“ Una luce fioca inizia a lampeggiare, fuggite giovanotti, questa è la polizia! Sparate all’impazzata verso quella brutta compagnia (…) si stanno avvicinando con i mitra in mano, ma non abbiate paura, sono solo quattro pezzenti. Noi siamo i latitanti, noi siamo i più potenti. Spariamo con le pistole i fucili a canne mozze ma gli altri erano chiù assai e li pigliarono a tutti ”… E’ una ragazza quella che canta così , in un video su youtube da tre milioni e seicentomila e più visualizzazioni .
Si chiama Teresa ma il cognome ve lo andate a cercare che oggi anche la pubblicità così detta negativa fa gioco . E io questo gioco non glielo voglio concedere. Le ho dato anche il beneficio di andarmele a sentire queste canzoni gravandomi del peso di aumentarne anche le visualizzazioni .
Nella speranza che fosse, come dice la sua casa di produzione, una sorta di tutela del patrimonio storico della canzone popolare calabrese, un po’ come canzoni della mala della Vanoni per intenderci .
Ma poi no.. .le ascolti queste cose, vedi il piglio, lo senti urlare da questa interprete schitarrante che poliziotti o carabinieri di notte in cerca del povero latitante sarebbero “brutta gente”. Che sono quattro pezzenti .
Gente che impedirebbe al povero ragazzo latitante ,in uno dei suoi pezzi più famosi, sia di stare con la mamma tanto amata che di pregare la Madonna Immacolata e , qui , la sensazione di nausea sale.
Sale la rabbia. Controcanto orribile a quello che sì, invece per lo più
ignorato, si dovrebbe conoscere della Calabria, quella bella, oggi.
Della Calabria rappresentata dal lavoro del Procuratore Gratteri e del suo staff. Del processo in corso , il Rinascita Scott, definito dal Washington Post “un maxi processo contro la più ricca organizzazione criminale mondiale”.Con 325 imputati, 438 capi di imputazione, 600 avvocati, 30 parti civili, 224 parti offese individuate dalla procura. Qualcosa frutto delle operazioni di polizia fatte proprio da quei pezzenti della canzone della signorina Teresa .
Delle operazioni fatte da quella “brutta gente “ che di notte va a disturbare i potenti con fucili a canne mozze ,pistole e fucili, di cui lei canta .
“Non c’è fine al peggio, non c’è ritegno” scriveva ieri dalla sua pagina Fb a proposito delle canzoni di questa Teresa Paolo Borrometi , giornalista sotto scorta da anni .
“ Non si può più far finta di nulla e, nell’attesa di comprendere se questi versi non siano la versione 2.0 del “favoreggiamento alla mafia”, c’è da interrogarsi sui milioni di persone che ascoltano ripetutamente questi brani. L’ignoranza dell’autrice è seconda solo alla sofferenza che chi la ascolta regala ai familiari di chi è morto per mano mafiosa. No, non sono “omini d’altri tempi”. Sono solo sanguinari delinquenti”.
Canzoni storiche di autori datati si ribatte ? Decisa ad andare in fondo mi vado ad ascoltare anche l’ode ,stavolta a firma proprio della nostra giovane autrice,dedicata ad un personaggetto come il capo dei capi riina (il minuscolo è voluto e non è un refuso).
Pezzo che finisce con il refrain cantato a squarciagola dedicato a chi “uomo di tanto rispetto ed onore rimase poi chiuso a San Vittore “ ,alla sua storia , ad un uomo con “due giudici che gli erano contro “ e per i quali “arrivò per loro il giorno”
.
Ok, la signorina Teresa e le sue canzoni sono cosa minima, infinitesimale cosa rispetto a quanto di drammatico accade ogni giorno,soprattutto in contesti dove di mafia si parla .
Ma mafia, dobbiamo ricordarci sempre, è prima di tutto mafiosità.
Quel non vedere,per esempio,minimizzandolo , quale danno culturale enorme possano essere canzoni con parole orrende.
Offensive nei confronti di chi sta lottando ed ha lottato per un’ altra Calabria , ed un’altra Italia .
Cosi che ,come non ho voluto nominare questa colei che canta di latitanti perseguitati, pentiti come traditori e di assassini come di gente di rispetto, chiudo questo pezzo nominandone ,invece, un’altra di ragazza.
Anche lei del nostro Sud. Nipote ed omonima di una di quei pezzenti , di quella “brutta gente “ che proteggeva ,a vent’anni ,uno di quei due giudici “contro “ quell’uomo di cosiddetto rispetto .
Lei sì merita di essere nominata e a lei sì vanno i migliori auguri per il suo lavoro.
Dal 27 gennaio ,infatti, Emanuela Loi , sì la nipote di quella Emanuela (nb.la giovane poliziotta morta insieme a Paolo Borsellino)indossa la divisa della Polizia
.
”Sarà come continuare una missione che mia zia non riuscì a portare a termine, credo nello Stato e nei valori della nostra Repubblica, sarò orgogliosa di coronare il mio sogno” ha detto .
Per tutto il resto scritto prima e per la tizia mora che canta quello che vi ho raccontato qualcosa si può fare. Anche di piccolo.
Scrivere, protestare, farsi sentire .Con correttezza e nei luoghi giusti.
Dove quelle parole scorrono, o vengono cantate.
Aggiungendo a quelle le nostre .
Senza stancarci mai.