Mariacristina Paselli – Manager Trainer Coach
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Da quanto tempo sei a casa?
Abito in Emilia Romagna, e sono in casa da un mese e dodici giorni.
Come hai organizzato la tua giornata?
La mattina appena mi alzo leggo i quotidiani e qualche rivista specialistica on line poi lavoro al Pc per non lasciare sole le Aziende cui faccio consulenza, inoltre collaboro con alcune riviste, progetto nuove forme di rapporti. Il pomeriggio mi metto nel mio piccolo giardino a godermi il sole, sono giornate meravigliose, con poco inquinamento e l’aria profuma. Mi piace vedere le fioriture che a dispetto del lock down continuano a sbocciare, la natura fa il suo corso, distaccata dagli eventi.
Più tardi faccio trenta minuti di ginnastica ascoltando Mozart, seguendo al p.c. un’istruttrice che conosco che ripete esercizi graduali quindi cerco di insinuarmi in camera di mia figlia per parlare.
Sto leggendo contemporaneamente due libri molto interessanti, uno di storia e uno tecnico, mi assorbono completamente e funzionano creando dipendenza: alla stessa ora li devo leggere, mi dà una certa inquietudine il fatto che non ci sia una fine certa e le esperienze che vivo leggendo, mi portano fuori casa.
Telelavori?
*Mia figlia è avvocato, studia e lavora al pc, cucina spesso perché è molto più capace e creativa di me, tempo per parlare anche se pare ce ne sia tanto, ne rimane poco, tolte le attività di ciascuno, lei fa attività motorie la sera insieme alle sue care amiche che si collegano e formano un gruppo vitale e molto divertente, determinato e forte…
Hai paura della solitudine?
La solitudine non mi ha mai stressato, amo stare anche sola, riesco a pensare più compiutamente, scrivo, faccio meditazione, cerco di rilassarmi, ci sto bene insomma…Se si vive con serenità costruttiva la solitudine non si deve temere, è un momento tutto privato in cui si può stare anche bene.
Le mascherine sono una protezione per te o per gli altri?
Uscendo per la spesa, metto la mascherina sempre, sia per l’ordinanza del sindaco della mia città sia perché mi fa sentire protetta ed è una forma di rispetto per tutte le persone che incontro, comunica un certo isolamento. Diciamo che ha una funzione di rassicurazione personale utile in questo momento di totale fragilità, viste le notizie allarmanti vere o no che si leggono sui quotidiani sulla possibile contaminazione dell’aria da parte del virus.
Cosa ti manca?
Mi manca soprattutto il rapporto di lavoro con le persone: si basa sull’incontro e la relazione professionale con le aziende e i manager oppure con chi è in Formazione continua, mi manca la discussione, i problemi da risolvere, poi gli amici, l’allegria, le risate per niente, l’abbraccio, l’incontro, tutta la socialità; l’uscire, il camminare nel verde con un’ amica per chilometri, più volte la settimana, insieme ci confrontiamo su come va il mondo e mentre camminiamo, ci rassicuriamo a vicenda, sono momenti molto positivi ed ora non li posso vivere..
Qual’è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza?
Appena finirà tutto questo, voglio tornare al lavoro più determinata di prima, con idee nuove per contrastare la crisi delle aziende e dei professionisti. Ovviamente la fisicità, gli abbracci, le carezze e la libertà di fare quello che si vuole, ecco questa è la cosa che mi manca di più…