Il tuo respiro è il nostro respiro.
Madre Terra
La tua foto vista dallo spazio commuove, ma non rivela le tue ferite. Ferite che ti ha inferto l’abitante che tu ospiti da tempo immemore, mentre gli fai dono di beni preziosi.
Ti stiamo colpendo distruggendo la tua flora, raschiando via la tua verde pelliccia che non serve a te per ripararti, ma a dare a noi la vita.
Ti stiamo colpendo sversando nei tuoi fiumi, nei tuoi mari e nella tua pancia, veleni di ogni tipo, perché produciamo in modo massiccio prodotti tossici, utili in alcuni casi, ma che all’origine della loro produzione dovevamo contemplare uno smaltimento corretto. E non lo abbiamo fatto.
Ti stiamo colpendo avvelenando l’aria, la stessa che serve a noi per respirare, per vivere. Anche i tuoi poli, cuffie ghiacciate termoregolatrici, si stanno sciogliendo come un nastro che si dissolve irrimediabilmente.
Ti stiamo colpendo uccidendo gli altri abitanti che ti abitano, quelli che comunemente chiamiamo animali, per profitto, per divertimento e per alimentazione in un numero così spaventosamente elevato, di gran lunga superiore al nostro fabbisogno.
Abbiamo saputo inventare le guerre che con il loro strascico di dolore e morte, ora più subdole che mai, potrebbero annientarti in poco tempo.
E così tra inquinamento visibile e invisibile, conosciuto e sconosciuto, gli umani fingono di ignorare che tu non puoi continuare a sostenere questo scempio.
Con i tuoi 4 miliardi e mezzo di anni, solo nell’ultimo secondo della tua vita devi fare conto di grandi stravolgimenti perpetrati da questa strana appendice a 5 dita che è la mano dell’uomo. L’uomo che crede tu gli appartenga e non il contrario.
L’acqua, l’oro blu che ti circonda, essenza di vita, così tanta da coprire il 70% della tua superficie è solo un velo che ti avvolge, ma il suo spessore rispetto alle tue dimensioni è minimo per le esigenze spasmodiche delle persone che ti abitano. Ed ora che è in gran parte inquinata e in molti luoghi scarseggia, alziamo le spalle, ignorando che non possiamo vivere senza questo prezioso liquido. Un giorno non lontano arriveranno a contendersela, a cederla col contagocce dietro lauti pagamenti, provocando l’ennesimo dramma.
Eppure il genere umano, questi esseri dalla strana intelligenza, son capaci di cose mirabili. Abili in costruzioni d’ ingegneria straordinarie, si sono distinti in un campo anomalo, non affine alla pura sopravvivenza, che è quello artistico, contemplando personaggi che han prodotto opere di rara bellezza pittorica, musicale, letteraria, architettonica. Ma in contrapposizione a questo poi, son capaci di nefandezze inenarrabili. Spesso non sanno entrare in sintonia con gli altri esseri viventi che ti popolano e mostrando poca empatia con l’ambiente che li circonda.
Son saltati sul tuo satellite, tenendo d’occhio altri pianeti, per cercar di capire il più grande mistero che è l’universo, la chiave della vita. Forse cercano anche un altro posto in cui vivere in futuro, quando su di te l’ecocidio avrà raggiunto l’apice. Ma è solo qui per ora, che possiamo vivere, non abbiamo altra scelta. E tenerti in buona salute dovrebbe essere una priorità assoluta.
Tu che sei, forse, l’unico pianeta che fa rumore, il rumore della vita che ti avvolge, con tutto ciò che vive sopra di te, stai soffrendo e tutti lo sanno. Il giorno che su di te regnerà il silenzio, tu continuerai la tua esistenza, ma noi non esisteremo più. Perché il tuo respiro è il nostro respiro.
Fortunatamente Madre Terra molti tuoi figli operano con il cuore, nei vari settori di questa caotica esistenza che son stati capaci di organizzare. Un’esistenza che ormai va stretta a tutti e che ha bisogno di esser rivalutata, non solo dal punto di vista del guadagno ad ogni costo, dello spreco ad ogni costo, dell’apparire ad ogni costo, ma anche per ciò che realmente serve al genere umano per la propria sopravvivenza, personale e spirituale.
Tanti sono gli umani che stanno cercando di difenderti, di ricucire gli strappi che ti son stati fatti, scontrandosi con i poteri forti che tendono ancora a perseverare, in un atteggiamento obsoleto, a volte indossando la nuova camicia della sostenibilità, nascondendo poi nel taschino la fialetta di veleno.
Eppure l’atavica paura che accompagna gli umani è che tu possa ribellarti, che possa in un momento spazzarli via con uno dei tuoi attimi di ribellione, che altro non sono che movimenti naturali della tua corazza, delle tue placche che lentamente si muovono o del fuoco che arde il tuo nucleo o della tua acqua che può diventare impetuosa, senza pietà. Tutto nell’eterna altalena che dalla notte dei tempi ti accompagna, un’altalena che sta accelerando il suo andamento.
Le future generazioni un giorno, ci accomuneranno agli abitanti dell’isola di Pasqua, anticamente verdeggiante, poi completamente glabra e ci chiederanno dove eravamo, mentre tu agonizzavi.
Ma c’è un grande mistero che regna su te e che noi umani chiamiamo Amore. Non si può misurare è invisibile, tutti lo vogliono e tutti lo cercano. E’ ovunque, un’ energia sottile che permea ogni essere vivente e che ti avvolge, ma che noi ancora fatichiamo a cogliere, a vedere, a trovare. E’ una forza universale, la più potente.
Son certa che verrà il giorno che quando finalmente toglieremo il velo dagli occhi, potremo godere di una Vita vera in armonia con te.
Marina
Giornale di Brescia 16/2/20