‘I bambini ci guardano” era il titolo di un romanzo da cui De Sica trasse un film bellissimo .
Oggi, dopo aver visto “Padrenostro” potremmo chiederci quanto noi guardiamo i bambini.
Quanto ci mettiamo nei loro panni, nel loro mondo, quanto ci sforziamo nei momenti difficili di essergli davvero vicini, osservandoli come loro ci osservano .
Claudio Noce era un bambino nel 1976 quando il padre Alfonso (allora vice questore, responsabile dei Servizi di sicurezza per il Lazio, il nucleo regionale dell’antiterrorismo) subì un attentato da parte dei Nuclei Armati Proletari al quale sopravvisse.
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100 colpi di mitra che fecero due vittime, l’autista del vicequestore l’ agente di polizia Prisco Palumbo e un terrorista membro del commando , ucciso dal fuoco dei suoi stessi compagni.
Inizia cosi un film che ribalta la prospettiva abituale con cui abbiamo conosciuto quei fatti e si chiede , invece, come i bambini sottoposti in quegli anni ad esperienze cosi terribili abbiano vissuto il prima , il dopo ed il durante di momenti come quelli.
C’è da pensare, infatti ,che, se per stilarne un elenco andassimo a cercare tutti quelli coinvolti “da figli” negli anni di piombo dell’Italia del terrorismo certamente ne troveremmo tantissimi.
Cosi come chi , di quella generazione , ha vissuto quegli anni da bambino nei ricordi delle immagini drammatiche in bianco e nero dei telegiornali dell’epoca.In Padrenostro Claudio Noce ha provato, riuscendoci, a raccontare tutto questo con gli occhi del bambino testimone allora di quella esperienza terribile.Che ha visto.
Facendolo interpretare dal volto e dalla bravura di chi, bambino, lo ha impersonato .Uno straordinario giovane attore che si chiama Mattia Garaci la cui presenza e bellezza nel film è impossibile da descrivere se non lo si vede all’opera tanto è vero,emozionante,credibile
E poi..e poi c’è Pierfrancesco Favino.
Come sempre una sua ennesima grande interpretazione anche non cosi in primo piano come ci saremmo aspettate Una presenza come sempre misurata, umanamente carica, in linea e congruente con il personaggio che interpreta.
Straordinario e normalissimo come solo lui sa essere , dato che a questa normalità delle sue straordinarie interpretazioni ci ha abituato
Un film il cui racconto ad un certo punto entra in un contesto quasi magico, surreale .
In cui la storia reale e drammatica procede ma non sappiamo cosa sia vero e cosa no, esattamente come se fossimo anche noi bambini che osservano e ascoltano il racconto ,fra realtà ed immaginazione, di un piccolo amico.
Insomma “Padrenostro”è assolutamente da non perdere.
Un lavoro che restituisce raddoppiata l’emozione di tornare finalmente in una sala vedendo grande cinema. Dobbiamo ringraziare Claudio Noce per questa sua opera e per la prospettiva che ci restituisce di quel periodo.
Un film che è lettera d’amore ad un padre, catarsi di dolore finalmente compiuta.
Racconto politico e sociale di una Italia in anni durissimi che diventa racconto di una famiglia, quasi intimo, poetico nel narrare sia il dolore che il ricordo di affetti ed anni trascorsi
Padrenostro come uno di quei rari film che ti lasciano gli occhi umidi, il cuore pieno e la testa a mille mentre rientri in macchina e vivi, tutte insieme , le emozioni che ti ha appena regalato.