Non amarmi, film diretto da Marco Cercaci interpretato nel ruolo principale maschile da Fabrizio Romagnoli.
Ho assistito alla proiezione speciale l’11 marzo 2021 al Noir Film Festival di Milano (on line). La storia si svolge sul finire della seconda guerra mondiale e torna all’oggi quando Carlo trova la foto del padre Aurelio (Romagnoli), che non aveva mai conosciuto, ritratto con una donna. Carlo indaga e scopre che era Giuliana, la sorella della fidanzata di allora di suo padre, una partigiana misteriosamente scomparsa.
Carlo scopre, la narrazione del film ce lo racconta, un padre che è stato bene non conoscere, un essere spregevole e profondamente vigliacco come lo sono spesso i violenti: forti con i deboli e sottomessi con i potenti. La violenza del potere maschilista emerge dall’interpretazione magistrale di Fabrizio Romangnoli che, con una recitazione legata alla prossemica fatta soprattutto di mimica facciale e posture fortemente comunicative, è stato capace di trasfigurarsi per mettere in scena le diverse anime di Aurelio; l’attore ci dona il ritratto di un aguzzino che nel nome del Ti amo sa commettere un atto estremo verso la donna, un Ti amo che esprime il suo contrario. Meglio non amarmi se devi uccidermi, è il messaggio che ci manda. Aurelio diventa il simbolo di un uomo da ricordare per riconoscerlo qualora ce lo si dovesse ritrovare difronte. Una storia, dai tratti onirici, che penetra nel profondo e che sa scavare, una storia che diventa insegnamento.
Il cast davvero di qualità, tutti le attrici e gli attori si sono calati mirabilmente nella parte, il film attira l’attenzione dello spettatore per poi far riflettere senza sconti sul terribile ed inaccettabile fenomeno del femminicidio. La regia molto originale rende il messaggio ancor più potente.