Ovvero: l’ evoluzione del male – L’ involuzione dell’umanità – Quando per eliminare un popolo si uccidono le (future ) madri.
Scrivere queste riflessioni mi ha messa a dura prova. La mappa temporale e geografica che ho cercato di disegnare circa i luoghi dei genocidi, intrecciantisi in modo inestricabile anche con i genocidi di genere, i meno denunciati, questi ultimi, più difficili da individuare in passato, e il loro modo di essere ” praticato” variante nel corso del tempo, mi ha portato a durissime considerazioni e ad una vera prostrazione spirituale. Potrò aver tenuto conto di tutto ? Ne dubito. Almeno i principali ci sono. È certamente terrificante la verità che ne emerge. Una forma di malvagità infinita, mascherata da lotta di potere; che si “arricchisce”, in ultimo, di una nuova tecnica di sterminio, alla radice: uccidere le donne, le ragazze, le bambine, per annichilire una etnìa, una parte di umanità. Uccidere il suo futuro. La fonte stessa della Vita e del suo perpetuarsi. La Donna. Il femminile.
Rita Segato, antropologa e femminista argentina, studiosa e ricercatrice, parla di una ” pedagogia della crudeltà” necessaria al capitalismo “predatorio” per annientare ogni possibile resistenza dinanzi a sè.
“In questi corpi si inscrive il messaggio educativo che questo capitalismo patriarcale di alta intensità ha bisogno di imporre a tutta la società.”
Il punto di vista della Segato non trova concordi molte femministe, più centrate su un disvalore nel rapporto tra uomo e donna, l’ antropologa invece indica come causa forte la precarietà stessa della vita in questo momento storico, e una sostanziale concausa negli accadimenti storici dell’ ultimo secolo.
Trovo che si possa largamente concordare con la analisi della antropologa argentina, o, quanto meno, la mia disamina porta peso e dati storici a sostegno di questa deduzione – osservazione.
La tentazione di creare il suprematismo di una tipologia umana su un’altra, cioè tra nuclei differenti di esseri umani che non si riconoscono tra loro, per il colore della pelle, delle tradizioni e altro, é vecchia quanto è vecchio l’Uomo: è sempre accaduto; se vogliamo riferirci alla preistoria, è accaduto all’ uomo di Cromagnon, il quale dovette cedere i propri territori di caccia e di sussistenza al Neanderthal che glielo contendeva, e poi all’uomo di Neanderthal non restò altro che cedere all’Homo Sapiens e fondersi in qualche modo per sopravvivere, infatti frammenti di DNA provenienti dell’uomo di Neanderthal sono a tutt’oggi riscontrabili nel DNA dell’ uomo moderno. (Lo dimostra il recente studio Villanea/Shraiber sulla molteplicità dei contatti genetici)
Questo parlando delle situazioni di centinaia di migliaia di anni fa ha un qualche senso. La paleontologia dimostra che è andata così.
Poi millenni di guerre, imperi sorti e finiti.
E oggi cosa accade? Che senso può mai avere ancora oggi questa forma di aggressività e annichilimento del competitor, trasformata ormai in qualcosa che definiamo genocidio, come se una etichetta potesse contenere tutto l’ orrore dei suoi effetti e l’ immoralità abissale dei pensieri e delle idee che lo promulgano? Oggi sappiamo bene che il suo fine è lo sterminio, le cui finalità utilitaristiche sono sempre perseguite con crudeltà e sadismo programmatici.
Possiamo osservare che il concetto del genocidio nell’ età industriale si è sviluppato, negli Stati Uniti già dal 1815 con la deportazione forzata – falsamente volontaria – ad iniziare dalle tribù Shawnee che durò fino al 1830 e poi, con ” l’ Atto di rimozione degli indiani ” del 1830 firmato dal presidente statunititense Jackson, iniziando dai Choctaw, deportati tutti in circa 10 anni, e a seguire, i Cherokee, i Muscogee, i Creek e i Seminole, le cosidette 5 tribù civilizzate, cominciò sostanzialmente il primo consapevole atto di genocidio di stato dichiarato, perpetrandolo grazie alle deportazioni di decine e decine di questi popoli Nativi, fino alla fine dell’ 800, sulla ” Via delle Lacrime” , una rotta di emigrazione attraverso gli Stati Uniti verso le terre occidentali, ed altre come questa, fatte spesso in pieno inverno, lungo la quale decine di migliaia di nativi morirono. Lakota, Sioux , Cheyenne, Apache, Comanche, Delaware, Wichita, Kiowa, sono solo alcuni nomi di tante tra le più di cinquanta tribù Native.
Tutto questo per lo stesso primitivo motivo, unito al potere: appropriarsi delle terre.
Voglio però dare un’ idea precisa del genocidio dei Nativi. Moltiplicatelo idealmente per 50. Fino ai primi del ‘500 la tribù dei Wichita contava 200.000 individui. Era tra le meno numerose. Alla fine del 1700 ne contava 3200. Nel 1868 erano ridotti a 572. Nel 1937 erano 100. Formalmente estinti. Oggi sono 1936. Si calcola che sìano morti solo in Nord America tra i 18 e i 20 milioni di Nativi americani solo nell’ 800. In 4 secoli, 55 milioni, sempre in Nord america. 114 milioni in tutte le Americhe, amerindi compresi.
Pochi anni fa si era riaffacciato il rischio di appropriazione indebita , da parte del governo americano disposto a rompere il trattato che riconosceva i diritti Lakota sulle loro montagne sacre, le Black Hills, o Pahá Sápa in lingua Lakota, purtroppo ricche di Uranio e petrolio, problematiche che Obama pareva avesse risolto, con un trattato che riconfermava quello vecchio, e invece nelle mani di Trump tutto è andato perso perché si è rimangiato l’intero accordo desideroso di fare delle montagne sacre del Lakota un territorio minerario e petrolifero. Cosa che sta già portando gravi conseguenze ambientali viste le perdite di questo oleodotto.
In Europa fino dall’inizio del secolo si sono consumati genocidi terrificanti sotto lo sguardo di tutti e anche l’ iniziale silenzio, di tutti gli stati europei:
il genocidio degli Armeni , organizzato minuziosamente, ebbe i suoi prodromi a fine ‘800 con 300.000 morti e la sua attuazione nel 1909 con più di 2 milioni di morti- praticamente sconosciuto al momento del suo attuarsi – non ha toccato le coscienze di nessuno e la Turchia non riconosce a tutt’oggi che si sia trattato di un genocidio e non dà spiegazioni sulla sua logica perché impegnata a farne un altro sul fronte Curdo. Infatti ciò è anche sotto gli occhi della comunità internazionale. Ma nessuno trova da difenderli: è da considerare che il loro territorio, disgraziatamente per i Curdi, è il Crocevia di 4 altri Stati – Turchia compresa – che sostanzialmente vogliono dividerselo per farsene parte, non è ormai altro che una nazione smembrata, e forse pagano lo scotto storico di avere aiutato i turchi nello sterminio degli Armeni, la qual cosa fa riflettere sulla abitudine Turca di tradire i propri alleati più prossimi, anche territorialmente parlando, ordendone sempre uno scientifico genocidio.Tuttavia l’ uranio presente nei territori curdi non è estraneo al voltafaccia turco.
A Nanchino tra il dicembre 1937 e fine febbraio o Marzo 1938 vi fu uno stupro-sterminio di massa compiuto dall’ esercito giapponese, durante la guerra sino- nipponica , che sfociò secondo calcoli complessivi, in più di 600.000 morti. Di questi 350.000 durante l’ invasione, 150.000 morì per i bombardamenti e 190.000 nell’ eccidio e per gli stupri.
E tornando ai genocidi, esplicativo del cambiamento in peggio dei metodi di annichilimento umano fu il genocidio degli oltre 6 milioni di ebrei, più quasi altri 4 milioni di individui di altre etnie, ad opera del Nazismo : non fu un fulmine a ciel sereno bensì un risultato esploso dopo almeno 2 decenni di ‘preparazione” e di implosione sociale, orchestrata da un gruppo politico criminale, al quale la società europea non diede che poche e flebili risposte, con le conseguenze che poi circa 10 milioni di persone hanno pagato. Ecco che il genocidio assume dunque l’ aspetto di una tecnica quasi scientifica, eliminare un vasto gruppo di esseri umani perché non voluto e non riconosciuto da un altro gruppo diventa programmazione di una eliminazione sistematica e spogliata da qualsiasi umanità, il genocidio fa’ un
” salto di qualità” e diviene “sociale” tecnica dello sterminio di massa attraverso i ” campi di sterminio “, il controllo delle masse stesse e il veloce reperimento di risorse economiche, ovviamente sottratte ai legittimi proprietari.
Il genocidio in Cambogia dal 1975 al ’79 ad opera dei Khmer rossi fece altri 3 milioni di morti.
Questi sterminî di massa hanno la caratteristica di essere veloci e concentrati nel tempo.
Ma ve ne furono altri più lunghi nel tempo, più silenziosi, meno evidenti ma non meno letali. Come appunto quelli dei Nativi Americani.E non solo quello.
Il genocidio dei tibetani è iniziato negli anni ’50 del secolo scorso con l’ invasione dalla Cina ai danni del Tibet e non è ancora terminato.
In Russia, dal 1930/31 al 1953 vi fu lo sterminio lento e cammuffato degli oppositori politici di Lenin prima e Stalin poi; nei gulag siberiani ( circa 10 milioni di persone in 20 anni).
Verso gli anni ’50 poi, in Australia , venne applicato il genocidio lento e sistematico degli aborigeni attraverso vari metodi: quando non uccisi, furono costretti in riserve, resi schiavi mediante alcolismo, esattamente come per i Nativi americani:
le Riserve, indegnità disumane, non erano e non sono altro che luoghi di dolore, dove gli esseri umani vengono rinchiusi per essere meglio controllati, soggiogati con l’alcool con la miseria con la mancanza di lavoro, di igiene .
Ma in Australia agli aborigeni erano anche sottratti loro i bambini,messi in scuole di tipo religioso dove in realtà venivano trattati non solo disumanamente ma al limite della follia degenerativa, questo con lo scopo ben specifico di poter creare dei disadattati, eventualmente, con una scusa o con un’altra, sterilizzati chimicamente , e questa pratica è andata avanti fino a forse comunque pochissimi decenni fa. Nella democratica Australia.
Dagli anni ’70 in poi, la Cina diviene capofila degli aborti selettivi di feti femminili, una ” evoluzione” della soppressione delle bambine appena nate, una pratica di sterminio di genere tipica di tutta l’ Asia, India compresa.
Si calcola che siano state soppresse,solo in Cina, più di 100 milioni di feti femminili da allora ad oggi.
Negli anni ’90 il genocidio delle etnìe kosovare nella guerra di Bosnia, i 50.000 stupri delle donne del Kosovo e il massacro di Srebrenica, sono stati pari, per efferatezza, a quelli della seconda guerra mondiale.
Nel ’94 il genocidio in Ruanda ( circa un milione di morti) ma gli inizi radicavano sin dagli anni ’70 con 350.000 morti fino alla vigilia del genocidio; le correlate guerre, del Congo( 5,4milioni di morti), del Burundi( 300.000 morti) e il conflitto del Kivu ( non meno si 50.000 morti) ne sono stati diretta conseguenza, per circa 8 milioni di persone, delle quali una buona metà donne. Innumerevoli gli stupri. Una strategia fatta a tavolino, stuprare tutte le donne dai 4 mesi agli 80 anni. Non meno di 500.000 stupri in 4 anni solo in Congo. L’orrore degli eventi è ben chiarito in uno dei link che ho messo a disposizione di chi voglia saperne di più. I risultati inseguiti erano gettare la popolazione nella più assoluta disperazione e terrore.
Nel 2013 esplodevano in Sud- Sudan le ostilità tra le due fazioni del paese provocando più di 400.000 morti dal 2013 al 2017.All’11 Marzo 2016, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, rese noto un rapporto su stupri di massa nel corso della guerra civile. Secondo il rapporto, soltanto nello Stato federale di Unità sarebbero stati perpetrati nel 2015 1300 stupri in 5 mesi. Gli stupri di massa furono usati dal Governo ma anche dai ribelli come salario per i loro combattenti. Poiché ebbero luogo in modo sistematico e diretti sempre contro determinati gruppi etnici sono classificati come crimini di guerra e crimini contro l’ umanità.A fronte di precedenti 25 anni turbolenti che costarono la vita a mezzo milione di persone e della prima guerra civile del Sud Sudan che dal 2000 al 2004 costò la vita a 4 milioni di persone
Attualmente e a noi assai vicino, è il genocidio dei Siriani – se vogliamo chiamarla guerra possiamo anche farlo, più di 100.000 morti e 6 milioni di sfollati -alla cui difesa hanno contribuito truppe femminili contro il Daesh, ora tradite dalla Turchia, alleata di fatto del Daesh.
Cosa questa che varrebbe una seria riflessione da parte della Nato sulla sua lealtà reale e sulla reale opportunità di mantenere la Turchia quale alleato Nato.
L’11 Settembre ( data nefasta, si direbbe) 1973 aveva luogo il golpe di Pinochet in Chile, e il genocidio dei suoi oppositori , tra esecuzioni sommarie , fucilazioni di massa , cui aggiungere 38.000 desaparecidos coi voli della morte.
Oggi di teme il ritorno dei fantasmi non ancora sepolti del golpe militare di allora, visti i moti di questi giorni. Già morti, feriti e fermati. Una donna artista di strada rapita e ritrovata morta, e sembra uno schema già visto.
Nel 1976 in Argentina inizia insieme al golpe di stato, il genocidio a sfondo politico operato dai militari del Colonello Videla. I numeri sono ancora incerti. Circa 50.000 le stime approssimative.Decine di migliaia i ” desaparecidos” rapiti e fatti sparire buttati giù dagli aerei militari nei “voli della morte”, sull’ oceano, 500 i bambini sottratti a donne e ragazze incinte e tenute in vita solo fino al parto.
Sempre oltre oceano, in Brasile, come annunciato prima ancora di essere eletto, dal presidente Bolsonaro che persegue una politica evidentemente antiecologista e antiumana, e come vediamo già in questi anni, è in corso, una persecuzione costellata di morti e distruzioni della Amazzonia, polmone verde del mondo ma anche territorio dei Nativi, come gli Yanomami e i Guaranà, i Kaiowa , i Guajajara e tanti altre popolazioni minori, comprese quelle degli ” incontattati” , attualmente un milione di persone circa, causata dalla volontà del governo ma anche di ricchissimi privati che assoldano mercenari, cui il governo brasiliano nulla impedisce, di impadronirsi dei territori della foresta, e per convincerne gli abitanti, anche mediante il terrificante incendio di questa estate, e quindi scacciarli o ucciderne il più possibile; sono stati uccisi quanti più sciamani e sciamane: i guerrieri sciamani che praticano non soltanto la pace ma il rispetto e la protezione della natura, e le sciamane, donne medicina, fondamentali per la vita dei villaggi. Questo genocidio degli sciamani in Sudamerica è stato talmente tanto perseguito che gli sciamani non si dichiarano più praticamente come tali per paura di essere uccisi . E tuttavia continua.
Come l’ eccidio delle suddette popolazioni da parte di mercenari, governativi e façenderos.
Il Canada nella sua alta silenziosità, lassù, vicino al Polo Nord – lasciatemi ironizzare – gode di una sorta di fascia di rispetto silenzioso, tuttavia negli ultimi decenni si è macchiato delle colpe eticamente più assurde e riprovevoli. La tematica gravissima del grano contaminato dal glifosato e venduto in Europa appartiene al Canada, ma anche l’uccisione di giovani donne, di ragazzine uccise, sterminate; oggi si è finalmente arrivati a parlarne nel parlamento canadese , grazie ad un rapporto ivi presentato, che fa accapponare la pelle. Si parla di più di 4000 giovani donne morte a causa dell’etnia di appartenenza. Le giovani Native americane uccise, stuprate brutalmente e scomparse,sono state talemente tante che i parenti non hanno piùi avuto il coraggio di parlare.
Nessuno ha mai parlato neppure tra le autorità. Omertà degne della peggiore mafia ma nonostante tutto questo alla fine il vaso di Pandora è stato scoperchiato, e la verità è venuta fuori. I fascicoli sono stati posti all’attenzione del primo Ministro canadese Trudeau e dell’intero Parlamento, sotto gli occhi del mondo. Ma la verità è che tutto questo era iniziato nel 1874 con l’ istituzione delle scuole per nativi : 150 strutture sparse per il paese,lagher dove almeno 150.000 bambini nativi furono rinchiusi dopo essere stati strappati alle loro famuglie, e di questi almeno 50.000 hanno trovato la morte con metodi vari. Oltre a 15 differenti tipi di torture, documentate,hanno anche subìto l’ inoculazione di virus letali. Nella webliografia ho incluso un video del 2013 la cui visione dá una misura terrificante dei metodi assolutamente nazisti applicati in queste “scuole” cattoliche il cui unico reale scopo era annichilire totalmente il futuro dei nativi iniziando dai loro bambini,che arrivavano in questi istituti già dall’ età dei 5 anni, rapiti alle loro famiglie.
Questo disgustoso iter di morte resta a testimonianza della mancanza di civiltà sostanziale che anche questo paese occidentale ha avuto e continua ad avere nei confronti delle specifiche peculiarità etniche. E delle donne.
“Le “native” che abitano nel maledetto triangolo della Northern British Columbia, aree attraversate dall’autostrada 16 e 97, strette “tra la minaccia della violenza domestica ed occasionale da un lato, e gli abusi dagli agenti della polizia canadese dall’altro”, come denuncia il rapporto 2013 di Human Rights Watch. Sin dagli anni sessanta – secondo HRW – si contano a centinaia le donne e le giovani donne vittime di femminicidio o scomparse in quella zona: per la maggior parte donne native, i cui casi, per la maggior parte, sono tuttora irrisolti.”
E però, per non dimenticare nulla, il femminicidio nasce, come reato penale, proprio in Messico. Queste le cifre degli ultimi anni:
“cifre raccapriccianti e in aumento. Il Segretariato Esecutivo di Pubblica Sicurezza ha ufficializzato che nei primi quattro mesi del 2015 c’erano stati ‘solo’ 610 crimini contro le donne. L’anno successivo, sempre nei primi 4 mesi dell’anno, erano 847; nel 2017 sono saliti a 967 e nel 2018 a 1.142. Il femminicidio in Messico è qualcosa di esteso. Se ne parla ma poi la discriminazione resta evidente, sia a livello legislativo che in pratica. I movimenti femminili mettono sotto accusa anche i corpi di polizia.”
Nella città di confine con gli Usa, Ciudad Juarez una collina è stata consacrata simbolicamente alle vittime del femminicidio, visto che in quella zona le percentuali restano drammaticamente alte.
Decine di migliaia di donne, uomini e bambini scomparsi nel Paese, rapiti e torturati, e poi uccisi. Migliaia i corpi ritrovati. Nel 2018, i dati del Governo hanno contato oltre 37.000 “desaparecidos”.
Una guerra. Una guerra tra i Cartelli della droga. Poichè i dati governativi messicani, riguardo i crimini di femminicidio, non sono mai esaustivi , trasparenti, ma minimizzano e spesso coprono o ignorano, volutamente: queste cifre sono da considerare ribassate almeno della metà rispetto alla realtà.
Gli esempi sono terribili, le motivazioni sono sempre ugualmente mostruose, dietro le quali si nasconde un motivo economico, politico, di potere, alienato ed alienante. La domanda dunque è: quanto il sistema capitalistico è disposto ad uccidere per ottenere materie prime e potere, quanto è disposto ad annichilire genti, popoli, territori, animali, indisturbatamente? Lo abbiamo visto ma potrebbe prendere derive persino inimmaginalmente peggiori. E noi , nella nostra civiltà, di chi siamo davvero figli? E soprattutto di chi vogliamo essere figli? Possiamo sopportare che tutto questo accada ancora? Io non credo si possa oltre. Il futuro vero chiede giustizia, pace, cibo . Vita. E il futuro è un tutt’uno con la sicurezza delle donne.Tutto questo va preteso. Va protetto. Va difeso.Guai a noi se crederemo scontati questi diritti.
Web-bibliografia
1 commento
Un articolo ricchissimo e denso di informazioni che testimonia dell’orrore di questo mondo