“L’URLO DELL’INNOCENTE” DEL MINISTRO DEL GOVERNO DEL BOTSWANA UNITY DOW È L’ULTIMA USCITA DEL CASO EDITORIALE “LE ASSASSINE”
Un titolo d’impatto, “L’urlo dell’innocente”, quello dell’ultima uscita sul mercato editoriale della casa editrice Le Assassine diretta da Tiziana Elsa Prina.
Già diventata un caso editoriale a cui le maggiori testate nazionali hanno rivolto l’attenzione per aver scelto di trattare la letteratura gialla non solo al femminile ma anche di scrittrici unicamente straniere – almeno per il momento – sia viventi per la collana Oltreconfine che non per quella Vintage, Le Assassine per questa uscita ha rivolto l’attenzione a Unity Dow, giudice dell’Alta Corta del Botswana, nota per le sue battaglie nell’ambito dei diritti umani.
Attualmente l’autrice è ministro per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale. Personaggio poliedrico, ha dimostrato il suo valore anche come scrittrice; nei suoi libri spesso emergono i conflitti tra i valori occidentali e quelli tradizionali, ma anche i problemi riguardanti i rapporti tra uomo e donna in un continente afflitto dalla povertà come quello africano. Unity Dow è stata menzionata al Women of the World Summit nel marzo 2011 come una delle 150 donne che “scuotono il mondo”. La Dow è un esempio di donna che da una capanna di una zona rurale dell’Africa è riuscita ad arrivare ai vertici di una società patriarcale in nome della parità di genere.
Con “L’urlo dell’innocente” racconta la storia di Neo, una bambina di dodici anni, che sparisce in una zona rurale del Botswana. Dopo un’indagine frettolosa, la polizia locale dice alla madre che la figlia è stata assalita e uccisa dalle bestie feroci. Cinque anni dopo, la giovane Amantle Bokaa viene inviata in quel villaggio sperduto dell’Africa per assolvere un tirocinio nel locale ambulatorio, e lì per caso ritrova in uno sgabuzzino una scatola dalla misteriosa etichetta. La scatola contiene qualcosa che riporta al caso ormai archiviato e dà luogo alla ricerca della verità, verità che risulterà ben più terribile e pericolosa di quanto Amantle potesse inizialmente immaginare.
“Questo romanzo pubblicato da una piccola casa editrice australiana che ho trovato alla Fiera di Francoforte – ha dichiarato l’editrice Tiziana Elsa Prina – non è solo un thriller nato dalla fertile fantasia di uno scrittore, ma una storia che si basa su un caso vero o, forse, sarebbe meglio dire su casi veri di omicidi rituali. L’autrice, che tra l’altro è una donna nota nel continente africano per le sue battaglie per i diritti civili, ci porta infatti in un mondo sconosciuto a molti occidentali e attraverso la narrazione riesce non solo a creare quella suspense che si cerca in questo genere di romanzi, ma a farci capire aspetti di una società così lontana dalla nostra. Un libro, insomma, che incuriosisce, ma che strappa anche il cuore per quel che ci mostra”.
Pagine 272
Prezzo brossura € 17,00
ISBN 978-88-94979-28-2
Prezzo eBook € 5,99
ISBN ebook 978-88-94979-25-1
Biografia
Unity Dow, giudice, attivista per i diritti umani, scrittrice e ministro del governo del Botswana è nata in un’area rurale dove i valori tradizionali erano dominanti; ha frequentato Giurisprudenza all’Università del Botwsana e dello Swaziland e poi a Edinburgh in Scozia, suscitando con la sua educazione occidentale un misto di stima, ma anche di sospetto.
Impegnata nella difesa dei diritti delle donne, è stata tra le fondatrici di EmagnBasadi, la prima organizzazione femminile del Paese. Si è occupata dei diritti dei gay e ha partecipato anche alla creazione di Aids Action Trust.
Prima donna giudice dell’Alta Corte del Botswana, si è impegnata molto per la democratizzazione delle leggi del Paese, per esempio nell’ambito del diritto di famiglia.
Personaggio poliedrico, ha dimostrato il suo valore anche come scrittrice; nei suoi libri spesso emergono i conflitti tra i valori occidentali e quelli tradizionali, ma anche i problemi riguardanti i rapporti tra uomo e donna in un continente afflitto dalla povertà come quello africano.
Dow ha contribuito al libro Schicksal Afrika (Destino Africa) dell’ex presidente tedesco Horst Koehler (2009), e ha spesso fatto parte di missioni dell’Onu in Sierra Leone e Ruanda.
Oltre al conferimento della Legion d’onore francese, Unity Dow è stata menzionata al Women of the World Summit nel marzo 2011 come una delle 150 donne che “scuotono il mondo”.
Dal 2013 è entrata in politica e da allora ha più volte rivestito il ruolo di ministro.
le Assassine
Edizioni le Assassine è un piccolo gruppo di appassionate/i di crime che da anni lavora nel mondo editoriale, occupandosi di scelta dei libri, traduzioni, editing e comunicazione. Vuole dare espressione a questa passione per la letteratura gialla, proponendola nelle sue svariate sfaccettature – giallo a suspence, deduttivo, hard boiled, psicologico, noir –, negli stili più diversi – fantasiosi, essenziali, sofisticati, semplici, d’antan – e nei contesti geografici più vari – Marocco, Malesia, Canada, ma anche Germania, Francia… solo un piccolo esempio dei Paesi da cui vengono le scrittrici.
Il logo della casa editrice dice più delle parole: un volto enigmatico, che rievoca donne un po’ misteriose, immerse in un’atmosfera inquietante.
La boutique editoriale pubblica letteratura gialla, declinata nei suoi vari sottogeneri. Pur spaziando dall’enigma della camera chiusa al thriller psicologico, al noir, si è cercato di trovare “un centro di gravità permanente” scegliendo per i romanzi solo scrittrici o comunque storie in cui le donne sono nel bene e nel male al centro della vicenda, talvolta vittime e talaltra vessatrici.
Si è voluto poi avere uno sguardo più ampio sul mondo e così è stato pensato di dedicarsi ai romanzi stranieri, mettendosi sulle tracce di penne che abitano i quattro angoli del globo e delle storie che più entusiasmano.
La ricerca non si è fermata al presente e la passione per il crime, come una macchina del tempo, ha portato alla scoperta di scrittrici del passato, coraggiose pioniere di questo genere. A volte potranno sembrare distanti perché soggette a certe convenzioni letterarie e sociali, ma non per questo sono meno capaci di creare atmosfere intriganti.
Come ha scritto Giuseppe Petronio, citando Walter Benjamin: “Gli interni borghesi tra gli anni Sessanta e Novanta dell’Ottocento, con i loro enormi buffet sovraffollati di intagli, i loro angoli senza sole dove si drizza una palma, i lunghi corridoi con la fiamma sibilante del gas, si prestano magnificamente a nascondere i cadaveri. Su questo sofà può benissimo essere stata ammazzata la zia”.