Cara Susanna, in questi giorni chiusa in casa soffro molto di solitudine, cerco di distrarmi guardando la televisione, navigando in Internet, leggendo qualcosa ma ti confesso che arrivo con molta fatica a sera e non vedo l’ora di prendere il mio sonnifero e addormentare nella notte ogni mio disagio. L’idea che questa reclusione possa continuare a lungo mi sta distruggendo. E poi ho paura. Solitudine e paura, paura della solitudine, paura della malattia, paura della morte. Paura di avere paura. Vorrei che fosse sempre l’ora di andare a dormire. Come posso convivere con la mia solitudine?
Cara Mariella,
questa quarantena sta mettendo alla prova ognuno di noi e la solitudine é uno dei primi effetti che possono farsi sentire ma stiamo attenti, questo non significa che stare soli e isolati sia di per sé qualcosa di negativo. Può anzi diventare qualcosa di molto importante per noi, qualcosa in grado di farci crescere e di farci cambiare in meglio. Può essere che tu sia in un periodo della tua vita in cui, per varie ragioni, non stai bene con te stessa e allora la solitudine ti fa paura. Ti rendi conto anche tu quanto sia penoso stare accanto a una persona che non ti piace, magari anche solo per un viaggio in ascensore: ma dall’ascensore alla fine si scende, dalla nostra pelle si scende una sola volta in questa vita, quella definitiva. Se sei in una fase in cui non stai bene con te stessa puoi soffrire maggiormente di solitudine. Il termine solitudine che ha un’accezione negativa nel nostro immaginario, nasconde in sé un potenziale ricchissimo e molto positivo: la possibilità di avere finalmente un po’ di tempo per noi stessi. In questi giorni siamo tutti chiusi in casa e tutti siamo costantemente collegati con il mondo attraverso Internet e questo certamente ci aiuta e sono sicura che stia aiutando anche te. Ma forse inizieresti a stare meglio se iniziassi a trasformare la tua solitudine in occasione di contatto con te stessa, per imparare a volerti un po’ più bene.
Tutti dobbiamo e possiamo imparare a farlo. Ma cosa vuole dire volere bene a noi stessi? Forse prima di tutto significa entrare finalmente in contatto con i nostri reali bisogni. Permetterci di lasciar andare quelle maschere o quelle corazze che nella vita “normale” ci siamo tenuti stretti addosso. E questo è un primo passo, talvolta quella vita che ho chiamato “normale” ma che forse di normale ha ben poco, non ci soddisfa per niente. Non si tratta di mandare a monte matrimoni o di fuggire in India, cara Mariella. Ma quello che potresti fare in questa solitudine forzata é avere il coraggio di portare alla luce quegli aspetti di te che stanno dormendo, magari da qualche tempo, ma che sono il tuo capitale segreto. Quante volte avrai detto un “mi piacerebbe dipingere, scrivere, cantare, studiare il giapponese, fare un corso di yoga ma non ne ho tempo”? Quante volte hai represso i no che avresti voluto urlare ma che hai trasformato in sì per non fare brutta figura, per non deludere gli altri, per non essere criticata, sgridata, abbandonata?
E allora prova a dare spazio alla tua creatività, senza preoccuparti del risultato ma semplicemente godendoti il percorso. E inizia a scrivere, anche se hai sempre pensato di non saperlo fare, abituati a prendere nota ogni giorno dei tuoi pensieri. All’inizio forse non saprai cosa scrivere ma forse piano piano riuscirai a penetrare sempre più profondamente in te. E inizierai a piacerti. Il contatto con i nostri reali bisogni è il primo passo per volerci bene. Non si tratta di capovolgere il mondo ma, caso mai, di vedere lo stesso mondo da altri punti di vista e di percepire noi stessi nel mondo non come vittime di una vita voluta da chissà chi per noi, ma come guidatori alla guida della nostra automobile, certi di poter decidere, per quanto ci sia possibile, dove e come condurla. Certi di voler sbocciare per quello che veramente siamo e che, magari, abbiamo solo dimenticato di essere. E poi c’é la paura, quella paura che é arrivata come un drago a travolgerci tutti, alimentata quotidianamente da quello che leggiamo e ascoltiamo in questo nostro silenzio forzato. E’ la paura il vero virus, ricordatelo.
E’ di paura che possiamo morire perché la paura abbassa le difese immunitarie, mina il nostro sistema ormonale, manda in tilt il nostro organismo che sa affrontare ogni emergenza quando é in una situazione di serenità o, quantomeno, di “normalità”. E allora ti suggerisco, mentre navighi nel web, di provare a seguire qualche video che ti accompagna a respirare , a “stare” semplicemente in quello stato consapevolezza che produce endorfine e manda via la paura. Puoi anche seguire qualche meditazione guidata, meditare resetta il tuo sistema neurormonale, gli rende quelle opportunità che la paura gli ha portato via. La paura inquina, intossica, lasciala andare. Sei pronta. Forse il mondo ora é pronto.
Susanna Garavaglia – counselor e naturopata collabora con dol’s
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