Nonostante gli attacchi dei telebani, in Afghanistan si vota anche nel 2019
da Luca Lo presti di Pangea
Posticipate tre volte, sabato 28 settembre finalmente si svolgeranno le elezioni presidenziali in Afghanistan. La democrazia, “esportata” a suo tempo da Bush è fallita.
Queste elezioni sono vissute con meno ansia e speranza che in passato. Il grande gioco sul futuro afghano si fa altrove, nei tavoli di Doha tra gli Stati Uniti d’America e i talebani,
con l’Isis sullo sfondo nel classico gioco dell’amico del mio nemico. In questo modo le speranze, le aspirazioni, i sogni degli afghani non trovano spazio. Ma è proprio qui che Pangea si insinua: mentre tutti fuggono, noi corriamo li.
Saremo per molti giorni la sola voce italiana presente a Kabul; saremo fonte d’informazione e denuncia. Saremo lì perché abbiamo fatto una promessa a quelle donne e perché abbiamo fatto una promessa ai nostri donatori. Saremo lì perché siamo Pangea!
Venerdì : Oggi ero davvero assonnato. La testa ovattata dalla stanchezza dovuta al viaggio ma varcare la porta dell’ufficio mi dona ogni volta una sensazione di serenità che non trovo in nessun’altro posto. Kabul è svuotata, la gente se può non esce per il timore degli attentati ma l’ufficio di Pangea è super operativo. Le tante promesse pre-elettorali, come in ogni dove, le lasciamo ai dialogatori da palcoscenico, noi la pace la costruiamo ogni giorno, una donna per volta, un bambino alla volta dando valore sempre e comunque alla vita! La notte è buia a Kabul, la corrente razionata ma, credimi, la stella di Pangea illumina tutto intorno ed è una luce magica, perché le magie, se ci credi, esistono!
Noi non siamo giornalisti e neppure osservatori elettorali. Noi siamo Pangea e qui a kabul viviamo con le donne, i bambini e le famiglie intere ascoltando le loro voci i loro sogni e li trasformiamo in segni concreti. Sono 17 anni che lo facciamo e oggi le parole delle donne esprimono paura. Paura vengano loro tagliate le dita tinte di inchiostro segno che hanno votato. Paura che scoppino bombe ai seggi elettorali e paura possano decidere che loro non esisteranno più in quanto donne! In loro tanto scetticismo sul fatto che il voto possa davvero contare. La risposta più bella però , è venuta da chi in Pangea lavora ed è la voce della consapevolezza che il cambiamento lo si costruisce dal basso, una donna alla volta, un bambino alla volta tenendo sempre presente che ogni passo cambierà il futuro.
La pace è più forte della guerra, occorre solo avere pazienza e perseverare. Oggi è venerdì ed è giorno di preghiera e riposo, di paura e attesa ma anche oggi, come ogni venerdì gli aquiloni volano alti sopra il cielo di kabul!
Ci sono già stati due attentati a Kabul ma cerchiamo di accompagnare ai seggi più donne che ci è possibile perché è giusto essere con loro e Pangea è con le donne oggi e sempre! La domanda è perché voti? La risposta una sola : We want peace
Kabul 29 settembre: il giorno dopo.
Oggi andando al centro donna di Pangea, ho incrociato lo sguardo di un bambino e di suo nonno. Seduti intorno al fuoco alimentato dal mantice, battono il ferro e lo forgiano col sudore e i muscoli. Persone che guadagnano non più di 4 euro al giorno e non scelgono il loro destino. Allora mi chiedo: oggi è il giorno dopo di cosa? Hanno votato 1 milione e cinquecentomila persone su 9milioni e cinquecentomila chiamati alle urne. Lo sguardo di quel nonno e del bambino mi dicono che in loro vige la consapevolezza di non contare nulla sullo scacchiere del grande gioco. Unicamente colpevoli di essere nati nell’ombellco del mondo, gli afghani pagano le conseguenze delle azioni dei potenti della terra. Avidi di denaro e potere rendono fantasmi milioni di anime che dopo che i pochi giornalisti venuti a testimoniare le elezioni torneranno nei loro paesi, continueranno ad essere invisibili.
La domanda che pongo allora è questa: perché ci sono vite che valgono meno di altre? Perché non possiamo dare il giusto valore ad ogni respiro a chiunque esso appartenga? Oggi è il giorno dopo di cosa? Oggi per Pangea è un giorno qualunque, una giornata che finisce avendo aiutato più donne e bambini possibile e domani sarà solo il giorno dopo di ieri è così ancora nei giorni a venire perché Pangea è in Afghanistan da 17 anni e col vostro aiuto resterà qui perché ogni vita dev’essere salvata in quanto sacra!
Questo è ciò che è giusto e questo è ciò che Pangea farà
È notte a Kabul e la notte, prima di dormire, ci si interroga. Nel mio cuore ritrovo gli occhi giovani di una scrutatrice. Brillano mentre mi dice che è al seggio come volontaria! Ha vent’anni e rischia la vita per garantire il diritto al voto. Nelle narici mi resta l’odore d’inchiostro che ha marchiato le dita delle donne che hanno votato. Alcune tra loro hanno annullano la scheda perché sanno che il nome del vincitore lo decideranno persone potenti che vivono lontano da questo paese. Sono andate comunque al seggio perché è loro diritto e soprattutto perché si sappia che esistono!
Nell’animo trovo la giustezza di essere qui perché Pangea da 17 anni in Afghanistan è al fianco delle donne e oggi doveva esserci e quel che abbiamo fatto è giusto! Ora dormo perché domani è un altro giorno e andremo nei centri donna a far ripartire le attività perché è lavorando per la pace tutti i giorni che essa si realizza e come dicono