Essere costretti a stare chiusi in casa per evitare il contagio da coronavirus, induce a pensare maggiormente a se stessi ed alla vita che ci circonda.
E’ dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Italia che penso di scrivere qualcosa di mio sull’argomento attuale per me e per molti. Mi ero già espressa in un articolo all’inizio di tutto, ma poi ascoltando varie fonti, interventi e seguendo l’evolversi della situazione sanitaria, politica ed economica mi ero bloccata, raggelata come gran parte del mondo. Tutto mi sembrava superfluo e fuori tono. Gli argomenti da trattare erano così tanti che parlando di uno avrei escluso l’altro. Alla però fine ho considerato che dire la mia opinione era un dovere editoriale anche rischiando di sbagliare e di essere criticata (cosa che riesce molto bene agli italiani)
Poi sono occorsi due avvenimenti che mi hanno lasciato senza parole e che in realtà racchiudevano il mio pensiero. La preghiera e la Benedizione Urbi et Orbi di i Papa Francesco: e l’arrivo di medici stranieri da Cuba e dall’Albania per aiutare il popolo italiano che sta attraversando un momento molto doloroso (ad oggi 10.000 morti accertati).
Vedere quell’uomo solo in una piazza di solito piena ed affollata di credenti mi ha fatto pensare quanto l’uomo Papa fosse solo e a quanto la preghiera servisse a consolare e supportare gli animi affranti ed impotenti dei credenti ma ad irritare quello dei non credenti che vedevano come una fandonia l’atto pontificio, o peggio solo la scenograficità dell’atto papale.
Io ne sono stata invece terrorizzata come ho espresso ai miei followers su Facebook. Sentivo arrivare la fine mondo, del nostro mondo, costruito nei secoli, appropriandoci di risorse altrui per arricchirci e per fare belle le nostre società ma lasciandone altre preda di guerre e sfruttatori. La fine di un mondo che veniva messo a dura prova da un piccolo virus (dal latino veleno) un parassita che si replica esclusivamente all’interno delle cellule di altri organismi. E questo virus facendo un salto di specie era passato dall’animale all’uomo e lo stava decimando, Ed i paesi non ancora contagiati lo sarebbero stati presto, volenti o nolenti, nonostante le dichiarazioni neutrali o trionfalistiche di alcuni capi di stato che alla fine hanno dovuto abbassare la testa o che l’abbasseranno presto.
Questo voleva dire il Papa infine ” Ricordati che devi morire” e guarda a te stesso e a quello che hai intorno.
L’altro episodio che mi ha colpito è l’arrivo di medici da Cuba per la martoriata città di Crema e dall’Albania per gli ospedali di Brescia. Uomini abituati ad affrontare la morte con la scienza ma anche col cuore. Che hanno raccolto il grido di dolore di realtà dove i primi a morire sono i deboli (anziani e persone con gravi patologie) e poi attacca anche i più giovani (nessuno alla fine è immune, finchè non si scoprirà il vaccino apposito).
Infine perchè proprio cubani ed albanesi? Perchè loro hanno vissuto malattie, mancanze, guerre e terremoti e povertà. Rama il premier albanese ha detto ”Siamo tutti italiani”, innescando quella gara di solidarietà che tutto da e nulla chiede e che mi auspico costruisca un mondo più umano e migliore dopo che l’emergenza sarà passata lasciando indietro mascherine e respiratori.