Caparbia e arrendevole a un tempo, sicura di sé ma anche capace di rivedere le sue certezze, razionale e affettiva a un tempo, Caterina Della Torre quando vuole qualcosa sa come fare, sa come muoversi e sa dove andare. Le sue incertezze, se ci sono, non la bloccano certamente ma, caso mai, diventano per lei spunto di riflessione e fertile terreno da trasformare in nuove opportunità.
Finalmente ci sono riuscita, da parecchio tempo avrei voluto intervistare Caterina Della Torre ma lei, che dirige Dol’s e ha sempre dato voce alle donne, si sentiva fuori luogo a dover rispondere alle domande fatte dalle collaboratrici di Dol’s anziché essere lei a intervistare. Io non ho mai insistito perché non mi va d’impormi e lei non ha mai desistito dalla sua posizione, fino a quando, magicamente, ha detto il suo sì.
E così anche la storia di Caterina Della Torre é ora tra le storie di donne che “ ce l’hanno fatta” nei vari settori, e tra le Donne Eccellenti che sto intervistando da un po’ di tempo a questa parte.
Ed eccoci qui a parlare con la fondatrice, direttrice e editrice di Dol’s dal 1999 che ha raccolto attorno a sé una redazione vastissima per lo più femminile ma non solo, perché sempre più uomini partecipano alle attività di Dol’s, portando il loro contributo.
Non la spaventano i cambiamenti, anzi li ha sempre rincorsi e assecondati fino a farli diventare una sua firma energetica: se c’é qualcosa di nuovo da scovare, studiare, sviluppare Caterina c’é. E lo fa molto bene, anzi insiste fino a quando non vede il risultato e, se quel risultato é diverso da quello che si aspettava, anziché rinnegarlo se ne innamora.
Caparbia e arrendevole a un tempo, sicura di sé ma anche capace di rivedere le sue certezze, razionale e affettiva a un tempo, Caterina quando vuole qualcosa sa come fare, sa come muoversi e sa dove andare. Le sue incertezze, se ci sono, non la bloccano certamente ma, caso mai, diventano per lei spunto di riflessione e fertile terreno da trasformare in nuove opportunità.
E sono proprio le pari opportunità che la hanno sempre affascinata, diventando l‘argomento clou di Dol’s, perché le pari opportunità non sono solo relative al mondo della politica ma le si vive e le si incontra tutti i giorni.
E Caterina ama aiutare le donne a trovare il loro posto nel mondo, a sviluppare le loro idee perché sa che la loro formidabile intuizione e creatività non é sempre supportata dalle condizioni ottimali perché da possibilità si riesca a attualizzare.
Per questo é nato Dol’s Donne On Line “con una elle sola” che si occupa delle donne a tutto tondo “tranne che di estetica e di moda”, aggiungerebbe Caterina.
*Perché non hai mai amato farti intervistare per Dol’s?
Ho sempre allontanato o meglio rifiutato di essere intervistata in questi anni da collaboratrici di Dol’s perché ritenevo che le interviste dovessero essere fatte da me- che sono ‘artefice e l’ideatrice del sito – a donne che mi sarebbe piaciuto mettere in evidenza, conoscere o con le quali entrare in contatto.
*Tu in realtà non hai bisogno di essere messa in evidenza, però prendi questa intervista come una delle tue chiacchierate ma questa volta con te..Come nasce l’idea di dare vita a Dol’s?
Dol’s è nata nel 1999 e ha vinto il primo premio donnaeweb nel 2004 , quindi credevo molte la conoscessero già da tempo. Ma di anni ne sono passati e molte delle nuove realtà femminili sul web non la conoscono. Come scrivo nella storia di Dol’s, il sito nacque nel 1999 dalla passione e dall’amore per le nuove tecnologie di quattro donne (Giovanna Fuse’ manager di una societa’ informatica, Giuliana Isola, architetta votata al web design, Bettina Jacomini, giornalista web e Caterina Della Torre, linguista passata al marketing tradito per internet) che, in una domenica di aprile del 1998, hanno deciso di aprire sul web uno spazio riservato alle donne per aiutarle ad acquisire confidenza con le nuove tecnologie e dare visibilità alle loro attività, in un mondo completamente maschile come era il web di allora. Poi le vicende del tempo hanno mutato la compagine associativa e Dol’s è rimasta nelle mie sole mani.
* Il sito delle donne on line che avevi progettato con le tue socie di allora in cosa si differenziava da Dol’s?
Dols vuol dire “sito delle donne online”, con il genitivo sassone finale. L’idea è stata di una mente giornalistica creativa come Bettina Jacomini ed ho passato anni a far cercare di capire che la elle era una sola con l’ apostrofo del gentivo. Tuttora qualcuna/o sbaglia.
*Credono che si parli di bambole?
Sì e poi ho anche scoperto googlando che esistono altri dols, ma che si occupano di altro. E’ nato come sito internet, compilato tutto in html. La struttura è stata decisa da noi quattro ed effettuata con l’aiuto di una partner tecnologica di cui faceva parte una delle socie.
*E’ stata una avventura stimolante, immagino..
Certo. Ricordo ancora le serate ed i pomeriggi spesi a costruire la realtà. Ci eravamo conosciute con webgirls in momenti in cui il web era agli inizi, poi avevamo continuato con le nostre gambe. Due di noi erano proprio all’asciutto di web. Io ero forse la più ignorante della materia, ma anche la più curiosa e volenterosa. Avevo sempre voluto fare la giornalista, ma non lo ero e non lo sono tuttora, ma scrivere mi piaceva tantissimo…ed anche leggere e leggermi. Questa era l’occasione per fare qualcosa di simile
*Poi come si é evoluto Dol’s nel tempo?
Creammo una srl e cominciammo a lavorare per le poche realtà web che esistevano allora. Msn canale donne per esempio. Le vicende che seguirono sono lunghe da raccontare, ma sempre nella storia di Dol’s racconto come questa da sito è passata a community e poi ad autoproduzione concordata con la redazione, cioè me che ne ero rimasta l’unica proprietaria.
*E’ stato un cammino lineare, fino ad oggi?
Dol’s ha passato varie fasi, hanno cercato anche di acquisirci ma
io mi sono fieramente opposta. Erano i tempi (gli anni 2000) in cui si acquistavano le realtà già operanti nel settore per poi farne altro. Avevo grandi aspettative, ma alla fine rimanendo da sola perché le altre avevano prese altre strade (una di noi poi purtroppo era deceduta) dovevo portare avanti tutto in solitudine, sia produttiva che economica. Ma non volevo abbandonare il progetto, perché credevo molto nelle potenzialità inespresse delle donne. E qui a passare dalle tecnologie alle pari opportunità fu facilissimo ed indolore.
*Prima di addentrarti in questa avventura lavoravi per Armando testa. Di cosa ti occupavi lì? Il mio ruolo in Armando Testa era aprire il mercato pubblicitario nei paesi dell’est. Era l’anno 1989, ero l’assistente del vicepresidente dell’AT che aveva fatto diventare Armando Testa da un bravissimo grafico ad un marchio riconosciuto. in Italia e nel mondo. E poi ci stava provando con i paesi dell’Est Europa, liberati con la perestrojca di Gorbachov. Io avevo studiato il russo oltre l’inglese e dovevo diventare ”solo” una pubblicitaria. Furono gli anni lavorativi più belli della mia vita, ero a settimo cielo. Dovevo aprire agenzie AT contattando i partner locali. Le uniche che riuscii a consolidare furono quella di Zagabria (poi chiusa per la guerra) e di Varsavia. Poi l’agenzia decise di disinvestire dall’Est Europa ed io facevo parte del progetto abortito.
*Conoscere molte lingue in cosa ha influito sul tuo modo di vedere la vita? Assolutamente sì, ha influito. Più ne conosco e più vorrei conoscerne. Le lingue ti danno l’opportunità di vedere il mondo con altri occhi, anche se adesso in Europa gli stili di vita sono molto simili ovunque. Sebbene gli interessi dei vari paesi ci portino ancora lontano.
*Dalle lingue straniere al marketing: come é avvenuto il passaggio?
Il marketing viene aiutato dalla conoscenza degli altri che ottieni sapendo parlare molte lingue. Ho dovuto anche studiare un po’ di marketing pubblicitario, entusiasmandomi e cominciando da Kotler. Tuttavia oggi anche il marketing è cambiato con i social media ed anche quelli vanno approfonditi. Ricordo quando spesso nelle piccole aziende non si comprendeva la differenza tra indirizzo internet e indirizzo e-mail!
*Cosa significa per te dare voce alle donne?
Le donne devono avere voce e non essere invisibili come spesso ancora oggi lo sono, specie in politica. Ma hanno imparato a ribellarsi. Grazie anche a leggi come le quote rosa Golfo-Mosca. Ho seguito anche l’associazione Pari o Dispare della Bonino e questo mi ha aiutato ad entrare in contatto con interessantissime realtà femminili.
*Tu, Caterina, ti sei mai sentita invisibile e senza voce?
Se devo essere sincera no…ho sempre fatto in modo che la mia voce venisse ascoltata, soprattutto se avevo qualcosa d’importante da dire
*-Solidarietà, formazione, comunicazione. In quali di aspetti ti riconosci di più?
Comunicazione soprattutto. Dialogo per comprendere e capirsi.
*Ma cosa é la solidarietà per te, nel tuo privato, come Caterina?
Essere solidali aiuta a sentisi meno soli ed a superare le difficoltà che spesso si frappongono.
* Tu sai chiedere?
So chiedere e pure delegare, anche se talvolta non chiedo perché penso di farcela da sola
*Cosa vuole dire per te, a livello umano, fare rete?
Solo facendo rete si va avanti. Ma non tutti la pensano così e preferiscono prevalere sugli altri.
* I tuoi rapporti con le donne e quelli con gli uomini sono differenti tra loro?
Sono gli stessi, anche se spesso gli uomini…restano uomini e mantengono e proteggono il loro punto di vista maschile. Il problema spesso sono le ”uoma” che credono che scimmiottare gli uomini sia vincente.
*Come dovrebbe essere una donna che affronta anche ruoli storicamente affidati ai maschi senza comportarsi da “uoma”?.
Una donna che usa il suo sentire ed ascolta il femminile che invece gli uomini in quanto tali spesso non hanno. Donne in dialogo ideata da Maria Giovanna Farina ed appoggiata da me è indirizzata proprio a quello
* Il tuo rapporto con l’affettività?
Amo molto la vita ed il mondo tutto. Parenti soprattutto ma anche molti amici che mi hanno accompagnato nella vita. La mia più grande paura é quella di non essere più in grado di amare e godere della vita.
*Qual é il tuo sogno più grande?
Spazi e distese aperte.
* Nella tua vita ti sei mai sentita costretta a rimanere chiusa in qualcosa che ti stava troppo stretto?
Spesso…ma sono claustofobica e quindi scappo
*Come convivi con i tuoi disagi fisici?
Sogno spesso di correre, volare, viaggiare ma credo che questo sia il mio subconscio e lo metto a tacere. Ci convivo anche male, delle volte penso ”perchè proprio a me?” Poi rivedendo la cosa rifletto che c’è gente che sta peggio.
*Il tuo pensiero su questa pandemia di Covid
Un pensiero che rimane sospeso nel dubbio.Quante cose non ci hanno detto e quante verranno fuori dopo quando l’emergenza sarà finita. Mi chiedo però perché non abbiamo accelerato prima sulla produzione autoctona dei vaccini. Inoltre perché alla gestione dell’emergenza non ci sono state donne? Secondo me sarebbero state più brave.Le donne sono delle ottime organizzatrici se lasciate fare
*Hai avuto dei maestri che ti hanno aiutata a diventare quella che sei?
Ho avuto molti maestri e maestre, ma io sono così perché sono io.
Grazie Caterina!!
2 commenti
Io ho seguito sola fin dall’inizio!!! Sempre ricco di spunti di riflessione e con una prospettiva nuova. Intervista importante che mancava :)))
Scusate, il correttore automatico ha scritto SOLA invece di DOLS, potreste correggerlo o eliminarlo? Grazie!