Giustiniano La Vecchia autore, speaker, intrapreneur, facilitatore e trainer 15 anni fa ha ideato un corso di formazione di donne e leadership. Cosa lo differenzia da altri?
L’abbiamo voluto intervistare per capire come si colloca il suo lavoro nei tanti adesso attuali corsi e incontri di forazione rivolti alle donne e alla leadership. con un profondo aggiornamento sui metodi emergenti di gestione e sviluppo delle organizzazioni del XXI secolo, sulla base di approcci sistemici, collaborativi e creativi specializzato in processi di gestione dell’innovazione, innovazione di business e trasformazione culturale, e collegato con alcuni dei movimenti globali più avanzati sull’evoluzione della società post-industriale,15 anni fa ha ideato un corso rivolto alla leadership femminile, chiamato Woman on track.
La sua passione è la condivisione del pensiero creativo (immaginazione, idee, innovazione) all’interno delle organizzazioni, dove gli esseri umani rappresentano il vero valore.
Per far questo è necessario uscire da schemi burocratici, fossilizzati e da vecchi processi che ancora dominano nella maggior parte delle organizzazioni. Dobbiamo ripensare le modalità di gestione delle nostre organizzazioni.
Perché un corso di donne e leadership? Cosa lo differenzia da altri presenti già sul mercato?
La presenza contestuale in aula di uomini e donne porta a una distorsione delle dinamiche e dei comportamenti. Comportamenti, condivisioni che devono assolutamente essere liberi da condizionamenti e paura del giudizio
Si riproduce inevitabilmente quella competizione tra sessi che ancora oggi è presente sia nel mondo del lavoro che nella vita privata: da un lato l’uomo cerca di presidiare il proprio territorio, dall’atro la donna risponde imbracciano le stesse“ armi ”maschili , dimenticando, limitando e in molti casi nascondendo la creatività innata del mondo femminile che la contraddistingue.
Pensi che per attestarsi nella società sia necessario un forte senso di leadership? O forse solo perchè è una società maschile?
Intanto per leadership intendiamo una dote naturale: si nasce leader, si diventa manager, Il leader è una persona meravigliosamente generosa ma sola. Per questo, a mio modesto parere, le donne hanno sicuramente più potenzialità rispetto agli uomini. Allo stesso modo, gli uomini nella maggioranza dei casi hanno la tendenza a essere più autoritari, aggressivi e molto più orientati a indicare dei compiti in modo aussolutistico e poco partecipativo. Le donne invece gestiscono la leadership con uno stile più partecipativo, condiviso e circolare, quindi democratico, orientato al benessere delle persone e alla costruzione di sane relazioni. Entrambi gli stili sono, in molti casi manipolati e strettamente associati a seconda dello status quo alle convinzioni esistenti ereditate dalle “tribù” precedenti e dalla cultura di provenienza.
Per questi motivi, la leadership non autoritara, partecipativa e che mira alle relazioni e con esse alla crescita del singolo per il bene della comunità, risulta estremamente efficace.
Ci parli dei tuoi corsi di leadeship?
Considero questo percorso, non un corso formazione, ma una vera e propria esperienza. L’esperienza ha come obiettivo, in un processo di benessere sistemico, quello di uscire dalla stato di convinzioni per entrare in uno stato di consapevolezza attraverso la condivisione di esperienze, il confronto e soprattutto rimettendo in modo il pensiero creativo. Tutto questo facendo emergere l’importanza di una gestione equilibrata tra l’ambito professionale e quello personale (coppia e famiglia) acquisendo quella “libertà” per essere protagoniste della propria esistenza.
Va ricordato e non dimenticato mai che quando le convinzioni (esperienze di altri, il sentito dire) incontrano la consapevolezza, soprattutto in momenti difficili della propria esistenza, la consapevolezza vince sempre.
Da cosa sono nati e quando?
Questa esperienza è nata circa 15 anni fa. Nelle prime esperienze ho invitato circa un centinaio di donne, senza costi per loro, a condividere questa nuova modalità. Era il mio modo di investire per imparare, conoscere senza giudicare un mondo. Le classi erano composte da un massimo di 10/12 persone per fare un buon lavoro e ottenere i risultati sperati. Ho imparato moltissimo e ho soprattutto scoperto l’enorme potenzialità del pensiero creativo e della leadership del mondo femminile.
Delle donne dici che sono molto creative, spesso più degli uomini. Ma come mai gli uomini sfondano e le donne no?
Io non credo che le donne non “sfondino”, credo solo che il processo sia molto lento. Il problema è in parte culturale, ma soprattutto come ho detto prima, è un problema di consapevolezza delle proprie pontenzialità. Bisogna allontanarsi dalla paura del giudizio, iniziare un processo dove conta solo la propria esperienza, la propria capacità creativa. Parlando poi della capacità creativa delle donne, le donne sono più abili nella elaborazione emotiva, sono dotate di maggiori risorse per gestire e processare le proprie emozioni e sono più empatiche. Chiaramente questo è frutto della mia personale esperienza.
Il mondo attuale non ha bisogno di creatività?
Il mondo attuale ha disperatamente bisogno di creatività. La creatività ha tre fasi ben distinte: immaginazione, idee e innovazione. Ci sono due citazioni che amo particolarmente per spiegare questo, la prima: “L’immaginazione è l’inizio della creazione. Le persone immaginano quello che desiderano, poi vogliono quello che immaginano e, alla fine, creano quello che vogliono.”
(George Bernard Shaw)
La seconda è : La creatività è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, mentre la creatività abbraccia il mondo stimolando il progresso e dando impulso al futuro.
(Albert Einstein)
Il mondo prospera, cresce perché qualcuno non si è fermato alle convinzioni e alle esperienze di altri ma ha iniziato ad immaginare, progettare idee e innovare, cose che altri non vedevano perché ancorati al passato.
In quali settori vedi più capaci le donne?
Partiamo dal presupposto che in questo contesto storico non credo ci sia un settore o meno particolarmente adatto alle donne. Credo invece che ci sia un disperato bisogno della loro creatività soprattutto in settori che hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita delle persone. Per questo motivo ho deciso per altro di fondare una no profit per aiutare nuove idee e liberare il talento delle nuove generazioni che rappresentano il nostro futuro e la possibilità di migliorare la qualità della vita. Siamo usciti dall’economia della conoscenza per entrare nell’economia della creatività
Perchè hai scelto il titolo women on track?
Tempo fa ho coniato questo principio: “nomade creativo”. Il nomade è una persona sempre in movimento che cerca la condizione migliore per la sua comunità e per se stesso, creativo perché non si limita al sentito dire o ancorato alle esperienze degli altri. Vuole attraverso le sue esperienze, conoscere e aumentare la propria consapevolezza. Da questo pensiero è nato: woman on track, che rappresenta la creatività in movimento
Cosa hai imparato dalle donne che hai incontrato? E cosa hai insegnato, comunicato loro?
Ho imparato moltissimo , ma la cosa più importante che ho imparato e devo ancora imparare e l’ascoltare senza giudicare.
Il mio compito non è quello di insegnare ma facilitare il processo di condivisione verso la consapevolezza attraverso le mie esperienze e mediante il contradditorio.
Come vedi una donna amministratore delegato in Italia, in settori fortemente maschili che esistono ancora?
Vedo bene tutte quelle persone che sanno che le organizzazioni, quindi le aziende, hanno un valore economico e non che deriva dalla cumulata dei volori di ogni singoli individuo, ai quali è stata data la possibilità di liberare il proprio talento e la propria creatività. Le donne sono molto predisposte in questo ma devono esserne consapevoli e allenarsi costantemente per questo.
Un consiglio ad una giovane donna in carriera?
I suggerimenti che posso dare sono questi due: essere totalmente distaccata dai giudizi e delle critiche degli altrie vivere appieno la propria vita solo in funzione di come e cosa si vuole raggiungere, senza se e senza ma. Quando nasciamo l’universo ci fa 3 grandi doni: una clessidra che ci ricorda che il tempo non è infinito, una bussola che ci dice che noi e solo noi decidiamo quale viaggio intraprendere e un pentagramma dove scrivere la colonna sonora della nostra esistenza. Non si può morire senza averla ascoltata. La vera felicità sta nel viaggio, nel proprio viaggio e non delle aspettative di altri.