La globalizzazione non deve far paura
Nel 1492 Cristoforo Colombo, partito da Palos in Spagna con l’idea di andare nelle Indie circumnavigando il globo, si imbatté inaspettatamente nelle sconosciute Americhe decretando così un cambiamento epocale nella storia dell’umanità. Che vi piaccia o no ha creato il villaggio globale ancor prima di Internet, certo non si poteva chattare dall’Europa in tempo reale con i popoli presenti nel nuovo Mondo, ma colonizzandoli si è dato un segno inequivocabile del predomino europeo globalizzante. E l’Africa? A quella ci avevano pensato già i Romani con le guerre Puniche ancor prima di Cristo.
Tornando a Colombo, sappiamo che è stato lui ad esportare malattie sconosciute in America che decimarono le popolazioni indigene, in cambio portò in Europa colture come cacao, pomodori, patate e mais. Uno scambio molto favorevole. Quello che mi fa rimanere a bocca aperta è leggere in questi giorni dichiarazioni di personaggi, anche quella di un filosofo o pseudo tale, che imputano l’emergenza Corona virus, ribattezzato COVID19, come esito infausto della globalizzazione. Un po’ di ripassino di Storia farebbe bene per non affermare castronerie e per essere onesti con sé stessi e con gli altri. Non faccio nomi per non pubblicizzare le false teorie e i loro propinatori, ma mi sono data una missione, quella di smentire le bugie attraverso l’uso sincero delle parole e dei fatti storici.
Da filosofa non sono la persona adatta per darvi suggerimenti sul Corona virus, posso solo dire che non ho paura e mi affido ai medici. Perché non ho paura? Semplicemente a causa dell’insegnamento dei filosofi, ad esempio Socrate affermò che il vero filosofo è pronto a morire. Una considerazione capace di colpire il centro del problema: perché avere paura, farsi prendere dal panico, per un virus? Fa paura perché è mortale, ma non fa morire tutti. Dobbiamo seguire le norme igieniche dettate da esperti e studiosi e poi quel che accadrà sarà frutto del caso a cui non possiamo imprimere il nostro corso.
Accettare l’esistenza della morte è il passaggio obbligato della nostra umanità, rinnegarla crea solo il terrore a cui non c’è rimedio alcuno. Per concludere, non prendiamo di mira con astio lo straniero portatore di virus, o la globalizzazione foriera di “pestilenze” di ogni genere, ma se proprio vogliamo prendercela con qualcuno non sottovalutiamo il noto Cristoforo. Se fosse rimasto a casa chissà come sarebbe cambiato il corso della storia, sarebbe partito sicuramente qualcun altro ma in un momento magari meno favorevole per il vecchio mondo. Chissà!
https://www.pressenza.com/it/2020/02/cristoforo-colombo-e-la-globalizzazione/