Maria Paola Simeone – medico chirurgo: ginecologa sessuologa – Avverte il contrasto del proibito con quello che è possibile fare.
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Da quanto tempo sei in casa?
In realtà non sono a casa durante tutta la giornata, esco per andare a lavorare presso l’ambulatorio di ginecologia del Consultorio, nelle belle giornate, anche in bicicletta. Vivo a Bari e qui il virus ha i giorni contati, si spera, perché il sole e il vento di maestrale lo spazzeranno via! Questo sistema di contenimento della sofferenza deriva dal benessere della casa che restituisce un’apparente normalità, tuttavia la prospettiva non è proprio la stessa. Si avverte il contrasto del proibito con quello che è possibile fare: parlare con i collaboratori e guidare liberamente nella città in contrasto con il silenzio il tragitto semideserto, sono le immagini in bianco e nero di tutti i giorni. Si ha la sensazione di avere un tempo infinito, come un lasciapassare prezioso che fa scorrere gli eventi secondo un tempo lento, dopo l’accelerazione della mattinata lavoro; tra le innumerevoli telefonate delle pazienti, gli aggiornamenti delle normative e tutta l’organizzazione del sistema che è velocissima e costante. Appena spalancata la porta di casa si sente la libertà di godere, finalmente, delle meraviglie della tempo interno!
Come hai distribuito le tue giornate?
Sono molto tranquilla perché non ci sono orari fissi di attività pomeridiane; in realtà c’è tanto da fare nel pomeriggio anche restando a casa. Ho anche da prendermi cura di mia madre che vive nel mio stesso quartiere, pertanto non è facile fermarsi a casa sempre tutti i giorni. L’appartamento dove risiedo è al dodicesimo piano ed è possibile vivere i colori della natura senza barriere. Seguo il sole dall’ora di pranzo fino al tramonto: pranzo esattamente quando la luce arriva in cucina e poi trascorro il pomeriggio tra salotto e studio. Dopo aver assistito allo spettacolo del cielo che si trasforma in mille colori fino al buio della sera mi dedico a me. La casa è ancora più accogliente durante la notte perché si vedono le luci dell’orizzonte, come da sempre.
Telelavori?
Si, ho organizzato la consulenza ginecologica e sessuologica on-line. Questa attività sarebbe utile anche in altri periodi dell’anno, come in altre nazioni dove è molto diffusa, è anche più semplice ed economico per le pazienti risolvere un problema con il telefono e senza troppi spostamenti. I dubbi diagnostico- terapeutici sono solo il pretesto, tuttavia molte donne hanno bisogno di comunicare le proprie situazioni di ansia legate al momento gravissimo, dunque spesso è un po’ più prolisso parlare al telefono.
Cosa hai privilegiato di fare nel tempo che ti resta libero? Leggere, cucinare, studiare , ascoltare musica, vedere film..o altro?
Il pomeriggio ho lezione di yoga due volte le settimane su piattaforma digitale, il resto è tutto da scegliere ed organizzare, perché il tempo non basta mai! La più grande tentazione è fare in cucina piccole preparazioni che richiedono ciclicamente attenzione come, la preparazione delle bucce dell’arancia candite che prevedono circa quattro giorni. Prendo lezioni di piano da due anni, percui il mio incubo è fare ogni giorno gli esercizi! Sfoglio e ordino i libri che sono sul tavolino da tempo in attesa, curo le piante, riordino alcuni spazi della casa dimenticati, mi alleno durante il fine settimana. Ho riscoperto la casa, che dal periodo dell’allattamento dei miei figli, circa un ventennio fa, è stata sempre disabitata durante i pomeriggi!
La solitudine ti stressa?
No, vivo da sola e penso di avere bisogno di tempo da dedicarmi ogni giorno.
Come riesci a superarla?
Comunico con amici e persone care con telefonate, anche video. Non è proprio tanto semplice immaginare un progetto per rincontrare amici e colleghi, perchè non si ha la minima idea di quello che accadrà e non si possono fare programmi.
Le mascherine di danno la sensazione di proteggere te o gli altri?
Servono per evitare contatti con persone vicine, tuttavia si cerca di camminare a distanza, uso sempre dei guanti di cotone per toccare porte ed ascensori . Ci sono tanti altri dispositivi da indossare in ambulatorio per noi medici, una vero e proprio rituale di vestizione!
Cosa ti manca di più in questa situazione emergenza e restrizione di spostamento?
Essere libera di andare fuori nel fine settimana, in campagna e al mare, incontrare amici, dover rimandare viaggi e riunioni di lavoro. Non poter vedere i miei figli che abitano all’estero. Non poter giocare a tennis.
Qual’è la prima cosa che farai appena finita l’emergenza?
Una partita a tennis e un bagno al mare!