Una promessa irraggiungibile porta con sé frustrazioni, racconto di un caso vero
Paoletta è una quattordicenne molto energica che vive la vita senza risparmiarsi; assomiglia alla mamma, continuano a ripeterle fin dalla dall’infanzia, ed è vero: stesso colore dei capelli neri corvino, stessi occhi tondi ed espressivi. Entrambe si sono sempre impegnate per il bene comune con un volontariato non esibito e speso lontano dai riflettori. Un’infanzia vissuta con grande serenità senza eccessi e senza mancanze, i nonni amorevoli ma non invadenti, il padre molto presente nella vita familiare. Delia, la mamma, è perfetta come esempio umano e come donna dedita alla famiglia, una mamma ideale.
Ma cosa significa ideale se non un’entità irraggiungibile? Una realtà che non puoi toccare e solo osservare con il giusto distacco? Tutto ciò che è ideale rimanda ad un’idea che seppur straordinaria resta pur sempre irraggiungibile. Si può toccare un’idea? È possibile prenderla tra le braccia? Si dice abbracciare un’idea ma è un’affermazione astratta, anche se seguire un’idea può portar ad atti concreti e meravigliosi, l’ideale rimane confinato nella sfera più alta della nostra mente là dove vivono gli irraggiungibili.
Ed è qui che viene il bello, una mamma ideale è inarrivabile che può esserlo dal punto di vista affettivo: è perfetta e nella sua impeccabilità non tocca la vita, ne è distante, non riesce ad emanare calore, quel tepore che solo una mamma sa trasmettere al proprio bambino. Un esempio molto immediato nel campo della bellezza è la Barbie, bambola nata come stereotipo dell’armonia delle proporzioni e che nella vita sociale è un’amica di Big Jim e la fidanzata dell’altrettanto perfetto Ken. Fortunatamente il produttore della bambola ha compreso che sarebbe stato giusto rappresentare anche l’imperfezione è così negli ultimi anni è diventata più umana. La Barbie rimane sempre però l’ideale della bellezza senza alcuna graffiatura e se fosse madre rappresenterebbe l’ideale.
Tutti da una madre desideriamo altro: rotondità psicologica, da una madre desideriamo vicinanza nelle notti buie per la malattia, da una madre desideriamo due braccia spalancate anche quando non siamo più bambini. La nostra mamma deve essere tutto il contrario dell’ideale, a volte spettinata dopo una notte a vegliarci, altre volte senza trucco quando gioca con noi, nervosa perché anche a lei qualcosa può andare storto…altrimenti sono delusioni, sono un correre dietro allo stereotipo senza mai appagarsi: la nostra mamma deve essere imperfetta.
A volte la madre però è una donna di potere, non perché a capo di un governo o di un’azienda, ma perché esercita il suo pugno di ferro sulle menti dei figli governando fin dall’infanzia le loro scelte, le loro vite. Può apparire sottomessa al marito, accuditiva e fragile invece sa gestire l’intera famiglia, muovendo i fili come un burattinaio nell’ombra conduce un gioco sotterraneo capace di deviare le scelte, i pensieri e gli obiettivi. Così è stata per tutta la vita Maria Rosa: all’apparenza una madre ideale, una chioccia sempre pronta a proteggere con devozione i propri pulcini, in realtà una manipolatrice. Ecco Perché la figlia avverte la carenza di un rapporto vero, tenero e appagante, avverte la carenza del materno nella sua vita con tutte le conseguenze che ciò comporterà. Nulla che non si potrà risolvere, l’importante è riconoscere la mancanza per poterla curare.