Isa Maggi – Dottore commercialista e revisore dei conti. Non si sente per niente sicura perché legge notizie di scienziati indipendenti che legano la situazione di pandemia ad errori svolti da chi non ha saputo o voluto prendere decisioni nei tempi giusti.
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Da quanto tempo sei in casa?
Sono in Lombardia, in provincia di Pavia dal 22 febbraio 2020, dopo lo spettacolo in Broletto a Pavia con la regista Piera Rossi, di Lodi , dedicato ad Ada Negri rievocando l’Asilo Mariuccia e creando assonanze con Villa Gaia
Come hai distribuito le tue giornate? telelavori?
Lavoro molto con il pc, sono autonoma e quindi mi gestisco il tempo in assoluta libertà alternando anche a momenti di uscita in giardino a prendere un po’ di sole.Alle 18, 30 ogni sera, dal 27 febbraio ci colleghiamo nell’aula virtuale degli stati generali delle donne per importanti momenti di apprendimento e di confronto su due filoni di riflessione: come sopravvivere e vivere, nonostante…. a partire da noi, con le nostre paure, i nostri sogni e le nostre aspettative. Ed anche su come costruire un mondo nuovo, solidale e sostenibile dopo che questa pandemia ci ha dato la possibilità di riflettere molto su cosa è necessario fare davvero.
Cosa hai privilegiato di fare nel tempo che ti resta libero? Leggere, cucinare, studiare , ascoltare musica, vedere film..o altro?
Ho messo a posto molte cose che avevo ferme da anni, libri da sistemare,vestiti, carte da buttare ma non ho ancora finito.
La solitudine ti stressa?
Ho la fortuna di vivere in una casa grande, con mio marito e i miei tre figli, oltre a due gatti. Non soffro proprio di solitudine.
Le mascherine di danno la sensazione di proteggere te o gli altri?
Non ho ancora messo una mascherina. Non sono ancora uscita a fare la spesa o altro. Con i miei clienti parlo per telefono o via Zoom.
Cosa ti manca di più in questa situazione emergenza e restrizione di spostamento?
Ci sono luoghi e paesaggi che mi mancano, come la fioritura del biancospino nella nostra campagna, che quest’anno ci siamo perse. Cosi come la fioritura dei ciliegi sulla Collina Banina.
Qual’è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza?
Non so quando finirà questa emergenza. Mi spaventa molto pensare di uscire anche quando non saremo nelle condizioni della sicurezza.Non mi sento privata della libertà perché penso sempre al benessere collettivo.
Credi che sia possibile allentare le strette di movimento molto prossimamente?
Spero di no. Non mi fido della politica che ha delegato la comunità scientifica e tecnica a prendere le decisioni, quasi come uno scudo penale per salvaguardarsi dalle responsabilità.Non mi fido delle infinite task force.
E se ciò accadrà ti sentiresti sicura?
No, non mi sento per niente sicura perché leggo molto delle notizie di scienziati indipendenti che legano questa situazione di pandemia ad errori svolti da chi non ha saputo o voluto prendere decisioni nei tempi giusti. Oppure alla correlazione che esiste tra inquinamento e diffusione del virus. Io spero davvero che molti capiscano che non potremo proprio ritornare a fare le stesse cose che facevamo prima.Come spargere fanghi nelle nostre campagne e inquinare la Madre Terra e i frutti che produce.
Hai paura che la contagiosità permanga dopo la fine dell’emergenza, non permettendo quindi l’apertura dell’Italia?
Si dice che occorrerà un vaccino.Ci sono troppi Istituti che stanno studiando intorno ad un possibile vaccino. Perché invece non mettersi tutti intorno ad un unico tavolo?
Che ne pensi dell’app Immuni?
Sarà un modo per cercarci, trovarci, studiarci e sarà il modo per far passare l’introduzione del 5G in tutti i Comuni italiani. Diranno che sarà necessario.
Faresti l’analisi sierologica e il tampone anche se non sei positiva?
Quando avevo 20 anni ho fatto una quarantena vera in ospedale per il tifo che avevo preso durante un viaggio. Ho conosciuto e imparato ad apprezzare tante persone e situazioni. Se sarà necessario farò quello che sarà da fare.
Temi più il virus o l’impasse economica e sociale che ne deriverà?
Temo l’incompetenza di chi ci governa. Questa è la mia vera paura.
E la situazione delle donne chiuse in casa con partner violenti come la risolveresti?
Abbiamo scritto una proposta con un impianto normativo per l’allontanamento del maltrattante dalle case dove si svolge la violenza domestica e la Commissione del Senato sui femminicidi ha fatto propria la nostra istanza. Qualcosa di buono è successo Poi abbiamo avviato una piattaforma www.adottaunalavoratrice.it per dare consulenze gratuite a donne in difficoltà, vittime di violenza, in fragilità economica e sociale.