Barbara Schiavulli – Corrispondente di guerra e direttrice di Radio Bullets – a casa sta bene ma vorrebbe avere un terrazzo.Le basta pensare a quello che la gente vive in zona di guerra.
Vedi altre testimonianza
Da quanto tempo sei in casa ?
Lavorando all’estero per seguire crisi e conflitti internazionali e girando in Italia per scuole, festival e convegni, nel momento in cui i viaggi sono stati sospesi e le aggregazioni sociali sono state cancellate, sono rimasta a casa. L’ultima uscita è stata il 7 marzo a cena con degli amici.
Come trascorri le tue giornate?
Le giornate sono molto impegnate. Ogni giorno confeziono un notiziario internazionale, una rassegna di quello che accade nel mondo, quindi come sempre mi alzo alle 5 e vado avanti fino almeno alle 9 del mattino. Poi lavoro alla testata e ai nuovi pezzi da caricare, sento le altre colleghe, se trovo la forza lavoro un po’ all’ultimo libro che sto scrivendo. Nel pomeriggio mi dedico sempre alla testata di Radio Bullets, la sera controllo tutte le notizie dal mondo e dopo cena, mi guardo un film, una serie, o leggo un libro in attesa di svenire.
Vivi da sola?
Vivo sola
Cosa hai privilegiato di fare ne tempo che ti resta libero? Leggere, cucinare, studiare , ascoltare musica, vedere film..o altro?
Dopo quasi un mese ho scoperto che cucinare, cosa che mi piaceva molto fare prima, ma che era un’operazione saltuaria stando molto fuori, ora lo detesto, visto che almeno 2 volte al giorno mi ritrovo in cucina. Sono stufa. Per il resto, non ho molto tempo libero, cerco di leggere e magari sentire gli amici. Sparsi ovunque, anche quelli in Afghanistan o in Iraq che sono molto preoccupati per noi.
La solitudine ti stressa? Come riesci a superarla?
Non sono affatto stressata dalla solitudine. Avendo vissuto condizioni estreme per ragioni lavorative, tutto sommato, a casa si sta bene, forse patisco non avere un terrazzo, solo finestre, ma tutto sommato mi basta pensare a quello che la gente vive in zona di guerra, per sentirmi anche in questa crisi, fortunata. Mi preoccupa la situazione lavorativa, molti freelance come me, non stanno guadagnando, e quando finirà questo momento, ci sarà una vera crisi economica da affrontare.
Le mascherine di danno la sensazione di proteggere te o gli altri?
In questo mese sono uscita tre volte e non ho indossato la mascherina, valeva il fatto che serve solo a chi ha dei sintomi, come è stato detto e a questo mi adeguo. Ho indossato un guanto di lattice al supermercato, ma per il resto non ho ansie particolari, basta tenere la distanza di un metro e non sputacchiare in faccia alle persone.
Cosa ti manca di più in questa situazione emergenza e restrizione di spostamento?
Mi manca il poter girare, lavorare, raccontare il mondo, le cene con gli amici. I miei familiari già vivono a distanza quindi comunque non ci si incontra spesso, ma ci si vede attraverso whatsapp. Mi manca il mare, l’idea di essere libera di decidere cosa fare o chi vedere. Perfino guidare. Mi mancano gli spazi aperti. Ma sì, soprattutto la libertà di poter fare quello che voglio.
Qual’è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza?
Andrò dalla parrucchiera a domare i miei ricci, poi cercherò di vedere gli amici, magari in spiaggia in un ristorantino sul mare, e poi appena si potrà, prenderò un volo per scaraventarmi da qualche parte e raccontare le storie delle persone che hanno bisogno di non essere dimenticate, dove soffrono da anni e dove si muore senza che ogni giorno si facciano i conti e che questa crisi, lì ancora una volta ha spento su di loro i riflettori della stampa. Mi manca sapere di essere utile e di fare il mestiere che ho scelto.