Buongiorno Mariacristina,
In considerazione agli eventi che ci stanno travolgendo a livello globale credo che le persone solo ora e purtroppo in minor parte stiano prendendo REALE coscienza della gravità e della serietà della situazione.
Ritengo che al di là delle personali individuali opinioni politiche i nostri governanti davanti ad una situazione nuova e sconosciuta abbiano agito in maniera esemplare, tanto da divenir modello per altri stati che stanno affrontando il problema, con lo sfasamento temporale biologico della situazione .
Ho sempre pensato che per sensibilizzare le persone ad un comportamento più cosciente che purtroppo prevede molte restrizioni, sarebbe efficace tramettere immagini (ovviamente nel rispetto della privacy) di persone affette dal virus in condizioni gravi..
Cosa che non accade, ma i messaggi che continuamente ci invitano al rispetto dei regolamenti pare non siano sufficienti a rendere vera coscienza ad ognuno di noi.
Solo allora la pandemia potrebbe iniziare a regredire e ritengo che continuando così, “in maniera incosciente” o blanda la regressione virale non cesserà nei tempi previsti del 3 aprile, ma si protrarrà ben oltre.
Per riassumere vorrei chiederle se da punto di vista psicologico, sociale e morale mostrare il vero effetto del virus avrebbe efficacia sulla sensibilizzazione delle persone tutte o creerebbe solo una paura incontrolla
MIRCO
Caro Mirco
Lei sta riflettendo su alcuni elementi fondanti del comportamento civile ed etico dei cittadini italiani.
Noi italiani tutti, siamo un popolo straordinario, la cultura, l’arte, la storia passano da noi, attraverso e con la nostra innegabile creatività, il senso dell’arte, dell’invenzione, del sacrificio, dell’altruismo, attraverso la scienza, con le capacità e le qualità personali che nessuno può negare, siamo tutti indistintamente emotivamente ed affettivamente gente particolare ed unica che ha dato un forte contributo all’evoluzione.
In particolare, con ciò che inaspettatamente per tutti, sta accadendo la gran parte degli italiani ha accettato, sia pure con fatica, le restrizioni necessarie a limitare i rischi di contagio oltre che per se stessi anche per gli altri.
E’ possibile, infatti, che ci siano individui portatori sani, senza sintomi, ma non per questo meno pericolosi quando s’ incontrano.
Come dice Lei, Mirco, l’unico modo per uscirne è stare rinchiusi, per un periodo limitato, far in modo che il picco del contagio scenda e si possa poi gradatamente ritornare ad una vita normale.
Lei propone di mostrare la sofferenza, la morte, ma a mio parere non servirebbe a molto, pensi alle scritte minacciose che compaiono sui pacchetti di sigarette, insieme alla figura di polmoni anneriti dalla nicotina e dal catrame, dovrebbero essere un forte monito, ma non è così, siamo tutti bravi a non voler vedere e credere se non ci tocca da vicino.
Il comportamento italiano e le regole imposte dal Governo sono prese a modello dall’Europa e non solo, in Francia il presidente Macron ha dichiarato di essere in guerra e ha chiuso le frontiere, in Cina, nella regione di Wuhan, per uscire dall’epidemia hanno imposto forzatamente comportamenti virtuosi e tutti i cittadini che sono stati obbligati a rimanere in casa dal 23 gennaio scorso e per cinquanta giorni non si sono mossi dalle loro abitazioni, pena il carcere.
Ora parlando di Coronavirus i cinesi oggi siamo noi.
Ci si chiede perché alcuni gruppi di italiani non rimangono a casa e vanno in giro senza mascherina, beffandosi del pericolo non rinunciando a feste o aperitivi.
E’ credenza comune che noi italiani facciamo le cose alla leggera, alcuni di noi si credono invincibili, inattaccabili dalla malattia, dalla fragilità.
L’immagine che arriva all’estero, per responsabilità di qualcuno è quella di un popolo che non rispetta le regole, che se ne frega.
Ma non è affatto così, la dimostrazione della responsabilità assunta da tutti sta nelle città svuotate, obbedienti, silenziose, nelle file composte a far spesa, da quell’inno unificatore. scritto da Mameli ragazzo, morto a ventidue anni, urlato dai balconi delle città che ha unito in un’unica bandiera tutto il popolo italiano, solidale nello sforzo.
Questo Covid 19 può essere, per molti, pericoloso, lo dicono i virologi, lo dice il numero di morti in crescita, a causa o con l’infezione: 2.503 vittime a oggi.
Cerchiamo di capirlo tutti, sforzandoci di pensare al bene dei nostri figli e a quello di tutti gli altri che come noi desiderano, al più presto, ritornare liberi di vivere e di camminare sereni per le strade abbracciando un amico o almeno stringendogli la mano.
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MARIACRISTINA PASELLI – Collabora con Dol’s Magazine fin dall’apertura della testata, specializzata in Scienze d’Azienda, Psicologia del Lavoro e delle Risorse Umane, si occupa da molti anni di Alta Formazione all’Eccellenza, Aggiornamento e Preparazione di Manager ed Imprenditori alla Professionalità e all’ Evoluzione Valoriale accrescendo le Aziende nel Management, nella Gestione organizzativa, nel Coaching operativo, nella Leadership personale e nel Marketing strategico. Ha scritto numerosi libri ed articoli dedicati al genere femminile ed alle problematiche di coppia.