La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore. Parole di Inge Morath in mostra a Milano fino al 1° novembre al museo Diocesano
Una ricca e documentata retrospettiva del lavoro della fotografa austriaca, prima donna a far parte di Magnum Photos. 150 immagini in bianco e nero che spaziano dai reportage ai ritratti, dalle foto fatte a Venezia negli anni 50′ come suo primo reportage pet Magnum Photo a quelle in Cina negli anni ’70 in una cornice rilassata del Museo diocesano a Milano. Il biglietto di 10 euro comprende la visione della mostra ed un aperitivo con finger food nel chiostro antistante del museo.
A cura di Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl, Marco Minuz
La retrospettiva rende omaggio ad Inge Morath (Graz, 1923 – New York 2002), documentando un complesso lavoro inscindibilmente legato alla sua avvincente vicenda umana.
La fotografia come metodo di indagine della realtà è parte integrante della vita di Inge Morath, che riesce, con coraggio e determinazione, ad affermarsi in una disciplina all’epoca prevalentemente maschile, tanto che è costretta ad proporre i suoi primi scatti a diversi editori firmandosi con lo pseudonimo Egni Tharom.
Prima donna ad essere ammessa nella leggendaria agenzia fotografica Magnum Photos, inizialmente come redattrice e poi come membro effettivo nel 1955, Inge Morath ha contribuito con il suo talento a scardinare molti pregiudizi.
Per tutta la sua vita mostra una duplice dote per la scrittura e la fotografia, che la rende una figura singolare rispetto ai suoi colleghi. Donna curiosa e instancabile, è sempre animata da una grande passione per il suo lavoro e desiderosa di relazionarsi con le persone in modo profondo. Che si tratti di persone comuni o personaggi di chiara fama il suo interesse è sempre rivolto all’essere umano in quanto tale.
Viaggia in continuazione affrontando ogni trasferta con serietà, tentando di comprendere a fondo le tradizioni e conoscere la cultura dei luoghi in cui si reca e studiandone addirittura la lingua fino ad arrivare, nel tempo, a parlare correntemente ben sette idiomi.
Le sue immagini sono fortemente descrittive e al contempo lasciano trasparire una rara capacità di analisi del contesto, e una straordinaria sensibilità generate da un infinito amore per la realtà e la verità.
Inge Morath ha la capacità di non semplificare mai ciò che è complesso, e di non complicare mai quello che è semplice. Le fotografie esposte sono come pagine del diario della sua vita, come lei stessa afferma: «La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore».
L’esposizione, inserita nei palinsesti 2020 del Comune di Milano: Aria di Cultura e I talenti delle donne, è prodotta da Suazes, Fotohof e Magnum Photos; realizzata col supporto del Forum austriaco della cultura, col sostegno di Rinascente, media partner IGP Decaux.