visibilità, un guadagno giusto perché non comprendete che potrete ottenerli passando per l’essere riconosciute a pieno titolo per il vostro essere donne? Non è nascondendovi nel finto neutro che otterrete ciò che meritate. Continuerete solo ad essere nascoste, così!