#SimoneBarretoSilva, non era una povera donna. Magari una donna povera, più verosimilmente una donna normale, con un lavoro normale, una casa normale, una famiglia normale.
No, cara #SimoneBarretoSilva, non eri una povera donna. Magari una donna povera, più verosimilmente una donna normale, con un lavoro normale, una casa normale, una famiglia normale. Cioè unica. È questa, la normalità: quel che spirava dal tuo sguardo e da quello dei tuoi meravigliosi figli, paziente, indenne da colpe, non antico né moderno. Avremmo potuto trovarti in un quadro di Gauguin, in una tela del Seicento, in un Brasile agli albori del mondo, quando nessuno lo chiamava così. O in una chiesa francese neogotica, dove in effetti stavi, e dove la tua vita terrena si è conclusa, una mattina di mezzo autunno d’un anno terribile.
Ma è una ricostruzione inesatta. I tuoi ultimi istanti li hai spesi nel bar dove ti eri trascinata a fatica. Hai affidato le ultime parole ai colori vivaci, forse un po’ distratti, d’un tempietto laico, quello dei brevi ristori, fra ciangottii di tazze e strepiti di pastis – anch’essi così utili, e umili – e no, non erano solo per i tuoi bambini. Quando le hai pronunciate lo ignoravi, ma ti sei rivolta a tutti noi. Sei uscita da quella chiesa perché eri Chiesa in uscita: ti sei fatta missione. Hai ricordato ciò che conta davvero, per una donna, per una cristiana: i figli, il mondo.
Solo una cristiana può considerare i fratelli e le sorelle, perché solo per una cristiana Dio è genitore.
Hanno tentato di staccarti la testa perché la tua fede era ragione, fides et ratio; ragione in quanto spontaneità, natura, anche dubbio, anche ombra, come la saudade che ogni tanto ombreggiava dolcemente sul tuo viso senza rughe.
Con l’altra donna – un’anziana – ci sono riusciti. Non potevano sopportarne la vista. Troppo femmine, troppo “infedeli”, troppo libere di pregare un’altra donna, quella Signora cui la basilica è dedicata, troppo indipendenti e singolari per un miserabile maschio alfa che pretendeva d’essere dio. L’altra donna, il cui nome è ancora ignoto, ha testimoniato con la sua sola presenza. Donna, vecchia, inginocchiata. E costei, secondo l’omicida, sarebbe il simbolo dell’Occidente oppressore, miscredente, colonialista, crociato, bianco…
Bianco come te, Simone… che splendevi nel tuo incarnato d’ebano.
Tu hai simboleggiato tutte le altre: #HumaYounus, 14 anni, rapita, stuprata, convertita a forza e messa incinta da un bruto che potrebbe esserle padre; #MairaShahbaz, tredicenne, anch’essa rapita, “convertita”, violentata da uno che ne aveva 46 e dalla sua banda di briganti; Maira che è scappata da sola, e ancora rischia la vita. #ArzooRaja, ennesima tredicenne vittima di sopraffazione ed efferatezze; #LeahSharibu, 19 anni, prelevata e ridotta a schiava sessuale per non aver voluto abiurare.
Tutte donne, tutte cristiane, tutte non occidentali. Altro che crociate!
Non solo sanguinario, l’assassino. Non solo bugiardo. Pure razzista.
Ma stanne sicura, Simone, nessun ginocchio della sinistra al caviale si piegherà mai per te, come si sono ben guardati dal farlo per le ragazze appena ricordate. Non si sono piegati nemmeno per #GeorgeFloyd, in verità. Il loro non era un tributo, ma una messinscena, un compiacimento narcisista. Tu però sei vera, e sei cristiana. A questa gente dài solo fastidio.
Non importa. Essi non esistono. A te è stato affidato il compito di pronunciare la parola definitiva. Alla donna anziana bastava esserci. Ma tu dovevi dire ancora qualcosa, tu che nel quotidiano non ti perdevi certo in troppi discorsi. Tu dovevi lasciare quell’ultima pericope evangelica, un “fratelli tutti” concreto e visivo, e smentire, col tuo corpo muliebre e materno, relazionale e forte, la putrida “narrazione” jihadista: il cristianesimo è qui, è una donna di colore, un’anziana in preghiera; e un padre di famiglia che aveva tentato di salvarle. Sagrestano. Uomo e non maschio. Sì, ne esistono ancora, in Francia.
È la Francia dimenticata, quella di #NotreDame in fiamme, di Padre #Hamel e, un tempo, di Teresa di #Lisieux. Non la Vandea, bensì l’ekklesia. La Francia umile (ma non umiliata), genuflessa realmente e non per posa. Ed è questa Francia, quest’Europa, cui tu appartenevi, cara Simone, proprio perché arrivavi da altrove, a reggere l’anima del mondo. Queste donne, queste signore. Signore nostre, signore dell’Assunzione.
© Daniela Tuscano
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Daniela Tuscano, insegnante e blogger, eclettica e multiforme. Ha scritto quattro libri e si occupa da sempre di politica delle donne, cultura, arte e religione. Vive e lavora in provincia di Milano.