La vita davanti a sè film che Edoardo Ponti, con tutta evidenza, costruisce per sua madre, la grande Sofia Loren. Un film da guardare anzi che si fa guardare senza annoiare
Corre sul filo di una storia breve e intensa questo film che Edoardo Ponti, con tutta evidenza, costruisce per sua madre, la grande Sofia Loren. E lei gli (e ci) restituisce ancora una volta (penso alla Ciociara per esempio) l’immagine della maternità ‘assoluta’, Potere intrinseco ed insopprimibile dell’essere femminile. Maternità come capacità di accogliere, amare, educare, trasformare in uomini e donne la materia informe e giovane della vita!
Nel film è Madame Rosà, ebrea e (forse) ex prostituta, che vive accogliendo in casa bambini, di cui le madri non si possono occupare. Così incrocia gli ultimi mesi della propria travagliata esistenza con la vita del ragazzino senegalese Momo, in Italia sin dai primi anni di vita, che ha perso sua madre ma, dotato di furbizia e carattere, vive di espedienti e di spaccio di droga.
Sul fondo la città di Bari, dei quartieri alti e bassi, quella vista da sotto i ponti e quella dell’orizzonte azzurro e infinito del mare, le strade ricche della movida e quelle dei portuali e dei pescivendoli, in un ambiente multietnico in cui pure questa città può, a buon diritto, riconoscersi.
Impossibile non pensare al grande cinema di Ozpetek, di cui vi è, a mio avviso, persino qualche citazione. Ma è forse proprio in questo confronto che il film denuncia anche la sua debolezza. La storia riesce anche, per un momento, a commuovere, ma complessivamente non emoziona, quasi che -e qui azzardo una spiegazione che non sono in grado di dare – non fosse dotata di una sceneggiatura all’altezza dei temi, quasi che la bravura della Loren e l’espressività del bambino Momo non fossero sufficienti a toccare le corde dell’emotività, quasi che manchi della Poetica leggerezza che è la cifra principale del cinema del regista Italo-turco.
Ciò nonostante è un film da guardare; anzi che si fa guardare senza annoiare, forse per la stessa importanza dei temi che ambiziosamente affronta: la Maternità, la Diversità, l’integrazione, il Destino quasi sempre ineluttabile dei poveri della Terra…e la vita davanti a se’ che tutto ancora può toglierti o darti, dove la scelta di una strada o di un’altra può passare anche da pura casualità, fortuna o chissà cos’altro. Alla grande Sofia Loren il merito di aver prestato a tutto questo, senza remora alcuna, ancora una volta, il suo viso e la sua arte.
2 commenti
Ho detestato il film. E’ falso e mal fatto, oltre che mal recitato dalla Loren e dal bambino (meno male per i ruoli maschili di contorno), non commuove mai, non tocca nessuna corda. Tempo perso.
Sai che molta gente ha detto il contrario?? Cioè che si è emozionata?