Il nuovo singolo di Elisa Sapienza, Come la felicità, è Il pop che incontra la scrittura d’autore senza paura di essere tradizionale. La parola d’ordine è scaldare il cuore dell’ascoltatore, non farlo sussultare con uno shock è il progetto di chi con tutto il coraggio ha qualcosa da cantare, e lo fa senza gridare. Avevamo bisogno di lei, di questa giovane e preparata cantante milanese, per contrastare il brutto, l’inascoltabile, la violenza che a volte si impone anche con la musica. La canzone è stata scritta da Elisa Sapienza con Filadelfo Castro, (direttore d’orchestra di Rita Pavone nell’ultimo Festival di Sanremo)
Cosa significa essere acqua e sapone nel panorama musicale attuale?
Significa avere molto coraggio, perché oggi vince solo chi è personaggio o chi urla qualcosa che è fuori dalle righe. E’ più facile indossare una delle mille maschere che mostrare direttamente chi si è davvero. Io ho scelto di mostrarmi per quella che sono, senza artifici, dando musica alle mie emozioni. Conosco bene le difficoltà, ma meglio una verità sottovoce che una bugia urlata.
L’autobiografia è una cura, è raccontare se stessi come scoperta ma solo ad un certo punto del percorso sei pronta per la condivisione. Cosa ti ha spinto a farlo?
L’autobiografia è un percorso taumaturgico e complesso. Non sai mai se sei davvero pronta ad affrontare questo percorso. Sai solo che è la cosa giusta da fare e man mano che lo affronti ne prendi consapevolezza. Da quando per la prima volta ho cantato in pubblico, ho capito davvero che quella era l’unica cosa che volessi fare nella mia vita. Avevo come la sensazione di essere dentro a una bolla magica. La magia e l’emozione che delle semplici note e parole riuscivano a darmi, dovevo a tutti i costi restituirle a chi avevo di fronte, come se volessi che tutti, in quel momento, si sentissero magici come mi sentivo io.
La nonna un punto di riferimento importante, il rapporto con lei quanto ha contato per farti essere quella che sei dal punto di vita artistico?
E’ talmente importante che a lei è dedicato un brano del mio primo EP, “Il Tempo Vola”. E’ lei che mi ha insegnato a presentarmi al mondo così come sono, nel brano per lei canto: “In un futuro dove vinci se usi il trucco per non farti riconoscere”. E’ un po’ la sintesi del mio percorso artistico.
Parlare di felicità senza ricorrere ad artifici, a fughe pericolose, è ritrovare il senso della nostra umanità? Forse ce lo siamo dimenticati…
È difficile parlare di felicità anche senza cadere nella demagogia e nei cliché da bar. Però è vero dire che l’abbiamo persa di vista poiché siamo annoiati e abituati ad avere tutto e troppo e nella ricerca affannata di ciò che non abbiamo ci ritroviamo vuoti e soli. La felicità è anche nell’attesa di un qualcosa, nel perdono di se stessi, come dico nella canzone “come la felicità dopo che mi chiedo scusa”. Essere felici spesso ci spaventa, come se fosse una colpa esserlo. Per questo penso che essere felici sia, in fondo, un atto di coraggio.