Quel giorno lo ricordai a lungo. Due ragazzi conosciuti per caso che mi avevano fatto capire che tutto sommato noi ”occidentali” come ci chiamavano, eravamo più fortunati di loro anche se da noi c’erano il terrorismo, le sperequazioni sociali, la mafia e quant’altro, da loro gente che tirava a campare alla meno peggio ma con ideali e la speranza di una vita migliore.
Fare lo studente ti porta ad avvicinarti a realtà diverse dalla tua d’origine, con semplicità e spesso con una curiosità e modestia che un lavoratore non ha perché già inserito in un circuito produttivo, per cui tutto quello che fai dipende da te sia a monte che a valle e non puoi facilmente fermare il ciclo. Quando studi lo fai spesso per te e basta. Puoi fare cose apprezzabili o meno ma puoi anche tirartene fuori.
Amavo molto il russo e la sua cultura e storia ma non apprezzavo ciò che quel popolo stava vivendo. La scarsità alimentare da una parte ma anche la povertà di opportunità.
Le cose per cambiare avrebbero avuto bisogno di una svolta decisiva che avrebbe però tolto loro qualcosa…
Questi pensieri mi accompagnarono a lungo quando tornai a casa dove tutto sembrava più facile e raggiungibile ma la mia città era una specie di gabbia dalla quale avrei voluto volar via. Ma per andare dove?
La cosa che mi sembrò più attuabile era continuare ad utilizzare quello per cui avevo studiato e ottenuto la laurea, la conoscenza del russo, ma sapevo che non sarebbe stata la stessa cosa. Infatti dovetti abbandonare la letteratura e la storia per occuparmi di traduzioni di studi ingegneristici perché rendevano di più.
Che differenza c’era allora tra me ed il ballerino e l’amico biondo che facevano mercato nero per tirare a campare?
Ma questa è un’altra storia e vi avevo promesso di non annoiarvi. Torniamo al biondo e al suo amico che dovevo incontrare per lo scambio ”commerciale”. Ottenni i due biglietti per andare a vedere il balletto e scoprii che Mosca era piena di teatri grandi e piccoli e di scuole di ballo più o meno rinomate. Ciò che mi entusiasmò maggiormente fu poter vedere da vicino i ballerini e le ballerine ed ammirare la grazia con la quale si muovevano. Da allora partì il mio entusiasmo ed il mio amore per la danza che a Mosca aveva vissuto il suo fulgore,
Ma la storia con i due amici russi finì lì perché nel frattempo avevo fatto altre amicizie interessanti e stimolanti. A cominciare da Lara che mi aveva preso sotto la sua ala protettrice e che mi fece vedere cose difficili da raggiungere per uno straniero, a patto che restassi muta perchè altrimenti mi sarei tradita con il mio accento poco ”russo”.