La panzanella, romanzo di esordio di Giulia Villoresi. Nasce nel 1984 una ragazza dallo sfolgorio letterario micidiale.
Questo fu il suo romanzo d’esordio e in dieci anni la sua carriera è stata meritatamente in discesa.
Camilla è la protagonista voce narrante, voce rarissima.
Nasce da generazioni di bellezze partenopee, è una bambolina guanciottona e adulta.
Diversa dalle sue coetanee non ha paura di nulla, dall’essere grassa ad essere stuprata a Tor Vergata. Anzi, si attrezza e si acconcia e tenta di conoscere cosa vuol dire perdere la verginità con costrizione e senza conoscere l’interlocutore.
Tutto in questo romanzo è particolarissimo e quando si inizia a pensare con pesantezza ecco la battuta ad effetto, l’ilarità non programmata affatto.
Dall’amore con un ventenne che “poverino è scemo di testa quindi è quindicenne come me”
alla gita nell’Amsterdam allucinato fino all’epilogo tronco che sa di declinazioni greche antiche.
Gli adolescenti, superficiali perché hanno già capito che non conviene approfondire.
Un romanzo di formazione veramente fuori dal coro.
Voto 9.