La maschera ci nasconde e noi non siamo più quelli di prima.
Se è vero che nessuno mostra in pubblico, tranne in rare eccezioni, il vero volto, il vero sé, l’intima natura, è altrettanto reale affermare che le mascherine sono un obbligo, prima che istituzionale, morale per non diffondere ai sani la malattia e per preservare noi stessi dal contagio. Viviamo una situazione surreale non solo per il distanziamento sociale per cui siamo obbligati a non toccarci, ma per la negazione del nostro volto che viene in parte nascosto da una copertura innaturale. Ciò che la maschera nasconde è il nostro sorriso, quel riflesso capace di illuminare gli occhi, di comunicare la gioia, ma la maschera cela anche l’espressione di disappunto, di dolore che nasce da uno stato interiore. La maschera oblia la nostra essenza, considerando che andrebbero messi anche gli occhiali, a questo punto diventiamo altro e il mondo ci riconosce per come camminiamo, per il tono della voce, per i gesti, mente la mimica facciale scompare. Cosa cambia del nostro mondo relazionale? La domanda si impone, soprattutto penso a quanto diventa complicato capire se l’altro ci sta mentendo, se ci vuole essere amico o se gli siamo semplicemente indifferenti. Gli occhi, specchio dell’anima, sono sufficienti per trasmetterci il mondo interiore delle persone? Non credo e per questo dobbiamo fare appello alle nostre risorse, alla capacità di comprensione dei gesti e di tutto il modo di comunicare degli altri, dobbiamo imparare a capire senza osservare la mimica facciale.
Girando per la città si scorgono esseri umani senza il vero volto e allora quanto il nascondimento attuale influenzerà il mostrarsi futuro? Saremo più liberi, una volta smascherati, e curiosi di rivedere il vero volto? Credo di sì, sono convinta che senza comunicazione, per quanto possibile sincera tra noi esseri-nel-mondo, l’esistenza non possa essere più la straordinaria occasione che ogni giorno ci apprestiamo e vivere. Questo periodo di mascheramento ci consente però di essere, paradossalmente, più sinceri, non dobbiamo sorridere per compiacere il conoscente che incontriamo per strada, ma possiamo rimanere seri: tanto la maschera ci nasconde.