Quando un Expat torna a casa non sono sempre rose e fiori.
Nello scorso articolo abbiamo definito la figura di Expat e cosa bisogna tenere in considerazione prima di partire.
Oggi vorrei parlarvi dell’opposto, di chi era un Expat e ha deciso di tornare a casa.
Voglio condividere con voi l’esperienza all’estero e il ritorno in Italia di due miei cari amici; Sejla e Davide.
La prima esperienza all’estero di Sejla fu a Febbraio 2007, all’età di 23 anni lavorava come au pair in una cittadina vicino Limerick in Irlanda. Ad agosto dello stesso anno, dopo la scadenza del contratto decise di tornare in Italia.
Era Settembre del 2007 quando Sejla sembrava avere le idee chiare: tornare a Limerick, prendere il FIRST certificate (un esame per certificare il tuo livello medio-alto di inglese) ed iniziare a lavorare.
Ha lavorato in qualche ristorante e take-away italiano mentre andava a scuola per ottenere il certificato.
La dipendenza economica e il senso di libertà portarono Sejla a rimanere a Limerick per altri due anni per poi tornare in Italia.
Come mai decise di tornare?
Un po’ per amore, un po’ per paura del futuro ma anche per il il cielo d’Irlanda, perennemente grigio.
Sejla al rientro, trovò lavoro nella stessa azienda dove lavorava anche Davide.
Davide é un ragazzo di qualche anno più giovane, aveva sempre vissuto in Italia e non aveva mai avuto esperienze all’estero.
Nel 2012, innamorati, decisero di fare i bagagli e partire insieme per Limerick.
Per Sejla sarebbe stata la terza volta, per Davide la prima, ma si sa, per amore queste cose si fanno.
Gli strani casi della vita, hanno portato Sejla nello stesso Take Away Italiano che lasciò nel lontano 2009 e Davide nel ristorante italiano dove Sejla aveva lavorato anni prima.
La permanenza a Limerick per loro non durò molto, entrambi erano delusi da aspettative e promesse non mantenute nel campo lavorativo.
Sejla trovò lavoro in un’azienda a Dublino e insieme si trasferirono nella capitale.
Una volta Arrivati a Dublino, Davide fece il cameriere in un ristorante italiano fino a quando venne assunto in una Multinazionale, la stessa dove lavoravo io.
Dopo circa sei mesi, anche Sejla venne assunta nella stessa azienda, dove ci siamo conosciuti tutti e tre. Tra noi è nata una bellissima amicizia che nonostante la distanza non si perde. Loro sono quegli amici di qui vi parlavo nel precedente articolo. Quelli che nonostante tutto, ci saranno sempre.
Dopo diversi anni passati insieme nel cielo grigio e freddo di Dublino, tra cene e aperitivi alla ricerca del buon spritz italiano e di una buona pizza che costasse meno di 15 euro, io mi trasferii in Olanda ad Aprile del 2017 e loro a Giugno del 2017, si trasferirono in Italia a Fiumicino, dopo che Davide trovò lavoro.
Mi ricordo ancora le serate ad Agosto a Dublino, indossavamo già il piumino e la sciarpa e davanti ad uno spritz, commentavamo le foto dei nostri amici su Facebook in costume, credetemi che era uno strazio per chi come noi ama il sole e il mare.
Vi starete chiedendo: Come sarà stato il rientro per loro dopo tutti questi anni all’estero?
Ho deciso di chiederlo direttamente a loro.
Ho chiesto di elencare 3 aggettivi per descrivere al meglio la loro sensazione dopo il rientro in Italia:
“Traumatico, stimolante e soddisfacente” rispondono.
Traumatico dover riprendere una vita che non era più la loro non è stato facile, la burocrazia Italiana? un incubo.
La ricerca della casa, sembrava la cosa più semplice, invece anche quella è risultata una vera e propria sfida, prezzi troppo alti e stipendi troppo bassi.
Le persone che hanno lasciato, sembrava di non conoscerle più, di non aver più nulla in comune con loro.
Si sono sentiti soli nonostante ci fossero persone intorno a loro, ma non erano quelle che avevano lasciato prima di partire; oppure erano loro ad essere diversi?
Per Davide l’integrazione è stata leggermente più semplice in quanto si sono trasferiti nella città dove Davide è cresciuto e dove ha i suoi amici e la sua famiglia.
Nonostante questo anche lui ha avuto attimi in cui pensava di non aver fatto la scelta giusta e che forse a Dublino stava meglio.
Per Sejla invece è stato tutto un po’ più difficile, lei è di origini Salentine e la sua famiglia e gli amici, sono tutti in Puglia.
Anche per lei il ritorno è stato un trauma ma allo stesso tempo una liberazione dal lavoro nelle multinazionali che decisamente non fa più per lei, un inseguimento al suo sogno di diventare onicotecnica e un salto nel vuoto dove ci sono solo speranze.
Passa il tempo ma i problemi rimangono gli stessi;
L’integrazione rimane difficile, loro non sono più Sejla e Davide che erano prima dell’esperienza a Dublino, per loro è difficile poter condividere questa esperienza con gli amici in Italia, non capirebbero.
Stipendi non propriamente adeguati allo stile di vita e devono lavorare di più.
Spostamenti con mezzi pubblici, risultano impossibili ed hanno bisogno di due macchine.
Burocrazia e sanità sono sempre il punto debole, tempi di attesa infiniti.
Nonostante tutto, nessuno dei due si è dato per vinto, dopo litigi, pianti, attimi di crisi, si sono fatti forza a vicenda, credendo l’uno nell’altra che ce l’avrebbero fatta e che quella era la scelta giusta per loro.
Sejla ha preso il diploma da onicotecnica e lavora tutt’ora in un centro estetico vicino casa sua.
Davide ha cambiato lavoro e ora lavora per una nota multinazionale vicino casa.
Hanno trovato casa a Fiumicino e hanno adottato un amico a quattro zampe di nome Salem.
Dopo tanti sacrifici e frustrazioni, ce l’hanno fatta, finalmente è arrivato il momento dove sono soddisfatti del loro percorso, delle loro scelte, e non hanno più nessun ripensamento sul ritornare a Dublino o no.
“ Dublino, rimarrà sempre la nostra casa, un pezzo di cuore lo abbiamo lasciato la, dove siamo cresciuti, dove abbiamo fatto tante esperienze che non dimenticheremo mai”; ribadiscono.
Ora per noi arriva la parte stimolante, dove ce la metteremo tutta per inseguire i nostri sogni, dalla carriera alla realizzazione personale.”
Faccio un In bocca al lupo a Sejla e Davide che hanno avuto il coraggio di ricominciare nonostante tutte le difficoltà che hanno avuto al loro rientro.
La strada è ancora lunga, ma il grande passo lo hanno già fatto.
Silvia Bergantin
Expat che combatte frodi online, viaggiatrice a cui piace esplorare il mondo e nuove culture. Vivo e lavoro in Olanda, appassionata di coaching, La psicologia e il benessere personale sono sempre state le mie passioni. Sto studiando per avviare la mia professione da Life coach.
2 commenti
Sono una mamma e un’imprenditrice e vivo all’estero da gennaio 2020: prima a Dubai, poi in Kenya, ora a Bali.
Vorrei condividere con la vostra community la mia esperienza.
Cero, scrivi a caterina.dellatorre@gmail.com e ti risponderanno