Diana De Marchi,docente e presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano
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Da quanto tempo sei in casa?
Sono chiusa in casa a Milano dall’8 Marzo, data che ricordo bene perché in quella giornata avevamo organizzato tanti incontri interessanti nella nostra città all’interno del Palinsesto “I Talenti delle Donne”, incontri ai quali tenevo molto e rapidamente abbiamo inventato con un gruppo di generose amiche attrici una serie di letture in streaming da casa “non perdiamoci di voce”
https://www.youtube.com/watch?v=udc-dsN0EAs che prosegue.
Come hai distribuito le tue giornate?
La prima preoccupazione, seguendo la rete antiviolenza del Comune di Milano, è stata la condizione delle donne per le quali restare a casa può essere un incubo. E ci siamo organizzate con esperte e professioniste della rete e non solo, per lanciare campagne che non le facessero sentire sole, video in più lingue compresa la lingua dei segni, e segnalare come si poteva chiedere aiuto e sapere che la rete non si è fermata, poi è stata creata l’applicazione per il numero 1522 e altre iniziative in sinergia con chi si occupa di gestire queste situazioni.
Le giornate sono poi diventate molto strane, davvero sospese, mi sembra di avere tanto tempo e poi mi ritrovo a sera che il tempo non è bastato, fatico a misurare il tempo e quindi non so se posso dire che ho distribuito le giornate, perché si distribuiscono loro in un modo che definirei dilatato.
La scansione della vita scolastica è stata trasformata in questa fase per me e non ha più il ritmo abituale e già questo è uno spaesamento faticoso.
Mentre l’attività da consigliera è diventata costante per le tante sollecitazioni e domande che arrivano dai cittadini e dalle cittadine per telefono, per mail o per whatsapp. Domande, dubbi e richieste di chiarimenti che io stessa spesso devo approfondire con gli uffici per poter rispondere.
Consapevole che in questo momento complicato è l’aiuto che posso dare cerco di essere veloce nelle indicazioni e quindi sempre connessa.
In consiglio comunale dopo i primi 10 giorni abbiamo iniziato ad organizzare le Commissioni online e quindi spesso al pomeriggio abbiamo questo impegno che ci permette di confrontarci con gli assessori , capire insieme come stiamo affrontando quest’emergenza e fare proposte sulla base delle richieste che i cittadini ci evidenziano. Anche le commissioni devo dire sono meno rispettose dei tempi previsti e da un lato per una ragione che ritengo positiva, cioè riescono a partecipare con maggiore facilità molti presidenti e consiglieri dei municipi e quindi abbiamo tutti la possibilità di sentire più interventi, quindi, si allungano i tempi, ma in realtà la maggiore partecipazione è sempre positiva e su questo bisognerà riflettere.
In tarda mattinata tendente all’orario di pranzo…da volontaria faccio una ventina di telefonate ad anziane e anziani per sapere se hanno bisogno della spesa a domicilio o la consegna di farmaci e anche qui il tempo è dilatato, perché molte persone hanno bisogno di compagnia e sono felici di raccontarsi. A me piace molto ascoltare, mi raccontano le loro storie e le telefonate si trasformano i storie di vita che come tutte le vite sono storie belle da ascoltare.
E così anche questo momento dura sempre più del previsto.
Arriva poi velocemente il tardo pomeriggio e con mio marito abbiamo l’ora di allenamento, esercizi diversi, ma insieme! Io seguo corsi di gruppo su youtube, perché mi piace pensare che li faccio insieme ai protagonisti del video, lui si allena in autonomia.
E poi ci sono le videochiamate con le figlie e i nipoti tra Milano e Vienna, momenti di grande tenerezza decisamente più frequenti in questo periodio che durante la frenetica vita “normale” e questo è il lato più bello di questa clausura.
La cena può essere prima o dopo, non ha orari, ma una certezza: la prepara mia marito come sempre, con l’unica differenza che adesso faccio io la spesa!
E poi si prosegue con altre videochiamate con le amiche o call con i gruppi di lavoro che riguardano l’attività politica o, in questa fase, prevalentemente servono a organizzare la raccolta di donazioni di tablet e pc di cui mi sto occupando per le nostre comunità di minori stranieri non accompagnati perché possano proseguire con la didattica online.
Quando è iniziata l’emergenza ho pensato che questo sarebbe stato un problema e, in accordo con il Comune e i servizi dedicati, ho diffuso ilbisogno di dispositivi elettronici e ho riscoperto una generosità straordinaria di singoli e aziende e questo scalda davvero il cuore, oltre a servire perché il divario tecnologico è un tema al quale dobbiamo trovare risposte per tutti e per tutte.
Cosa hai privilegiato di fare nel tempo libero?
Pensavo di leggere tanto, sistemare cose che volevo riordinare da tempo,ma l’ho fatto solo la prima settimana quando sembrava uno stacco breve o comunque non si capiva bene e non mi ero ancora imbattuta in una dimensione nuova. Quindi non riesco a rispondere, anche se sicuramente ho del tempo libero, ma lo inserisco nel tempo della giornata senza potergli dare una definizione precisa.
La solitudine ti stressa? Come riesci a superarla?
A me non piace stare da sola, ricordo che il periodo delle gravidanze è stato il più bello perché ero sempre in compagnia. Anche adesso sono sempre con mio marito e quindi non mi sento sola, anzi sono piacevolmente sorpresa che tutte queste ore insieme anche se facendo ognuno il suo, ci facciano stare ancora bene insieme.
Le mascherine ti danno la sensazione di proteggere te o gli altri?
Sinceramente la vicenda delle mascherine mi ha davvero fatta arrabbiare, rese obbligatorie non si trovano e se ci sono sono carissime, prima non bastavano e soprattutto non le avevano i medici e il personale socio sanitario, insomma pensando alle mascherine mi viene in mente prima di tutto questo. Poi per le mascherine che uso io sicuramente proteggo soprattutto gli altri, ma uscendo solo per la spesa, resto convinta che ci proteggiamo tutti restando a casa.
Cosa ti manca di più in questa situazione emergenza e restrizione di spostamento?
Certo non mi basta essere impegnata, non essere sola e cercare di rendermi utile, mi mancano moltissimo le persone dal vivo, mi manca la scuola quindi anche i luoghi non solo gli esseri umani, anzi direi mi mancano proprio le persone associate ai luoghi che frequento normalmente.
Amo guardare le persone negli occhi e dal pc non è la stessa cosa.
Qual’è la prima cosa che farai finita l’emergenza?
Andrò a Vienna da mia figlia!