Dal 12 settempre è aperto il museo dedicato a Giuditta Pasta (1797 – 1865), nato grazie alla donazione del collezionista milanese Giorgio Cavallari e alla curatela della Sopraintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia.
Bellini scrisse per lei la Norma, con cui nel 1831 debuttò al Teatro alla Scala, Gaetano Donizetti l’Anna Bolena e Gioacchino Rossini, di cui era una delle cantanti preferite, Otello, Tancredi e Semiramide. Ed è in una dimora degna della sua fama, Villa Gianetti a Saronno, che potremo visitare un museo dedicato a Giuditta Pasta (1797 – 1865), nato grazie alla donazione del collezionista milanese Giorgio Cavallari e alla curatela della Sopraintendenza Archivistica e Bibliografica della Lombardia.
Inaugurato il 12 settembre con la messa in scena in forma di concerto della Norma di Bellini, voluta dall’associazione “Amici della lirica Giuditta Pasta” presieduta da Memi Pollastri, il museo offre un ricco patrimonio di quadri, litografie, gioielli di scena, arredi, partiture, lettere dell’artista e dei suoi familiari e registrazioni che ricostruiscono il contesto musicale in cui si svolse la sua carriera.
Sarà visitabile gratuitamente su prenotazione dal martedì al giovedì dalle 15 alle 18 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.30. Informazioni presso giudittapasta@comune.saronno.va.it.
Giuditta Negri Pasta (1797-1865), celebre cantante lirica, figlia di un farmacista e nipote di un violoncellista da cui apprese i primi rudimenti della musica, dopo aver posseduto meravigliosi palazzi a Milano e a Parigi nel corso di una sfavillante carriera, si era ritirata a Blevio, in provincia di Como, dove fece restaurare la villa appartenuta a Madame Ribier, sarta e stilista delle dame milanesi nei primi dell’Ottocento, nota anche come libera pensatrice. Villa Roda, come la chiamò la sua celebre proprietaria, fu poi demolita dalla famiglia Wild e sostituita da una costruzione che ad oggi ospita un hotel. In quei giorni il piccolo centro del comasco albergava Alessandro Manzoni, le colleghe artiste Maria Taglioni e Adelaide Ristori e i proprietari delle case musicali Ricordi e Artaria. Molto legata alla città di Milano, dove si era formata e aveva debuttato nel 1816 presso il Teatro dei Filodrammatici, Pasta esordì presto a Parigi e Londra, città in cui tornò più volte negli anni successivi, nei panni dei personaggi più celebrati dell’Opera italiana. Lunghe tournée la portarono nei principali centri italiani ed europei con le opere di Rossini e dei maggiori compositori attivi fra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento. Nel 1835, piuttosto precocemente, si ritirò dalle scene, salvo piccole apparizioni fino a metà degli anni Quaranta, forse per l’eccezionale impegno richiesto dai ruoli sia di contralto sia di soprano consentiti alla sua straordinaria tessitura di mezzosoprano. Famosa per le intricate fioriture con cui mostrava il suo virtuosismo, per il timbro particolare e per la grande espressività, talvolta criticata per le pecche nell’intonazione, era riconosciuta per l’eccellenza delle doti attoriali e per il fascino, che ne fecero una leggenda. La memoria di una primadonna tra le più celebri del XIX secolo ci attende per ammaliarci nel nuovo museo di Saronno.