Cara Mariacristina,
In questo momento di vita così particolare in cui, volenti o nolenti, molti equilibri, personali e collettivi, si sono rotti e stiamo cercando pur con fatica di adeguarci ad un nuovo stato di cose, una grande verità mi rassicura: passerà. La vita ci insegna che tutto passa, tutto è transitorio. Ma poi? Quando tutto tornerà “alla normalità”, che tipo di normalità dobbiamo aspettarci? Dobbiamo davvero augurarci di riprendere “la vita di sempre” ? Perché, se così fosse, significherebbe non aver fatto tesoro di questa esperienza che, per quanto scomoda e difficile, qualcosa da insegnare ce l’ha. Io credo piuttosto che saremo chiamati a riformulare i nostri valori, e la vita tutta, su nuove basi. Ma quali, appunto, le nuove basi da cui ri-nascere?
Grazie per il suo punto di vista sempre prezioso.
Francesca
Gentile Francesca
La risposta è contenuta nella sua stessa domanda, non sarà davvero possibile ritornare allo stesso tempo e agli stessi ritmi di vita ante coronavirus.
Se ci chiediamo che cosa ci ha insegnato questa pandemia, possiamo elencare alcuni aspetti dell’esistenza che sono franati.
*Prima di tutto siamo esseri fragili, non super individui che con l’aiuto di vitamine e integratori passano immuni attraverso ogni malattia..
*Tutta la nostra esistenza è legata ad un filo sottile che si può spezzare in qualsiasi momento quindi occorre cambiare i valori del quotidiano e le attribuzioni d’importanza.
*L’evoluzione della scienza, nonostante gli enormi progressi che ha fatto, non è sempre in grado di sconfiggere alcune patologie che possono divenire pandemiche data la globalizzazione, la libera circolazione e gli scambi tra individui e merci.
*La ricerca e l’alimentazione sono riuscite a prolungare la vita, per cui i paesi soprattutto europei sono paesi con grandi numeri di anziani, categorie più fragili quindi più a rischio, da preservare e proteggere.
*Esistono Paesi come l’Africa, l’India, l’America latina che per densità di popolazione non sono in grado da soli sia per povertà sia per mancanza di strutture mediche adeguate di far fronte a pandemie e questo è un problema che investe tutti, nessuno escluso.
*Da più parti e da tempo persone sagge invitano le popolazioni a riflettere e fermarsi, davanti ad una vita troppo frenetica, ad un consumismo fuori controllo, ad un’insoddisfazione dilagante e a diseguaglianze sempre meno sanabili.
*Il pianeta lancia continuamente richiami allarmanti: scioglimento dei ghiacci, incendi catastrofici, inquinamento a livelli intollerabili per l’uomo, ma pare che solo pochi se ne rendano conto.
Questa interruzione forzata e la cancellazione improvvisa di abitudini consolidate aprirà certamente la mente alla riflessione e a cambiamenti immediati quali per esempio la riorganizzazione della sanità e di molte aziende produttive oltre ai rapporti interpersonali.
Mi piace citare alcuni versi tratti da una poesia di una poetessa irlandese del 1800 che circolano in questi giorni sui social:
E la gente rimase in casa
E lesse libri e ascoltò
E si riposò e fece esercizi
E fece arte e giocò
E imparò nuovi modi di essere
E si fermò
E ascoltò più in profondità…
E la gente cominciò a pensare in modo differente…
E fecero nuove scelte
E sognarono nuove visioni
E crearono nuovi modi di vivere
E guarirono completamente la terra
Così come erano guariti loro.
Buona vita Francesca.
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MARIACRISTINA PASELLI – Collabora con Dol’s Magazine fin dall’apertura della testata, specializzata in Scienze d’Azienda, Psicologia del Lavoro e delle Risorse Umane, si occupa da molti anni di Alta Formazione all’Eccellenza, Aggiornamento e Preparazione di Manager ed Imprenditori alla Professionalità e all’ Evoluzione Valoriale accrescendo le Aziende nel Management, nella Gestione organizzativa, nel Coaching operativo, nella Leadership personale e nel Marketing strategico. Ha scritto numerosi libri ed articoli dedicati al genere femminile ed alle problematiche di coppia.