Dagli Usa alla Cina, dall’Irlanda alla Palestina, dal Brasile all’Italia, una schiera di street-artists ha risposto all’assalto della pandemia invadendo i muri delle città con immagini che celebrano il personale sanitario in prima linea contro il Covid e ci invitano a rispettare le regole per evitare la diffusione del virus. Mascherine, amuchina, disinfettanti, l’immagine stilizzata del virus e l’hashtag #stayathome si rincorrono in un vortice di forme e colori, modulato sullo stile di ciascun artista.
Il writer più famoso, che custodisce gelosamente il segreto della sua identità, Banksy, con un disegno su tela dal titolo Game changer ha voluto celebrare le operatrici del servizio sanitario nazionale britannico, l’NHS. L’opera, apparsa in accordo con la direzione sanitaria nel pronto soccorso dell’ospedale di Southampton, mostra un bambino che, dopo avere buttato nel cestino supereroi più convenzionali come Batman e Spiderman, gioca con una nuova supereroina: è un’infermiera, con la croce rossa sul petto e il mantello svolazzante, requisito indispensabile per supereroi e supereroine. La dedica recita: Thanks for all you’re doing. I hope this brightens the place up a bit, even if its only black and white.
Un’enorme mascherina azzurra è apparsa nella notte tra il 21 e il 22 aprile 2020 sul volto della ragazza, opera di Banksy che nel 2014 aveva rivisitato La ragazza con l’orecchino di perla di Johannes Vermeer, con un murale sulla facciata di un edificio in Hanover Place, a Bristol, città natale dell’artista. Con The Girl with the Pierced Eardrum (La ragazza con un piercing al timpano) Banksy aveva sostituito l’intero lobo della ragazza con la centralina dell’allarme sul muro del palazzo. Non sappiamo se sia stato lo stesso Banksy o qualcun altro ad aggiungere la maschera in tessuto alla ragazza dipinta. Certo è che il murale non è apparso sulla pagina Instagram di Banksy dove di solito l’artista pubblica le immagini del suo lavoro.
Una Super Nurse è apparsa su un muro di Amsterdam, opera di Fake, altro artista anonimo che ad Amsterdam vive e lavora. Il logo di Superman, impresso sulla mascherina di questa infermiera, rimanda allo sforzo eroico compiuto dal personale degli ospedali. Lo sguardo della donna è fiero, punta lontano ed esprime coraggio e speranza.
Un’altra infermiera su un muro a Pontefract, nel nord dell’Inghilterra, ricorda agli inglesi quali sforzi titanici stia compiendo tutto il personale sanitario impegnato a combattere la pandemia. E così nel logo del servizio sanitario inglese (National Health Service o NHS) la S finale è sostituita col celebre logo di Superman, il supereroe dei fumetti.
Altre infermiere che ci confortano con la loro immagine di forza e coraggio sono quelle disegnate da Miguel Barajas, a Dallas USA e da TvBoy in una località sconosciuta.
Tvboy, pseudonimo di Salvatore Benintende (Palermo, 1980), cresciuto a Milano, è noto per il personaggio da lui creato, “Tvboy”, un alter ego che l’artista raffigura frequentemente come simbolo della cultura massificata delle nuove generazioni, operata principalmente della televisione. We can do it, Ce la possiamo fare, è il messaggio di speranza di quest’artista.
Un medico si trasforma in angelo e regge il mondo in Frontline Heroes, disegnato da Brigitte Dawson e Melissa Turner a Melbourne, in Australia.
A Miami, una delle capitali dell’arte di strada, Claudia La Bianca, ha dipinto una delle colonne dell’entrata del Jackson Memorial Hospital, uno degli ospedali più grandi al mondo e il terzo più grande degli Stati Uniti, con un murale dal titolo Our Heroes, I nostri eroi, dipinti con tanto di superpoteri. Claudia, arrivata negli States nel 1997 direttamente da Bagheria, dove è nata, oggi è una delle artiste più interessanti in città dove ha dipinto oltre trenta murales, tra i quali quello che ha ritratto Michelle Obama e Melania Trump in un abbraccio simbolico dell’unione di cui ha bisogno l’America in questo momento storico.
Sempre a Miami, a Wynwood, quartiere tutto dedicato alla street art, Muck Rock, nome d’arte di Jules Muck, ha dato voce invece alla paura che questa pandemia diffonde: la sua Anna Nicole Smith, modella e attrice di Hollywood, nota per la somiglianza con Marylin Monroe, indossa una maschera su cui è scritto Fear, Paura, appunto. Anna è stata trovata morta nel 2007 in una stanza di un hotel in Florida, vittima forse di un abuso di farmaci.
Jules Muck, inglese di nascita, viveva e lavorava a Manhattan, quando Lady Pink la trovò a dipingere un tetto illegalmente e le offrì un apprendistato. La tutela di Pink ha consentito a Muck di emergere e ora è un’artista affermata e vive e lavora in California.
A New York Jilly Ballistic, nata a Brooklyn, artista delle inquietanti immagini di soldati e civili della seconda guerra mondiale con maschere antigas, ha tappezzato il Lower East di Manhattan con la campagna Spread no Virus, Non diffondere il virus. La sua campagna è in aperta polemica con il Presidente Donald Trump che più volte ha sottovalutato gli effetti e i pericoli del covid-19, quasi ridicolizzando le misure drastiche adottate dagli altri paesi.
Ancora il personale sanitario in veste eroica, anche se non indossa un mantello, ma un camice bianco, su un muro di un palazzo a Varsavia.
E come dimenticare l’infermiera Wonder Woman, con camice azzurro e stetoscopio, a Codogno, la prima città italiana colpita dal Covid-19, disegnata da Alessio B.?
Contro il Covid sono scese in campo anche le alte gerarchie del Paradiso: la Vergine Maria indossa una maschera antigas e indica il coronavirus che tiene al posto del cuore su un muro di Madrid, opera del graffitista Ernesto Muñiz. Per i cattolici la Madonna è la perfetta incarnazione della sofferenza, ma anche della speranza e dell’amore, e a lei si rivolgono sempre per conforto e aiuto. Questa immagine della Vergine sembra suggerire che dovremmo riporre la nostra fiducia nella scienza, indossare le nostre maschere e la sofferenza passerà. Anche San Gennaro, apparso su un muro a Napoli, indossa la mascherina: il santo patrono della città, ritratto in uno stencil firmato //Flase a vico Belledonne, si adatta anche lui ai tempi e indossa una protezione contro il coronavirus.
Poi ci sono le rivisitazioni dei dipinti famosi:
A Catania Misha ha utilizzato l’immagine del dipinto per eccellenza di tutta la storia dell’arte, la Gioconda, facendole indossare una mascherina per l’hashtag #Catanianonsiferma. Anche TvBoy a Barcellona ha immortalato Monna Lisa con tanto di mascherina e di cellulare in mano. Intitolato Mobile World Virus, il lavoro si riferisce alla cancellazione del World Mobile Congress di Barcellona, legata alla crisi causata dal virus.
Sempre di TvBoy L’Amore ai tempi del Co…vid-19, titolo che richiama quello del romanzo di Gabriel García Márquez, L’amore ai tempi del colera: nell’opera compaiono i due protagonisti del celebre Bacio di Francesco Hayez con tanto di mascherina e amuchina nelle mani contro il coronavirus. La didascalia è accompagnata dall’hashtag #MilanoNonSiFerma. Presumibilmente il murale si trova nel capoluogo lombardo, anche se l’autore non ha rivelato dove si trovi con esattezza, per paura che venga rimosso o deturpato, come purtroppo spesso accade per questo tipo di arte.
In copertina un omaggio al personale sanitario che lotta contro il covid 19, opera di Monica Rojas, realizzata nell’ambito dell’iniziativa del governo messicano che ha concesso a giovani artisti trenta spazi per realizzare murales in onore degli eroi di questa emergenza sanitaria. L’iniziativa è particolarmente significativa in un paese che ha visto l’opera di grandi muralisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Chávez Morado.
Copertina: Monica Rojas, Saldremos adelante, mi Mexico Lindo, Vinceremo, mio bel Messico
Livia CAPASSO, laureata con lode alla “Federico II” di Napoli in Lettere con indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte in vari Licei, dal Nord al Sud del paese. Attualmente risiede a Roma, e coltiva molteplici interessi, coniugando la passione per la Storia dell’arte alle rivendicazioni femministe. Cofondatrice dell’associazione “Toponomastica femminile”, partecipa a progetti didattici per diffondere una cultura di parità tra le giovani generazioni, scrive articoli per testate giornalistiche sulle donne a cui i comuni italiani hanno dedicato o dovrebbero dedicare strade, interviene come relatrice a convegni, organizza mostre sul tema della memoria femminile. Presiede la giuria del Concorso nazionale “Sulle vie della parità”. Mantiene rapporti con le Istituzioni per rivendicare una parità di diritti anche nella odonomastica cittadina. Per piattaforme elearning ha preparato un corso completo di Storia dell’arte e varie lezioni sull’arte di genere. Ha scritto e pubblicato due romanzi, Fotoricordo per una smemorata, in parte autobiografico, e “Donne in trincea”, una raccolta di racconti che hanno per protagoniste donne, eroine del quotidiano.