Le donne come sono viste dai fumetti e videogiochi?
In questi giorni si è parlato molto delle TV e serie televisive. Ho riflettuto insieme a mia moglie (Santa Donna) anche sul ruolo dei contenuti che possono influire sulla mente dei piccoli. Io e mia moglie siamo genitori di 5 figli (3 Femmine e 2 maschi), ma se pur genitori rimaniamo sempre dei vecchi nerd, noi guardavamo cartoni e giochiamo ai videogiochi.
Le donne come erano viste? Negli anni 80/90 vi era il dominio assoluto della Disney che arrivava dall’atlantico con il suo carico di stereotipi della donna principessa da salvare. La figura più moderna era Mary Poppins che faceva l’educatrice. Qualcuno potrebbe obbiettare che vi erano la “La Sirenetta” o “la Bella e la Bestia”, vero, ma cosa facevano? L’obbiettivo di Ariel è farsi sposare dal principe, Belle deve salvare il padre, rapita e corteggiata dalla Bestia che si innamora di lei, riesce a farsi aiutare per risolvere i suoi problemi, diventando principessa anche lei. Almeno fanno vedere che Belle legge ed è già un passo avanti. Dobbiamo aspettare Mulan per vedere qualcosa che si smuove in casa Disney, ispirato ad una leggenda cinese, quindi orientale, dove si ode una delle più belle frasi che io abbia mai sentito nei confronti di una donna, quando l’imperatore nella sua saggezza ha già riconosciuto il valore di Mulan e si rivolge al giovane capitano: “Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e bello di tutti”.
Mentre gli anni passano sul fronte occidentale, ormai ci si ricordava appena di Lynda Carter (Wonder Woman), dal Giappone vi fu una vera e propria invasione di contenuti nipponici che dagli anni 70 furono catalogati erroneamente come prodotti per bambini e bambine. La visione nipponica fece cambiare molto il panorama. Cartoni molto belli con tematiche complesse (anche troppo a volte), spesso drammatici dove le donne dovevano affrontare un mondo di pericoli, spesso da sole o con uomini che le appoggiano come Lady Oscar donna allevata come un uomo divetterà capitano delle guardie reali alla corte di Luigi XVI, in un contesto politico esplosivo. Georgie, orfana salvata da una famiglia caritatevole che dovrà affrontare intrighi e drammi famigliari, soprattutto con una madre adottiva che non l’accetterà mai, in un susseguirsi di eventi che si concluderanno in un finale tragico. Candy Candy (Serie in TV 1980) orfana che dovrà affrontare la vita tra drammi di parenti e conoscenze tossiche. Occhi di Gatto (Serie TV 1985), narra le vicende di tre ragazze alla ricerca della verità sulla scomparsa del loro padre, per raggiungere tale scopo dovranno rubare le opere artistiche del compianto padre trafugate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Qui ho citato solo i più importanti sul lato femminile, secondo la mia modesta opinione. Noi maschietti, invece avevamo i super duri, come l’Uomo Tigre (Manga del 1968), il protagonista è un uomo malvagio della Tana delle Tigri, che torna in Giappone dopo essersi fatto una brutta nomina negli USA, ma una volta a casa, passa dal suo orfanotrofio di origine, rincontra la sua vecchia amica d’infanzia Ruriko, che manda avanti, con molti sacrifici, l’orfanotrofio dove erano cresciuti. Nulla. Qui vince la vecchia legge dell’amore che vince su tutto. In lui si risvegliano sentimenti vecchi e ne nascono di nuovi. Per farla breve, lui si innamora di Ruriko e per il suo amore verso l’orfanotrofio ed i bambini, per dimostrare tutto ciò, tradirà Tana delle Tigri, che chiedeva ai suoi affiliati il 50% del loro compenso da lottatori. Naoto (il nome del protagonista), decide di devolvere quasi tutti i suoi compensi per l’orfanotrofio, questo fa incazzare Mr X (il capo di Tana delle Tigri), che gli manderà dei sicari per ucciderlo sul ring. Così il nostro eroe si farà picchiare come un sacco d’allenamento per tutta la serie, anche quest’opera finisce con un finale drammatico. Nel 1972 viene pubblicato il manga Devilman oscuro cartone dove il protagonista farà di tutto per salvare la sua amata, invano (il manga finisce nel peggiore dei modi). Anche qui abbiamo il dramma del protagonista, che agisce per amore, ma fallisce miseramente, questo fallimento lo segnerà negativamente per tutto il resto della vita… che gli rimane.
Saltando l’era dei “Mazzinga” e “Daitan 3”, approdiamo nel 1986, nasce la serie animata Ken il guerriero (il fumetto è del 1983), dove le donne devono sopravvivere in un futuro post-apocalittico, in questo manga e serie TV le donne ci sono in tutto il loro splendore. Madri, single, vedove, guerriere, vittime, (protagoniste ancora no) in un mondo violento come in pochi altri anime, ma mai messe come cattive, gli autori decidono che in quel mondo le donne non possono essere malvagie, al massimo vittime incomprese. Intendiamoci, l’opera nasce da un fumetto del 1983, vi sono molte critiche sul maschilismo del fumetto, ed è vero. Quest’opera è una delle prime dove le donne iniziano ad emanciparsi, la visione dei fumettisti è ancora molto idealizzata, ricordiamo solo la figura di Julia, unico vero amore del protagonista, che si scopre essere il sesto guerriero della Sacra Scuola di Nanto guidata dalla Misericordiosa Stella dell’Amore Materno.
Come è vero che la libertà si conquista a piccoli passi, arriva il capolavoro che chiude quella stagione di violenza macista, Berserk, un manga ancora più violento di Ken, il protagonista assisterà alla violenza sessuale, in un contesto delirante, della propria fidanzata Caska, una delle prime donne coprotagoniste a capo di un esercito dai tempi di Lady Oscar. La violenza sarà consumata da Grifis capo della compagnia dei falchi e superiore ed amico di Caska, davanti ad un impotente Gatsu (il protagonista), che si taglierà un braccio nel tentativo di salvarla. Da qui la storia, torna sui binari consueti del maschilismo solito, Caska salvata insieme a Gatsu dal Cavaliere del Teschio sarà messa al sicuro perché perdere la ragione e regredisce ad uno stadio infantile a causa del trauma.
Ormai nel pieno degli anni novanta, la voglia di vedere le donne in un contesto più da protagoniste è maturo, trovano la luce della notorietà “Alita l’angelo della battaglia” (manga del 1990), Evangelion, solo per citarne alcuni, dove le donne sono protagoniste.
La Disney che fa? Poco, fa finta di non voler vedere il cambiamento in atto, ma nel 2001 un orco di nome Shrek salva una principessa da un castello, ma la principessa decide di rifiutare i vecchi stereotipi e rimanere con l’orco, ma la storia d’amore prosegue, lei si rivela tosta e non arrendevole, tanto che, nel terzo capitolo della saga, durante il tentativo di un golpe di Azzurro, in una splendida scena con canzoni rock anni 70 Fiona, la Regina e le altre smettono di essere le donzelle da salvare, bruciano un reggiseno e partono al contrattacco, ma non finisce qua, perché Shrek, nel quarto capitolo, deve condividere con la moglie il carico di lavoro per accudire i suoi 3 figli gemelli, come ogni uomo vero… scoppia, non ce la fa, così rischia di perdere tutto, qui il genio degli autori e autrici, Shrek si ritrova in una realtà parallela dove non ha mai conosciuto Fiona e deve farla innamorare di lui, ma si rende conto che con una donna che si è salvata da sola dal castello e guida una armata contro il perfido Tremotio, due fiori e tre cioccolatini non bastano, solo quando smette di volerla “conquistare”, ma l’aiuta senza nulla in cambio, lei si innamora di nuovo di lui, qui c’è “il lieto fine”. Ormai il dado è tratto. Negli anni 2000 è un susseguirsi di film, anime e serie TV dove le donne sono sempre più protagoniste.
Il mondo video ludico è complesso, si va dagli arcaide, ai picchia duro che vengono mostrate donne seminude che hanno molta presa su noi maschi. Ancora oggi si vedono uomini in armatura completa e donne di pari grado con armature che lasciano scoperti tette e culi, ma nel 2001, avviene qualcosa di unico, esce Final Fantasy X. Questo è stato il segno dei tempi. I protagonisti lottano in una realtà patriarcale, il nostro eroe fa da guardiano all’Eroina. Alla fine del gioco, i vecchi patriarchi saranno spazzati via, l’anziano del gruppo si farà da parte e Yuna (la protagonista) farà il celebre discorso in cui annuncerà una nuova epoca di pace ed armonia. Un gioco dalle tematiche complesse e sentimenti coinvolgente, dove l’Eroina non si fa usare del cattivo di turno che la brama come trofeo, ma dovrà prendere decisioni difficili, dovrà rimettere in discussione se stessa e tutto quello in cui crede.
Vorrei concludere con due esempi che probabilmente non è stato colto da tutti o forse ci vedo solo io del simbolismo.
Il primo è il film Lucy del 2014, storia di una ragazza, come possono essere tante, che si infila in una serie di situazioni più grandi di lei. Dopo aver subito violenze e minacce, si ritrova a rinascere in un crescendo di consapevolezza che la porterà ad un finale criptico. Interpretata da Scarlett Johansson, già famosa per il suo impegno per il rispetto delle donne, in questo film da il meglio di se.
Concludo con uno dei momenti più emozionanti, secondo me, dei film e dei fumetti. Siamo in casa DC, il film è sulla nascita di Wonder Woman (2017), la scena tratta dal film, mostra lei che si fa trascinare nelle trincee della seconda guerra mondiale, in una zona in cui la guerra ristagna da anni. La scena mostra quel mondo patriarcale, immobile e dualistico, dove gli innocenti non hanno voce. Una donna, una madre, le chiede aiuto, Diana, nata e crescita nell’isola delle Amazzoni, si ritrova in un mondo che non riconosce le sue qualità e potenzialità, nessuno le vuole dare retta, pure il Steve che ha visto di cosa è capace, con un atteggiamento paternalistico cerca di tenerla nel suo ruolo di donna convenzionale, ma la voce di quella donna con in braccio un bambino la fa esplodere. Si toglie i vestiti regalati da Steve per farla sembrare una donna come le altre, mostra se stessa, esce dalla trincea come una fenice che rinasce dalle sue ceneri e compie l’impossibile, cambia le cose in quell’angolo di mondo. Così una donna riemerge dal fango, bella, sicura di se, autorevole e smuove l’immobilismo maschile. A quel punto Steve si lancia a difenderla e non la ostacolerà più, anzi, l’aiuterà per il resto del film.