Ci voleva il primo ministro Conte per dare un nuovo corso all’amore, ne sentivamo il bisogno.
Faccio una premessa, non mi occupo di politica nel senso dei partiti ma mi interessa la politica come il miglior modo di vivere la socialità. Questo è un articolo serio e se c’è qualche punta di ironia è solo per il mio stile, non per prendere in giro.
Ci voleva il primo ministro Conte per dare un nuovo corso all’amore, ne sentivamo il bisogno, la necessità che qualcuno al di fuori dal circuito filosofico si pronunciasse sulle relazioni più importati della nostra vita. Chi sono le persone che contano davvero per cui comprare un biglietto ferroviario, aereo o solo per fare il pieno di benzina e correre ad abbracciarle? Finalmente, ora lo sappiamo! Se i filosofi sono autorizzati a parlare d’amore, come discendenti di Platone sanno bene riconoscere i vari gradi dell’amare, sono in grado di capire se è amore o solo una pallida copia, è anche vero che un politico non lo aveva ancora fatto. Almeno per quanto ne sappia la mia umile mente.
Si può far visita ai congiunti, questo dice il decreto ma chi sono tali entità? Il vocabolario cita chi ha legami di parentela…
E se noi provassimo affetto per un perfetto non parente, un amore senza contratto, per un essere libero da ogni vincolo? Come possiamo rimanere ancora lontani da cotanto sentimento travolgente? Arriva la rettifica governativa, mi sembrava strano non accadesse e così sappiamo che non si può escludere, ai tempi delle coppie di fatto e del poliamore, il fidanzato purché non sia un’avventura.
Le norme finalmente aiutano a fare luce nei meandri dei sentimenti e a scoprire se la nostra relazione è stabile e degna di un incontro o se è solo un flirt stagionale da archiviare. Non ci resta che buttare a mare tutte le vecchie, obsolete e sbagliate teorie per tenere in vita solo il putto alato del Simposio: Eros per sempre, al di là di ogni regola!
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