Siamo riusciti a rimanere a casa in isolamento, separati dagli amici e dai nostri affetti più cari. Abbiamo imparato a fare nel nostro forno il pane, i ravioli e le tagliatelle, i cornetti e la pizza. Abbiamo iniziato a lavorare da casa, facendo dell’home working e della didattica a distanza una missione, che ci ha visto riconvertirci rapidamente in impiegati, professionisti, insegnanti digitali. Ci siamo immersi nella biologia, nella virologia e nell’epidemiologia pur di sentirci meno spaesati, studiando protocolli per indossare dispositivi di protezione o per entrare in casa con la spesa. Siamo arrivati alle soglie del deep web pur di reperire un “respiratore FFP2” o una confezione di colore per capelli.
I nostri sforzi sono stati ricompensati. E siamo scesi in strada, chi con la mascherina, chi ostinatamente senza (e chi, ancora, con la mascherina sotto il naso, sopra il mento, sul collo, sui capelli, persino a un orecchio), per dire che volevamo tornare a vivere, che due mesi di lockdown non ci avevano scalfito quasi per nulla. Il virus è ancora tra noi, nella Fase 2 stiamo imparando a conviverci. Ha lasciato il segno, non solo nei polmoni di chi purtroppo lo ha preso. Però, come tutte le ferite profonde, attraverso il dolore ci ha aperto la strada per una nuova visione del mondo, del lavoro, di noi stessi. Ha liberato la nostra creatività affinché trovassimo strategie di sopravvivenza, ci ha spinti a fare appello alla nostra resilienza.
Non possiamo ancora baciarci e abbracciarci, ma guardarci negli occhi sì, e non vogliamo più farlo attraverso uno schermo. Nella Fase 2 rivogliamo dal vivo l’Amicizia: Cicerone scriveva che, senza, “la vita non è vita” “se, almeno in parte, si vuol vivere da uomini liberi”. “Conoscere l’altro attraverso una luce che si porta dentro se stessi: è questa la magia”, ha detto Giuseppina Russo, ideatrice e presidente del Festival per la Filosofia in Magna Grecia, ai microfoni di Radio FFMG – la web radio che, nei giorni di lockdown, ha fatto da ponte tra le attività del festival, sospeso ma sempre vicino al suo pubblico, e i liceali di tutta Italia. Un esempio di resistenza che ha testimoniato la volontà di superare il distacco tra le persone.
“Sentiamo forte la mancanza del contatto fisico. Viviamo di sensi, ci capiamo con degli sguardi”, ha detto Simona Di Lauro, studentessa del Liceo Scientifico di Trentola Ducenta, a Radio FFMG. “Questo periodo mi ha permesso di ragionare e di guardarmi dentro. Ho pensato a tutte le volte in cui ricevendo ferite, dovute a parole mancate o di troppo, ho preferito non curarle, perché è sempre più facile non affrontare le situazioni. E mi sono resa conto che, in tutto questo tempo, tempo non ce n’è: la vita fugge veloce e non dà il modo né di spiegare, né di dimostrare. Per il troppo orgoglio, per la paura di essere giudicati, non dobbiamo allontanare le persone a cui vogliamo bene, ma dobbiamo semplicemente vivere la vita che vogliamo. Questo periodo è stato di crescita, perché ci ha liberato di tutti i pregiudizi e le paure che ci limitavano. È l’inizio di una nuova vita, sicuramente con più pesi sulle spalle, ma molto più sentita e vera.”
Una Fase 2, insomma, all’insegna della sincerità e della chiarezza, in primo luogo verso se stessi. E con una maggiore attenzione verso le cose belle che ci circondano, troppo spesso date per scontate. “Il mondo è anche ricco di superficialità: laddove noi ci soffermiamo a contemplare la delicatezza di un fiore, può passare una persona che lo calpesta senza accorgersene”, ha detto Giuliana Auletta, giovane cantante, a Radio FFMG.
“Quando il festival termina, con il momento conclusivo di Unanime in cui i ragazzi mettono in gioco se stessi, si abbracciano: questa unione finale crea il legame”, sottolinea Giuseppina Russo. E allora corriamo incontro alla Fase 2 con speranza, perché tra non molto ci permetterà di riabbracciarci.
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Foto di Radio FFMG (C) Festival della Filosofia in Magna Grecia
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