Gli studi non finiscono dopo l’università. Finché avremo l’opportunità di apprendere e conoscere avremo anche la possibilità di sviluppare il nostro pieno potenziale.
di Angela Carta
Dopo molti mesi dal mio ultimo articolo, eccomi a parlare di qualcosa che mi riguarda personalmente e che penso riguardi tutti noi.
Qualche giorno fa, ho trovato su un noto social per la ricerca di lavoro e networking una frase interessante di Henry L. Doherty: “superiamo l’idea che solo i ragazzi debbano dedicare il loro tempo allo studio. Si è uno studente finché si ha ancora qualcosa da imparare, e questo significa per tutta la vita.”
Trovo che questa frase riassuma perfettamente il concetto di lifelong learning, più attuale e cruciale che mai. Chi ha avuto modo di seguirmi dopo la mia partenza per l’Ungheria, avrà scoperto che, oltre ad occuparmi di donne e pari opportunità, le necessità professionali e la passione per i diritti umani mi hanno portata ad approfondire il tema dell’educazione non formale e dell’autoapprendimento attraverso il gioco, applicato all’infanzia e all’adolescenza.
Non credevo che sarei mai approdata a questo tipo di temi, e all’inizio ignoravo, o intuivo appena, quale collegamento potesse esservi tra diritti umani, pari opportunità, infanzia e violenza sulle donne (per fare un esempio). Ma il mondo ruota più veloce di noi, e i percorsi di ognuno sono spesso scanditi da grandi cambiamenti e da una rivalutazione delle proprie competenze e lacune.
Nel mio caso, riprendere in mano i libri, ricominciare a studiare e ripartire dalla gavetta è stata una tappa obbligata. La crescita professionale e l’evoluzione interiore passano attraverso un costante processo di apprendimento e di conoscenza di sé.
Questo è il cuore del lifelong learning e non si può ignorare quella vocina dentro di noi che ci spinge a cambiare, ad esplorare nuovi orizzonti e ad accrescere competenze e abilità.
Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, ho avuto modo di indagare le differenti possibilità di apprendimento intorno a noi, e non si può proprio negare che la tecnologia in questo sia un alleato insostituibile. Mentre ero in Ungheria, ho iniziato a seguire corsi online su piattaforme quali Udemy, Disasterready.org (per chi è interessato alle dinamiche del contesto umanitario) e Coursera, tanto per citarne alcune.
L’offerta di corsi, sia gratuiti che a pagamento, è immensa e rende in molti casi semplice il conciliare vita professionale ad attività di studio.
Io stessa, per poter continuare a lavorare e allo stesso tempo studiare con profitto, al mio rientro dall’esperienza all’estero ho scelto di iscrivermi ad un Università telematica, andando oltre le opinioni di chi ritiene questi atenei poco validi sul piano formativo. Nel mio caso, per poter lavorare con i bambini e con gli adolescenti, intraprendere un nuovo percorso universitario è fondamentale, ma non vale per tutti.
Piccoli corsi nel weekend, corsi online, letture stimolanti sono tutti strumenti di apprendimento fondamentali, ma mi permetto anche di sottolineare un aspetto. Siamo abituati a concepire lo studio come un qualcosa di fondamentalmente noioso e statico, ma oggi non è più così: certo questo aspetto meriterebbe approfondimenti, ma molte attività didattiche sono sempre più strutturate come veri e propri giochi, il che favorisce un apprendimento rapido e divertente.
E studiare, alla fine, deve essere questo: un gioco. Bisogna pensare al nostro percorso di crescita e di automiglioramento come ad un gioco nel quale si può solo vincere. I premi sono nuove skills, maggiore creatività e nuove possibilità professionali.
Dunque sì, la citazione di Henry L. Doherty è più che mai attuale. Può consolare, da giovani, sapere che dopo il liceo o l’università si finisca “formalmente” di studiare, ma la realtà è che impariamo sempre qualcosa di nuovo, ad ogni età, consapevolmente e inconsapevolmente. A volte si apprendere anche solo conoscendo persone nuove e diversi punti di vista, e altre volte lo si deve fare per darsi un’altra chance.
E la cosa più straordinaria è che quella che da bambini sembra una grandissima fatica e una grossa noia, è in realtà la più grande opportunità della nostra vita.
Finché avremo l’opportunità di apprendere e conoscere avremo anche la possibilità di sviluppare il nostro pieno potenziale.