Lo scorso 11 maggio 2020 è morta a 97 anni, in una casa di riposo di Edimburgo la matematica Ann Michell nota per il suo contributo nel decifrare Enigma, la macchina utilizzata dai tedeschi per inviare messaggi criptati durante la seconda guerra mondiale.
Fino agli anni Settanta nessuno sapeva del suo passato, nemmeno il marito, nel rispetto dell’Atto ufficiale di segretezza che aveva firmato nel 1943 nel momento dell’assunzione a Bletchley Park. Solo nel 2008 le venne riconosciuto il merito di aver contribuito a decodificare il codice segreto.
Ann Katharine Williamson (sposata Michell) era nata a Oxford in Inghilterra, nel 1922. Nel 1940 divenne una delle cinque ragazze accettate alla facoltà di matematica dell’Università di Oxford, dove si laureò in tempo record nonostante i pregiudizi che ostacolavano la presenza femminile nelle facoltà scientifiche. “La mia direttrice disse con fermezza ai miei genitori che la matematica non era una materia femminile”, commentò una volta Ann.
Fu poi selezionata per partecipare alla squadra che aveva il compito di decifrare i messaggi in codice dell’aeronautica e dell’esercito tedesco a Bletchley Park, il sito dell’unità principale di crittoanalisi del Regno Unito, nonché sede della Scuola governativa di codici e cifrazione, situato a 75 chilometri da Londra.
Il contributo di Ann fu fondamentale soprattutto nell’ultima fase del conflitto. James Turing, pronipote del genio matematico Alan Turing, ha sottolineato che dalla poca documentazione rimasta dell’attività a Bletchey, le mansioni e le esperienze di Ann furono molto simili a quelle del prozio. E soprattutto, la sua bravura aiutò a superare il pregiudizio nei confronti del genere femminile tipico di quei tempi.
Per la maggior parte delle ragazze di Bletchley, il lavoro era davvero noioso e reso ancora più monotono dal fatto che non avevano idea dello scopo per cui stavano raccogliendo informazioni. Per Ann Mitchell era anche faticoso perchè doveva pedalare ogni giorno per 10 miglia e, fino al turno di notte, si sosteneva solo con una tazza di caffè e un uovo sodo.
Fino al maggio 1945 lavorò sulle decrittazioni dei messaggi dell’Esercito tedesco e dell’Aeronautica militare nella capanna n. 6. Era stata assunta a tempo determinato presso l’Ufficio degli Affari Esteri e del Commonwealth con uno stipendio annuo di 150 sterline, aumentato a 200 dopo il suo ventunesimo compleanno.
Gran parte del suo lavoro consisteva nella decodifica giornaliera dei messaggi della tedesca Enigma per fornire dati all’inglese Bombe, la macchina progettata da Turing, capo del progetto di decrittazione.
“Il suo era un talento raro”, ha sottolineato Tessa Dunlop, autrice del libro “The Bletchley Girls”, che più volte l’ha intervistata. “Era dotata di grande empatia e allo stesso tempo di straordinaria acutezza”. Se quest’ultima qualità le permise di ottenere grandi risultati a Bletchley, la prima dote è quella che ricordano i quattro figli e che le portò grande successo e soddisfazione nella sua seconda vita professionale, come consulente matrimoniale.
Alla fine della guerra, come ad altre giovani che lavoravano a Bletchley, le fu chiesto di dimenticare il suo lavoro e di non parlarne mai con nessuno. Nel 1948 sposò John Michell e negli anni Cinquanta cambiòcompletamente lavoro, diventando consulente di orientamento al matrimonio per il Consiglio scozzese, il Relate Scotland.
Negli anni Settanta tornò all’università per studiare politica sociale e nel 1980 si laureò con un Master of Philosophy presso l’Università di Edimburgo.
All’inizio degli anni Ottanta, diventata ricercatrice associata presso il Dipartimento di amministrazione sociale, scrisse diversi libri sugli effetti psicologici del divorzio sui bambini, tra cui “Someone to Turn to: Experiences of Help Before Divorce” (1981) e “Children in the Middle: Living Through”.
Questi saggi, ispirati dal divorzio traumatico vissuto in famiglia quando era piccola, furono molto importanti per studiare l’effetto della separazione dei genitori sui bambini e contribuirono a modificare la legge scozzese sul divorzio.
Quando il lavoro a Bletchley è diventato pubblico e il segreto è stato revocato, Ann ha rilasciato e registrato molte interviste sul suo ruolo durante la guerra. La sua storia è inclusa nel libro della storica Tessa Dunlop “The Bletchley Girls. War, Secrecy, Love and Loss: The Women of Bletchley Park Tell Their Story” (2015).
Anche il film “The imitation game” (2014) ha raccontato l’importanza del lavoro delle “Bletchley Girls” che hanno supportato quello di Alan Turing (1912-1954) uno dei più grandi matematici del secolo scorso, vittima di omofobia. Per la costruzione della sua macchina di calcolo, antesignana del computer, è considerato il padre dell’informatica. Morí il 7 giugno 1954 ingerendo una mela avvelenata con cianuro di potassio. Un suicidio ispirato alla fiaba di Biancaneve, da lui molto amata da bambino. Due anni prima era stato arrestato per omosessualità e sottoposto alla castrazione
chimica. Solo nel 2009 dal governo del Regno Unito è giunta una dichiarazione di scuse ufficiali per aver sottoposto Turing a un trattamento omofobico.
Per saperne di più sui lavori collettivi delle donne di scienza: Sara Sesti e Liliana Moro “Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie”, pag. 250, € 16, Ledizioni, Milano 2020. Il libro è disponibile in libreria e on-line su Ledizioni, Amazon, IBS, Feltrinelli, etc. anche in versione e-book a € 6.99.