E’ il 20 novembre del 1970. Nella Royal Albert Hall, il più prestigioso teatro di Londra, si sta svolgendo la finale di Miss Mondo.
Lo spettacolo televisivo, in quegli anni, più seguito al mondo, con oltre 100 milioni di telespettatori.
Presenta le ragazze in concorso l’attore Bob Hope, presentatore leggendario che resterà famoso in quella serata per epiteti alle concorrenti oggi nessuno mai oserebbe (perlomeno in pubblico). Già organizzatore di tour di giovani Miss Mondo in Vietnam per allietare le truppe americane al fronte, come si vede nelle immagini di archivio che aprono il film. Serata elegante, tutto esaurito, il mondo che guarda.
Ad un certo punto .. il caos. Le ragazze del neonato movimento femminista londinese irrompono gettando sacchetti di farina sul palcoscenico e volantini dal loggione del teatro ed in platea.
Questo il racconto di un episodio storico e ricco di sfaccettature che Philippa Lowthorpe ,già regista anche di The Crown, fa nel film “ Il Concorso “ (Misbehaviour )
.
Un racconto attraverso il punto di vista delle due delle attiviste coinvolte, Sally Alexander e Jo Robinson, interpretate rispettivamente da Keira Knightley e da Jessie Buckley ma anche dal punto di vista delle uniche due candidate di colore proprio a quel concorso .
E’’ un film assolutamente da vedere , fresco ed intelligente.
Attento alla narrazione delle tematiche femministe nascenti , divise fra desiderio di stare al tavolo del mondo passando dalla legalità e dalla forza delle proprie risorse nei canali previsti e di quelle , invece, già consapevoli che solo una sia pur disorganizzata e a volte violenta presenza avrebbe potuto scuotere un sistema refrattario al pensiero della parità di genere.
Un’opera sensibile questo film, consapevole anche delle motivazioni delle “ non bianche”, delle donne di colore che allora , nei propri paesi di origine, vedevano la possibilità della partecipazione proprio a quei concorsi di bellezza l’unico motivo di emancipazione da situazioni sociali che nessuna donna bianca e acculturata avrebbe allora mai potuto comprendere.
E per loro poi , protagoniste da entrambe le parti, parleranno le loro stesse vite raccontate nei piccoli camei dei titoli di coda in cui le vediamo non più interpretate dalle attrici ma nella loro bella, vera ed attuale presenza nel mondo. E sarà una ulteriore sorpresa.
“Il Concorso “ è uscito nel 2020 e come tanti film è rimasto poco nelle sale. Si può , però, finalmente vedere in streaming (dando così anche una mano al cinema) su varie piattaforme.
Cercatelo, guardatelo voi , magari con le vostre figlie, amiche o nipotine, di qualunque età. Anche piccole.
E andate poi a guardare il filmato vero della serata (si trova su you tube) o le foto!
E’ memoria che ci serve.
Memoria che fa rendere conto di quanto sia stata l’ ineluttabile l’ignoranza sul valore di ruoli, posti, immagine della Donna nel mondo e di quanta forza ci sia voluta per provare a debellarla.
Ma anche della diatriba di sempre fra rifiuto e presenza nei media, nei luoghi che non ci piacciono per i motivi per cui li evitiamo,e di quanto sia ,invece, importante conoscerli per sapere come si costruiscono stereotipi , dove ancora possono nascere e perchè ,se ancora oggi vogliamo ribaltarli.
E resta attuale e cocente il discorso in essere dalla prima proiezione di Lorella Zanardo del “Il corpo delle Donne”.
Sally Alexander (protagonista del film) , studentessa universitaria, mamma e lavoratrice , decisa a credere nella capacità di potersi imporre con la sua competenza anche in luoghi non convenzionali per una donna, dice in una scena dopo l’ennesimo deludente rifiuto della sua università alla sua tesi di laurea sulla condizione della donna lavoratrice: ”Credevo di essere seduta al tavolo del mondo ed invece mi accorgo che stare sul seggiolone”
Ecco, dopo questa frase e mentre il film continuava a scorrere non ho potuto fare a meno di pensare a certe immagini di questi giorni della nostra crisi politica, cosi come quelle di tanti convegni e incontri importanti.
Le donne per lo più non ci sono, e se ci si accorge che non fa figo non averle a quei “tavoli” perchè qualcuno lo nota , ecco allora che ne spunta una il giorno dopo. Silenziosa ed accanto al microfono dell’interlocutore di turno.
Ma qui il discorso diventa lungo…e lo conosciamo bene.
Iniziamo, intanto ,a far girare e far vedere film cosi. Che narrano di storie vere.
Di forza vera messa in campo da donne che hanno cambiato qualcosa anche con lo scompiglio.
Con la sana e indomità volontà di esserci.
Proprio dove si sarebbe voluto altro.
E’ già qualcosa, oggi, ragazze.