Carmen Russo imprenditrice, designer, specialist problem solving, digital marketer accreditata Facebook Europe. Organizza corsi di formazione al femminile su argomenti STEM. Gestisce il blog carmenrusso.info.
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Da quanto tempo sei in casa?
Dal 9 marzo tranne saltuari spostamenti in ufficio. Vivo a Catania.
Come hai distribuito le tue giornate?
Inizio col dire che sono a regime solo da pochi giorni, i primi sono passati un po’ estraniati. La giornata inizia nel segno del buonumore: apro tutte le finestre di casa, preparo il primo caffè, mi godo la vista dal balcone. Poi il momento clou della giornata, l’uscita con Becky la mia cagnolina di un anno e mezzo. Se il tempo è buono allungo pochi metri e passo a prendere i cornetti e il pane al panificio così appena si svegliano i figli allestiamo il “bar di casa” con caffè e spremuta fresca di arance. Capita che i ragazzi mi lascino la mancia 😂
Si sono fatte le 8 e mi preparo al collegamento Skype per chi vuole approfondire i temi della modellazione 3D o la progettazione del prossimo sito web. Di solito resto collegata fino alle 11:30.
Poi la pausa caffè che diventa anche la programmazione del pranzo e, se serve, la spesa telefonica dalle botteghe vicino casa. Torno a lavoro fino alle 13. Su nuovi progetti o su cose che ho nel cassetto. Ad esempio sto digitalizzando i miei vecchi disegni di gioielli ricostruendoli in 3D.
Telelavori?
La mattina soprattutto.
Vivi da sola?
No, con me ci sono figli e cane. Anche in casa però facciamo distanziamento sociale, per quel che si può.
Cosa hai privilegiato di fare ne tempo che ti resta libero?
Butto roba. Proprio pochi giorni fa ho contattato il servizio per il ritiro di rifiuti ingombranti. La mia stanza sta acquistando metratura. Poi come tutti leggo, vedo film su Netflix. La tv la usiamo solo lo stretto necessario, anche prima in verità.
La solitudine ti stressa?
In realtà sono anni che ho iniziato a limitare le uscite. Mi ero stufata delle serate vuote o piene di gente vuota. Meglio un libro o un film o due chiacchiere con gli amici lontani (ho vissuto tanti anni fuori dalla Sicilia). Quindi stare in casa non mi è pesato più di tanto. Mi mancano i pranzetti della mamma e il cinema con le amiche quello sì. Mi manca portare il cane al parco. Mi manca il mio laboratorio, i ragazzi del Fablab, la confusione delle mille cose da realizzare. Mi manca la condivisione del secondo caffè al bar. L’aspetto, nei giorni down, più triste è che non so se torneranno quei tempi. I contratti di lavoro sono stati annullati o sospesi, i workshop annullati, l macchinari fermi. Le spese però sono sempre lì, alcune solo rimandate. Mi chiedo se quando questo finirà avremo ancora la mente libera per pensare a nuovi progetti o se saremo troppo abbattuti per ricominciare. Al momento però cerco di pensarci il meno possibile e mi sono buttata su progetti che possano dare una mano durante questa fase di contenimento del Covid-19. Ad esempio con altri makers siciliani abbiamo organizzato un gruppo per supportare gli ospedali con la produzione di valvole per i respiratori che al momento sembrano mancare dai rifornimenti. Oppure gli scudi facciali. In tempi ancora lontani dal lockdown ho rilasciato un progetto per realizzare le mascherine DIY. Mi sembra così surreale ripensare a quando il 22 febbraio sono uscita per andare nella nostra via dei tessuti, via Manzoni, sono entrata nel negozio ed ho scelto pochi metri per fare il prototipo del progetto. A saperlo avrei preso tutta la stoffa disponibile. Ora quel negozio sembra essere su di un altro pianeta e il 22 febbraio un’epoca preistorica. In questi giorni ho lanciato una call “aiutaci ad aiutarli” per ricevere tessuti dalle aziende tessili, anche pochi scampoli, mi permetterebbero di regalare le mascherine agli over 65.
Come riesci a superarla?
In momenti di crisi ci sono. Uno per tutti quando alle 18 ci colleghiamo per il bollettino. Quei numeri sono persone e quando siamo ottimisti per la curva discende dei contagi, dura solo un secondo. Cioè si parla sempre di centinaia se non migliaia di persone che sono ricoverate e di queste molte saranno morte in pochi giorni o settimane. È una voragine. Finirà ma saremo sfiniti.
Le mascherine di danno la sensazione di proteggere te o gli altri?
Paradossalmente la usavo di più quando eravamo tutti liberi di girare. Ora che esco alle 7 di mattina per pochi minuti non ne sento la necessità.
Cosa ti manca di più in questa situazione emergenza e restrizione di spostamento?
Di beni materiali nulla e se mancano non sono certo quelli essenziali. Gli abbracci tantissimo.
Qual’è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza?
Abbraccerò i miei figli e i miei genitori e prenderò un caffè in ogni bar nel tragitto da casa al Fablab Catania.