Riporto con il suo permesso l’esperienza di Elasti alias Claudia de Lillo
“buonasera. qui servizio di continuità assistenziale dell’ats (agenzia di tutela della salute) della regione lombardia. come posso aiutarla?”
“ehm… buongiorno. la chiamo perché mio figlio e io siamo positivi al covid in base a un tampone rapido. entrambi abbiamo sintomi. mia madre, che ha vissuto con noi nell’ultimo mese, è stata portata via in ambulanza domenica e ricoverata per covid all’ospedale di desenzano (130 agili km da Milano ma tanto siamo in zona rossa e tre metri valgono come trecento chilometri in termini di raggiungibilità”
“avete avvertito il medico curante?”
“sì. ed è per questo che telefono a voi, che siete aperti dalle 20 alle 8 ma chiamarvi è un impresa a orari in cui il mondo vigila. il mio medico è irraggiungibile e non è di alcun aiuto”
“avete fatto il tampone molecolare?”
“no. è per questo che chiamo voi. perché siete l’ats e vorrei sapere come devo fare per farne uno, per essere segnalata con mio figlio, per entrare in uno straccio di protocollo, per sapere chi chiamare se dovessimo avere sintomi preoccupanti…”
“le passo un medico” ha concluso l’operatrice.
…
“pronto dottore, buongiorno”
“so tutto, ho letto quello che ha scritto l’operatrice”
“e cosa mi consiglia di fare?”
“deve rivolgersi al suo medico di base. solo lui può segnalarvi all’ats e chiedere dei tamponi”
“e se il medico di base fa come gli squali con la tanatosi, fingendosi morto?”
“ha una sola possibilità: prenotarsi un tampone privatamente a domicilio”.
lo sanno tutti che la sanità lombarda è un disastro. Ma sentirselo dire fa un po’ più male.
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